Ho finito le capsule di resina di
Calea Zacatechichi con un ultimo dosaggio di 3g equivalenti assunti al momento di coricarmi. I soliti effetti, una leggera acidità e qualche rutto dall'aroma ributtante, ma niente sogni lucidi.
In chiusura di questa lunga
sessione di sperimentazione con questa sostanza, credo di poter fare delle
affermazioni definitive sui suoi reali effetti in relazione ad un presunto aumento di fasi di lucidità durante il sonno REM:
_.- la Calea Zacatechichi
non favorisce in modo diretto il verificarsi di sogni lucidi
_.- gli
effetti più immediati sono legati ad un (relativamente) blando
isolamento del cervello dalle percezioni fisiche, principalmente tattili
_.- i risultati attribuiti a questa sostanza sono probabilmente da imputare al
naturale meccanismo per cui,
in risposta ad un certo grado di isolamento sensoriale, la mente tende a produrre stati di allucinazione piuttosto vividi e ricchi di dettagli percettivi, soprattutto per quanto riguarda l'udito e la vista
E' ragionevole dedurre quindi che l'
assunzione di Calea Zacatechichi, in concomitanza con fasi di sonno profondo, possa stimolare la sopracitata reazione cerebrale aumentandone l'intensità, donando alle immagini oniriche delle successive fasi REM un ulteriore grado di realismo e portando conseguentemente la coscienza ad uno stato di attenzione, un atteggiamento critico e una reattività all'ambiente assimilabili alla veglia; da cui la lucidità.
Sto cominciando a valutare la
possibiltà che delle
attività fisiche che aumentino la "percezione di sè" possano giovare in questo senso:
una forte percezione fisica legata al proprio corpo
durante la veglia rafforzerebbe il
contrasto con la
mancanza quasi totale
di percezioni durante il sonno, soprattutto con la Calea a "tagliare ulteriormente i ponti con la realtà".
Invece di dare un calcio nel sedere al
cervello con qualche bomba chimica per spararlo in orbita, si tratterebbe di
sfruttarne i naturali meccanismi di autoregolazione aumentando quanto più possibile
lo sbalzo percettivo tra veglia e sonno con l'ausilio della Calea.
E' il momento di
dare un contributo con idee in questo senso:
quali attività consigliereste, che rafforzino la percezione di sé? Yoga, esercizi ginnici generici, esercizi mentali di qualche sorta.....?
Aprite le vostre menti e riversatene il contenuto qui, grazie.
~Møgõrøs• a dit:
Zehyro, oggi ho sognato te che mi chiamavi al cellulare dicendomi che eri ad Alghero e che ti dovevo passare a prendere in piazza Porta Terra! hahahahahaha
Io, invece, stanotte ho sognato che avevo una barca di soldi e stavo impostando varie attività commerciali tipo bar, gelaterie e ristoranti, solo che le piazzavo come se stessi giocando a sim city (dall'alto, ruotandole e allineandole alle linee del terreno) e dentro c'erano dei "dipendenti di default" (uno solo, nell'unica attività in cui sono entrato).
Lo facevo in società con altri due o tre e siamo entrati in una di queste attività, un ristorante, dove il dipendente di default ci ha offerto un caffè, solo che io non lo bevo e (stranamente?) sono rimasto fedele a questa cosa rifiutando cortesemente.
Il dipendente di default del ristorante in cui siamo entrati era un mio compagno di classe dei tempi delle superiori, ed è stato lui che ci ha preparato il caffè. Ricordo bene i pochi dettagli del ristorante o, per meglio dire, il fatto che fosse piuttosto "squadrato", spoglio e anonimo, come in effetti ci si aspetterebbe da un impianto "di default" (o da un'istanza). Il posto in cui stavo impiantando le attività quando uno di noi ha deciso di entrare nel ristorante è un breve tratto della costa dalle mie parti.
Da lì, sempre uno di noi ha deciso (deve aver deciso) di andare ad una sorta di gala dei ristoratori e, ma questa parte è vaghissima, credo ci siamo andati con un auto sportiva di lusso molto simile ad una delle ultimissime Lamborghini (o forse era un'auto sportiva da GTA V!).
Arrivati lì, dentro c'erano un sacco di fotografi, intervistatori e ospiti "di contorno" e si passava appena per un corridoio relativamente stretto e mi ricordo che uno di noi aveva commentato che i fotografi avevano macchine "a carne umana" o forse "pelle umana" o qualcosa del genere. Ne ho vista una e sull'obbiettivo, che era più stretto e corto del normale, c'era qualcosa che era una via di mezzo tra la tettarella di un vecchio biberon e un preservativo ancora arrotolato; il colore e la consistenza della prima e la forma approssimativa del secondo. Ho pensato che fosse una sorta di cappuccio copri-obbiettivo e che quindi non potesse fotografarmi, ma ci ho messo ugualmente un palmo davanti per impedirgli di riprendermi (ancora tipico di me). Credo di aver immaginato, per un istante, il punto di vista dell'obbiettivo della macchina, mentre mi chiedevo come funzionasse con quel "coso" davanti, e ho immaginato che mi fotografasse attraverso la pelle fino a vedere i fasci muscolari e i nervi della mia mano e del mio avambraccio.
Poi, poco dopo, ho sentito che sempre uno del mio gruppo di tre o quattro stava cominciando a dare di matto per via di una recensione negativa di un critico sulla sua cucina e l'ho visto sbattere su un ripiano in un piccolo corridoio laterale un libro che poteva facilmente avere le dimensioni di un piccolo erbario; il colore della copertina era di un verde oliva scolorito.
Il compagno che aveva dato di matto era Arnold Schwarzenegger e stava cercando di arrivare a qualcuno che non vedevo per aggredirlo, ma la sua identità mi è sembrata un fatto banalissimo e nemmeno il suo stato alterato mi ha scosso (questo mio controllo sulle reazioni emotive non si discosta dal mio modo di essere nella realtà).
Ho cominciato a sfogliare il libro in cerca di questa recensione, magari per smussarne gli angoli e calmare il mio "socio" (è proprio da me), ma mi sono presto reso conto che in mezzo a quel volume così spesso sarebbe stato praticamente impossibile ritrovare l'articolo che stava leggendo. Ho anche letto qualcosa, o meglio, aprendo a caso le pagine qua e là ho recepito alcuni concetti come se stessi facendo lettura veloce e mi ricordo di aver pensato che, per come era impostato, sembrava più una dissertazione sulla cucina locale di diverse zone geografiche, piuttosto che una raccolta di critiche culinarie. Il che rendeva ancora più improbabile trovare quello che stavo cercando.
Poi basta, credo di essermi svegliato più o meno a quel punto.
In definitiva, nonostante stessi effettivamente cercando di leggere, ma non ci riuscissi, niente mi è scattato nella testa che mi dicesse che forse stavo sognando; e questo nonostante tutto il condizionamento da sveglio che mi sono imposto, ovvero far suonare il timer del cellulare ogni 10 minuti per fare dei reality check, tra cui appunto la lettura di alcune scritte o brani. Anche per diverse ore di fila!!
In pratica ho fatto tutto quello che farei normalmente durante la veglia, comportandomi esattamente come faccio quando sono sveglio e mantendendo un perfetto controllo emotivo e una certa criticità verso ciò che accadeva, ma sono stato completamente incapace di riconoscere l'impossibilità di certi elementi; ho continuato ad accettare tutto quello che vedevo e sentivo limitandomi a reagire secondo la mia personalità. Cos'ho che non va!?
Che depressione....