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[Thread Ufficiale] Esperienze e curiosità sulla Calea zacatechici

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion Mezc
  • Date de début Date de début
BlueFire a dit:
Per questa settimana farai una pausa?
Complimenti di nuovo per questo lavoro di trascrizione, spiegazione e diffusione!

Beh, salvo domande o richieste di altri utenti, sì, non credo che scriverò altro su questo thread finché non sarà il momento di filtrare la pozione maggica (la doppia g è voluta).
Se invece intendi con la Calea in capsule, la pausa è iniziata già dal 21, ultimo giorno in cui mi sono riempito lo stomaco di aria e fieno amaro. [Basta] sentirmi la bocca dello stomaco come se ci fosse uno stecchino incastrato di traverso e [basta] non andare di corpo per quattro giorni di fila.

Per parlare d'altro, dovresti vedere cos'è successo nel vasetto con l'infuso!
Mentre ero a cena si è depositata completamente la parte solida (almeno quella distinguibile ad occhio nudo) e il liquido era di un color verde scurissimo a dir poco inquietante, tipo la pozza melmosa da cui sorgeva la creatura della laguna nera. Inchiostro verde!
Mentre, dopo averlo agitato, e illuminandolo con il led del mio cellulare, ricordava un po' la parte più scura di un pesto a cui non sono ancora stati aggiunti i pinoli.

Una cosa interessante. Sempre mentre illuminavo il vasetto con la torcia, ho notato che la parte solida sul fondo si è già scolorita prendendo una tinta color paglia. Secondo me, se continuo ad agitare il vasetto regolarmente, già dopodomani sera potrei filtrare il tutto, perché ormai l'alcol sembra aver già estratto tutto quel che poteva.

Qualcuno che voglia dire la sua in merito e/o scoraggiarmi dall'anticipare i tempi?


EDIT: Una cosa strana. Ieri, dopo che la parte solida si era completamente depositata, avrei giurato che il liquido fosse verde. Oggi, di nuovo sotto la luce del led del mio cellulare, sembra di un rosso estremamente scuro, mentre in cima e in fondo appare ancora verde.
Non capisco se la variazione cromatica è solo un'impressione data dal tipo di luce del led o se effettivamente ha cambiato colore.


UPDATE: Sto ancora agitando.....che noia. Ma, secondo me, l'alcol ha già fatto il suo dovere e non c'è più niente da tirar fuori dalla polvere che ho messo a macerare.
Please, qualcuno vuole dire la sua in merito, magari per darmi una ragione per aspettare sette giorni invece che passare alla prossima fase già domani?


UPDATE: Confermo lo strano effetto cromatico per cui, una volta che si è depositata tutta la parte solida, il liquido illuminato da una fonte di luce intensa appare rosso/violaceo. Ci ho provato con una lampada dalla tinta calda (contrapposta alla tinta fredda/azzurrina del led) e il risultato è identico. Bizzarro quantomeno.
Comunque ribadisco: che noia!!! Sono impaziente di provare il risultato, non riesco a pensare ad altro! Quest'attesa mi uccide.
Se almeno qualcuno venisse a fare commenti, domande o, meglio ancora, a condividere esperienze....
 
Salve a tutti.

Sono in anticipo, lo so, ma ho una spiegazione ragionevole che mi scagionerà, almeno in parte, dall'accusa di non avere pazienza.
Il mio alibi è questo articolo su Erowid(.org) che si intitola "Calea Zacatechichi - The Beginner's Guide": piuttosto sbrigativo e approssimativo, per i miei gusti, ma discretamente illuminante e rassicurante.

Secondo quell'articolo, c'è una decisiva differenza, tra un mero estratto e una vera e propria "resina", che dipende principalmente dalla purezza dell'alcol che si utilizza. Apparentemente, utilizzando un alcol a 95°, tre giorni di infusione sono sufficienti e il risultato sarà eccellente, assai migliore che facendone un thè o un estratto. Anche la quantità minima di pianta secca necessaria, diminuisce sensibilmente.

Il punto focale, in ogni caso, è la potenza della sostanza risultante, che sembra essere diverse (forse anche *parecchie*) volte maggiore di quella di un semplice thè. L'autore, e questo voglio sottolinearlo a mia volta perché nessuno possa dire che sorvolo sui dettagli cruciali, specifica che la dose MASSIMA per un test iniziale dovrebbe essere l'equivalente in resina di 1,5g di Calea secca.
L'autore, però, era anche uno stecchino di poco più di 70kg, mentre io arrivo senza vergogna a 110kg. Credo che la mia dose di partenza sarà di 2g-equivalenti.

