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Topic chiacchiere

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion aryaman
  • Date de début Date de début
sd&m a dit:
superato il milione e mezzo di visite su psiconautica...grazie a tutti/e! :pidu:

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Congratulazioni
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questa è colpa vostra! Premettendo che io non assumo niente, questo thread mi ha fatto sognare piante -.-
Ero in campagna, e non so come recupero un tronco di iboga (anche se è un arbusto, nel sogno era un albero) e volevo piantarlo! Quindi non so come sollevo il tronco di circa 3 metri e lo impalo nel terreno..però come disposizione non mi piaceva, e probabilmente sarebbe caduto prima di metter radici, quindi mi sposto e trovo un bel punto! Lo appoggio al terreno e faccio forza per infilarlo! Penetra nel terreno molto facilmente, fino a quando non si blocca e sembra quasi ovattato..allora per controllare tolgo il tronco e guardo nel buco: era una tana comune di ricci e topi, e col tronco stavo facendo il solletico ad un topo..allora mi fermo a guardarli, li saluto e cerco un altro punto, lo pianto bene, e subito iniziano a spuntare rametti nuovi! Poi passa mia sorellina ad urlare 'non ti sento non ti sento' per litigare con mia sorella, e mi sveglio...
O.O che sogni mi fate fare
 
[h=3]Vivere in India[/h]

Dal nostro corrispondente, oggi particolarmente ispirato, filosofico ed argutamente esistenzialista, Oscar Salvador


Uno dei pochi motivi, forse l’unico, per cui valga la pena vivere in India è sicuramente la cosiddetta “ricerca spirituale”.
Una ricerca che però troppo spesso diventa soprattutto esteriore, rivolta verso Dio, divinità, sette, sistemi filosofici (tutte cose di cui l’India abbonda), dimenticando che il primo passo verso la conoscenza spirituale avviene attraverso la conoscenza di sé stessi, come già diceva l’Oracolo di Delfi “Gnozi se authon”.
Solo conoscendo la propria “areté” (virtù) e i propri limiti, l’uomo potrebbe riuscire ad andare oltre e diventare davvero quello che è, come suggeriva anche Nietzsche “diventa quello che sei”, passaggio imprescindibile verso una vita felice.
Vivere in India aiuta molto in questo senso, non tanto per gli stimoli esteriori della ricerca spirituale, che seppur ben presenti come abbiamo detto sono piuttosto limitati e limitanti, ma per la forzata ricerca nel proprio sé della forza per sopportare i continui “assalti”, fisici e mentali, che si subiscono a contatto con la difficilissima vita indiana.
Ad esempio, il comune shock che caratterizza il primo impatto con l’India è dovuto nient’altro che ad un “attacco totale” ai cinque sensi.
Alla vista, con gli occhi spesso abbagliati dal sole accecante od irritati dalla onnipresente polvere quando tira anche solo che una bava d’aria; all’olfatto, a causa del tipico odore stantio-umido dell’aria indiana che richiede settimane prima di essere metabolizzato dalle narici (senza contare picchi estremi toccati ripetutamente da fogne a cielo aperto, rifiuti rimasti a marcire per strada per giorni, cadaveri di animali e numerose altre cose simili); all’udito, con rumori assordanti e soprattutto continui che metterebbero alla prova i timpani e la pazienza di chiunque; al gusto, difficilmente in India si assaggeranno sapori riconoscibili e difficilmente al di fuori dell’India si sarà mai mangiato qualcosa di così piccante come molti piatti indiani; infine al tatto, con l’onnicoprente polvere che fa sì che, toccando qualunque cosa, immancabilmente ci si sporchi.
Essendo i sensi responsabili degli stimoli alla mente, questi ripetuti “attacchi” la confondono completamente, sicché si trova di fronte ad un bivio: nascondere la realtà, cercando di negare quello che non riesce a comprendere, oppure cercando di trovare le capacità, quasi sempre recondite ma presenti, per sopportare con pazienza le varie vicissitudini fisiche e mentali.
O forse sarebbe meglio dire mentali e fisiche, visto che per resistere in certe difficili condizioni serve, prima di tutto, trovare la forza mentale, dalla quale deriverà di conseguenza quella fisica.
Proprio questa ricerca delle proprie capacità diventa di per sé lo stimolo necessario per sopportare le situazioni negative, che ormai a questo punto abbiamo capito essere in realtà la vera fonte delle nuove conoscenze e capacità.
È infatti noto, e dimostrabile, come la vera conoscenza nasca da una voluta e cercata sofferenza.
Tra le numerosissime cause che rendono la vita in India particolarmente difficile, spesso al limite dello stoicismo, una delle maggiori è il constatare come in molte situazioni non funzioni nulla o, quantomeno, le cose funzionano ma non nel modo in cui dovrebbero.
Prendendo come parametro la città di Varanasi, che in effetti essendo un luogo sacro, dal punto di vista della vita pratica è un parametro decisamente basso, ad esempio può capitare di spendere (e quindi perdere) una mattinata intera per una commissione semplicissima quale un prelievo con il bancomat.
Alla fine si riuscirà a tornare a casa con un bel malloppo di banconote da 500 o 1000 rupie, ma stravolti per aver girato i bancomat di mezza città nel delirante traffico e fatto code chilometriche sotto al sole, sgomitando con impazienti e maleducati indiani che cercano di infilarsi nella fila.
Certo questo non capita proprio sempre ma è un’eventualità che non si può mai scartare.
Questi fenomeni, che talvolta possono essere decisamente frustranti, hanno comunque i loro lati positivi, proprio per quanto riguarda la ricerca spirituale.
In particolare queste difficoltà aiutano, prima di tutto, a tirare fuori grinta, carattere ed ironia anche in situazioni apparentemente innocue; secondo, servono ad imparare la perseveranza e la pazienza, che nella vita torneranno sempre utili.
Ma soprattutto portano automaticamente a fare a meno di molte cose, in quanto ottenerle spesso richiede uno sforzo tale che supera i benefici e i piaceri che se ne trarrebbero una volta ottenute, e diventano quindi superflue.
Anche questa rinuncia, seppur in parte forzata, è sicuramente imprescindibile nel percorso verso la conoscenza spirituale; imparare a fare a meno di quasi tutto è il metodo migliore per perdere l’attaccamento, che di solito degenera in aspettativa, che spesso si tramuta in delusione.
Vivendo in India tutto questo diventa piacevolmente naturale e ci porta a pensare, parafrasando il grande filosofo trascendalista americano Henry Thoreau, che un uomo è tanto felice in proporzione al numero di cose di cui si può permettere di fare a meno.
E in India sono infinite le cose di cui si impara a fare a meno...