Ora, tornando alla mia presunta impazienza, circa un'ora fa (che saranno per lo meno due per quando avrò finito di scrivere questo post!) ho filtrato il mio vasetto di Calea sotto alcol per poi mettere il liquido risultante ad evaporare su di un termosifone. Ma andiamo con ordine.

La prima cosa che ho fatto è stata recuperare il mio vasetto di Calea in infusione e controllarne lo stato. Per puro spirito di pignoleria ho voluto fargli due foto per mostrarvi il curioso fenomeno cromatico per cui, con la parte solida completamente sedimentata sul fondo, il liquido appare rosso-violaceo quando posto sotto una intensa fonte di luce (un led in questo caso); mentre, agitandolo un po' per rimescolare liquido e solido, ecco che il colore passa ad un verde pesto alla genovese.
Voir la pièce jointe 16673


Il passaggio successivo è stato prendere un filtro per caffè, aprirlo e posizionarlo in un imbuto. Poi ho preso una piccola pirofila di pyrex (va bene qualsiasi materiale, purché assicuri la totale assenza di pori e asperità), l'ho posizionata sotto all'imbuto e, dopo aver agitato il vasetto per far sì che tutta la parte solida andasse in sospensione, ho versato l'infuso nel filtro.
Vi dirò, non è come versarsi una tazza di thè appena fatto sulla patta, dove l'umidità filtra quasi istantaneamente e le vostre *uova* diventano sode nel giro di due secondi; è un filtrare lento, che passa da un deludente rivolo ad uno snervante sgocciolio non appena il liquido diminuisce e con esso la pressione. E vi assicuro che nemmeno utilizzare un cucchiaino per smuovere la parte solida così che non vada a fare tappo sul fondo, risolve qualcosa.
A fronte di questa rottura immonda, e siccome il braccio cominciava a farmi male, mi sono ingegnato per rendere l'operazione autosufficiente. Ho preso una piccola cagna da idraulico, un supporto che fosse più alto della pirofila e ho incastrato l'imbuto nel morso della cagna che a sua volta ho appoggiato sul supporto. Soddisfacente e sufficientemente stabile.
Voir la pièce jointe 16678


Quando la parte solida ha iniziato a emergere dal liquido, ho preso il cucchiaino, l'ho smossa e vi ho versato sopra l'equivalente di un quarto di bicchiere di alcol per essere sicuro che non fosse rimasto niente indietro.
Finito nuovamente di filtrare il liquido, la parte solida si presentava proprio come un limo. L'ho quindi smossa nuovamente con il cucchiaino per liberare eventuali sacche di liquido rimaste intrappolate nella palta (non ce n'erano), poi ho afferrato il filtro per i bordi superiori e ne ho strizzato ben bene fuori le ultime gocce. A questo punto, il filtro e il suo contenuto solido erano diventati inutili, perciò li ho gettati.
Voir la pièce jointe 16675


Vorrei proporre alcuni accorgimenti che mi sono venuti in mente durante le varie fasi:
.- per assicurarvi che la cagna non molli la presa imbrattando la tovaglia buona, potete prendere un elastico e metterlo attorno ai manici per tenerla ben serrata
.- se l'imbuto pesa troppo per la cagna e questa tende a sbilanciarsi, potete usare qualcosa di pesante per tenerla ferma, tipo una Bibbia o il dizionario di tedesco della nonna, quello che occupa spazio nella libreria e raccoglie polvere ininterrottamente da ormai cinque anni
.- per mettere l'infuso ad evaporare scegliete un contenitore con i bordi bassi e il fondo ampio, in modo da massimizzare la superficie di evaporazione e il passaggio di correnti d'aria
.- se rumore e pose plastiche non disturbano né voi né i vostri coinquilini (non è il mio caso, purtroppo), potete provare ad usare un phon puntandolo a velocità e temperatura medie verso la superficie del liquido; tenete una distanza minima di mezzo metro tra phon e alcol in modo da non causare incendi (improbabile, ma non si sa mai) e cercate di tenere un angolazione intorno ai 45° così da favorire una corrente d'aria continua e senza ristagni
.- mentre attendete che l'alcol evapori completamente, potete procurarvi degli abbassalingua o degli stecchi da ghiacciolo di legno da usare più tardi per raccogliere la resina; il legno è deformabile e questo assicurerà il massimo contatto con la superficie del contenitore così da raccogliere al meglio tutta la sostanza. Inoltre, avendone un paio, potrete usarli come "bacchette" per maneggiare la pallina, ripartirla e spostarla senza che vi si spalmi sulle dita (almeno questa è la mia idea)
.- dovendo costituire le dosi di resina da assumere basandovi sul peso della pianta *a secco*, vi consiglio di pesare accuratamente il quantitativo che andrete a mettere in infusione, così da poter poi lavorare per proporzioni; io, per esempio, avendo messo in infusione ~10g di Calea, e volendo iniziare con una dose equivalente a 2g di "materiale asciutto", dovrò ripartire la resina risultante in cinque parti uguali
.- quando mettete la pirofila sul termosifone, mettetele sotto una tovaglietta ripiegata per favorire il trasferimento del calore a tutta la superficie della base (stoffa batte aria, anche se acqua batte stoffa)

E' tutto, per ora.
Il prossimo aggiornamento ci sarà (con tanto di foto) quando raccoglierò il frutto delle mie fatiche e un altro ancora arriverà non appena avrò testato sulla qui presente cavia da laboratorio gli effetti della resina (ma senza foto!).


PS: come al solito vi esorto calorosamente ad intervenire per commentare, dire la vostra e suggerire qualsiasi accorgimento o variazione al metodo che vi possa venire in mente. Grazie.


UPDATE: la quantità di alcol residua nella pirofila è ormai ridotta a circa un millimetro o due (dove prima erano oltre cinque) e si nota subito un'ombra di qualcosa che sembra sabbia molto fine, come una spolverata di fondi di caffè, sul fondo. Inoltre, l'alcol stesso sembra più denso e viscoso, che suppongo sia proprio ciò che deve succedere.
Ormai i termosifoni sono spenti da un pezzo, il che rende plausibili le circa dieci ore trascorse e il fatto che ci sia ancora da aspettare.
Per domani mattina dovrebbe essere evaporato del tutto o quasi; almeno spero, perché non vedo l'ora di andare avanti con questa cosa.


UPDATE: non è assolutamente necessario, agitare l'infuso prima di filtrarlo per portare la parte solida in sospensione. E' molto più pratico versare l'infuso nel filtro evitando di smuovere il deposito sul fondo. Questo accelererà discretamente il filtraggio.
Nel frattempo potete usare un cucchiaio per *spremere* la parte solida rimasta sul fondo del contenitore per tirarne fuori quel poco di liquido che ancora vi è rimasto e versarlo nel filtro.
Una volta che il filtraggio del liquido è finito, si può versare anche la parte solida nel filtro e quindi strizzare ben bene per cavarne fuori l'ultimo mezzo cucchiaio di infuso che ancora trattiene.
Ho provato questo metodo con il nuovo lotto e funziona alla grande. Ve lo consiglio, rende tutto molto più pratico.
 
Eccoci al tanto atteso momento; o a quello subito precedente, a seconda di cosa stavate attendendo.

Oggi, intorno all'ora di pranzo, finalmente l'alcol si era quasi completamente asciugato (giusto qualche goccia residua) e, tempo di uscire a far ripartire una vecchia Panda, il deposito di resina era praticamente secco; che il diavolo mi porti, però, per la mia poca lungimiranza.

Spiegazione.
Purtroppo non avevo tenuto conto del fatto che una resina, per sua natura, è terribilmente appiccicosa, il che ha reso il lavoro di *raccolta* una penitenza da flagellante. Lì per lì ho perso di vista il mio compito di relatore e non ho pensato a far foto, ma poco importa, perché ho intenzione di mettervi in guardia contro il mio stesso errore così che non dobbiate caderci anche voi.
L'idea di mettere l'infuso ad asciugarsi dentro ad una pirofila per favorire l'evaporazione era perfettamente sensata e ha funzionato bene, ma purtroppo la resina ha formato un velo finissimo sul fondo diventando quasi impossibile da scrostare in modo efficiente anche con l'uso degli abbassalingua. Questo mi ha costretto a versare un po' d'alcol per discioglierla nuovamente così da poterla spostare in un contenitore più adatto.
Per ovviare al problema della "Crustae Diabolica" ho pensato di coprire il fondo del nuovo contenitore con della pellicola per alimenti, così da rendere la successiva raccolta un mero esercizio di *raschiatura dello Stracchino* (come potete vedere in foto).
Voir la pièce jointe 16686


Dentro a questa coppetta, però, temo che ci vorrà una discreta quantità di tempo, prima che l'estratto di palude si disidrati sufficientemente, perciò sto pensando di prendere un altro contenitore simile alla pirofila avendo però il buon senso di ricoprirne il fondo piatto con la pellicola.
Ebbene sì, sembra che dovrò aspettare almeno un'altra mezza giornata come minimo, prima di potervi mostrare il risultato finale, ma già ora posso anticiparvi le mie impressioni: non fa resistenza come la resina di pino e probabilmente non è nemmeno altrettanto appiccicosa, ma vi consiglio caldamente di toccarla a mani nude per evitare di sporcare di verde mezzo mondo; alla fine, quando sarà ancora un po' umida, la resina di Calea si presenterà come una sostanza pastosa, infida, dall'odore forte e di un verde così scuro da sembrare nero. L'uso di stecche di legno tipo abbassalingua per raschiarla e muoverla è altamente consigliato.