Vivere Altrimenti: Vivere in India
 
Premesso che non sono mai stato in India, penso che quel tipo di vita e situazioni si possano trovare facilmente in qualsiasi altro paese del terzo mondo... E poi la maniera in cui le descrive mi pare un po' esagerata, sembra il classico mammone italiano (senza offesa né)!

Comunque sia, sono d'accordo sul fatto che la sofferenza o una vita piú semplice possa aiutare nella ricerca interiore! Al momento mi trovo in Sud America, e devo dire che mi sento molto piú sensibile e ricettivo rispetto a quando stavo nel vecchio continente!

Continuando con le chiacchiere, ho appena iniziato a leggere "Shantaram" e sto giá pensando a pianificare il mio primo viaggio in India :D
 
Monad a dit:
Premesso che non sono mai stato in India, penso che quel tipo di vita e situazioni si possano trovare facilmente in qualsiasi altro paese del terzo mondo... E poi la maniera in cui le descrive mi pare un po' esagerata, sembra il classico mammone italiano (senza offesa né)!

Comunque sia, sono d'accordo sul fatto che la sofferenza o una vita piú semplice possa aiutare nella ricerca interiore! Al momento mi trovo in Sud America, e devo dire che mi sento molto piú sensibile e ricettivo rispetto a quando stavo nel vecchio continente!

Continuando con le chiacchiere, ho appena iniziato a leggere "Shantaram" e sto giá pensando a pianificare il mio primo viaggio in India :D
Che fai di bello in Sud America?
 
Monad a dit:
Premesso che non sono mai stato in India, penso che quel tipo di vita e situazioni si possano trovare facilmente in qualsiasi altro paese del terzo mondo... E poi la maniera in cui le descrive mi pare un po' esagerata, sembra il classico mammone italiano (senza offesa né)!

Comunque sia, sono d'accordo sul fatto che la sofferenza o una vita piú semplice possa aiutare nella ricerca interiore! Al momento mi trovo in Sud America, e devo dire che mi sento molto piú sensibile e ricettivo rispetto a quando stavo nel vecchio continente!

Continuando con le chiacchiere, ho appena iniziato a leggere "Shantaram" e sto giá pensando a pianificare il mio primo viaggio in India :D

Calcolando che in teoria la Kundalini della Terra si è spostata da qualche anno dalla sua vecchia posizione (Tibet) per spostarsi nelle Ande Cilene direi che sei quasi nel posto giusto al momento giusto :)
 
Sakurambo a dit:
Calcolando che in teoria la Kundalini della Terra si è spostata da qualche anno dalla sua vecchia posizione (Tibet) per spostarsi nelle Ande Cilene direi che sei quasi nel posto giusto al momento giusto :)
Ahaha non sei il primo che me lo dice!
 
Monad a dit:
Continuando con le chiacchiere, ho appena iniziato a leggere "Shantaram" e sto giá pensando a pianificare il mio primo viaggio in India :D

Gran bella lettura!!
 
innervisions a dit:
Gran bella lettura!!
Giá, era da un po' che lo volevo leggere! Quando mi é capitato tra le mani le dimensioni mi hanno un po' spaventato (soprattutto perché un libro di un chilo non é comodissimo quando si viaggia)... Peró appena ho letto le prime pagine, ci sono subito rimasto sotto!
 
Qualcuno sà come si modifica il proprio nickname? (ammesso che si possa fare, non trovo il comando)..
 
non lo so, gli articoli di vice sembrano essere scritti con un'aria di superiorità assurda. specie quelli scritti da donne, mah
 
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