A più tardi (o a domani?) per il prossimo aggiornamento con tutte le foto del caso.


UPDATE: cinque ore dopo, il contenuto della coppetta ricorda ormai della pece particolarmente liquida (per essere pece!) e l'odore assomiglia a quello di un Centerbe.


UPDATE: ormai ci siamo quasi, ma in casa stiamo spegnendo i termosifoni, per cui mi sono dovuto ingegnare per mantenere una fonte di calore moderato sotto alla coppetta per cercare di accelerare l'evaporazione della parte alcolica. Ebbene, non sono riuscito a pensare a niente di meglio del mio router, che in effetti è perennemente acceso e perennemente caldo (non troppo); ci ho messo sopra la coppetta e, tanto per incrementare un po' la temperatura, ci ho messo sopra una scatola vuota di "cotton fioc". Prego notare i due forellini sul fondo della scatola che dovrebbero favorire la volatilizzazione dell'alcol pur garantendo un certo ristagno di calore.
Voir la pièce jointe 16687
 
Siiiiiiì! Finalmente abbiamo qualcosa che si può definire un "prodotto finale".

Allora.
Alla fine ho deciso di non spalmare quell'infido catrame verde su una superficie più ampia per farlo asciugare completamente e invece l'ho lasciato nella coppetta sul mio router finché non ha smesso di *andarsene in giro* quando inclinavo il contenitore. A quel punto l'ho rigirato un po' con un abbassalingua per esporre la parte ancora umida sotto alla pellicina asciutta (così da far evaporare ancora un po' di alcol/acqua) e oggi pomeriggio mi sono finalmente deciso a "lavorarla".

Esternamente la resina si presentava abbastanza asciutta, mentre dentro era ancora morbida e viscosa; proprio come succede con quella di pino quando è ancora relativamente fresca. L'uso dei due abbassalingua per gestire la pallina e raschiare i residui dalla pellicola si è rivelato vitale, altrimenti ci sarebbe stato di che impiastrarsi di verde fino alle orecchie. Altresì, la scelta della pellicola per alimenti come materiale per contenere la resina ha dato buoni frutti, rendendo la raschiatura decisamente più facile.
Una volta tirate su anche le briciole con ragionevoli risultati, ho spostato la pallina su di un rettangolo di pellicola pulito e strutturalmente meno provato per pesarla e calcolare quindi le dosi. Voglio tranquillizzarvi dicendovi che, nelle due foto sottostanti, quella di sinistra rappresenta solo una raschiatura preliminare e vi assicuro che mi sono dato molto da fare per raccogliere ulteriori residui dalla pellicola (operazione abbastanza pratica). Un'ulteriore nota per farvi presente che dal peso indicato sulla bilancia bisogna togliere ~0,3g per la pellicola.
Voir la pièce jointe 16699


Finito di pesare la pallina di resina, mi sono fatto qualche rapido calcolo a mente per la costituzione delle dosi (calcolate in cinque parti uguali), passando poi alla ripartizione vera e propria; operazione che non è stata delle più semplici, dovendo spezzettare la pallina più e più volte in parti sempre più piccole per equilibrare il peso tra le varie razioni.
E, in effetti, anche così non sono riuscito ad avere dosi tutte uguali, che quindi spaziano da un discreto ~0,35g ad un rispettabile ~0,41g; ovviamente, le ho messe in ordine crescente di peso e le assumerò seguendo proprio quest'ordine nei prossimi giorni via via che testerò la sostanza.
Nelle foto sottostanti potete vedere la pesatura della prima dose e le cinque dosi complete di pellicola per *blisterarle* ed evitare così che si riappiccichino l'una all'altra.
Voir la pièce jointe 16700


Consiglio vivamente l'ausilio di un piccolo taglierino per aiutarvi a scrostare dagli abbassalingua preziosi residui di resina. Durante la lavorazione è abbastanza facile staccare i residui più voluminosi aiutandosi con le sole stecche di legno, ma alla fine ve le ritrovere comunque spalmate di un sottile strato che vorrete senz'altro recuperare; ed è qui che il taglierino (usato sfruttando la *schiena* della lama piuttosto che la lama vera e propria) dimostra tutta la sua utilità.
Un altro accorgimento che ritengo cruciale è quello di utilizzare sempre, sempre, sempre fogli di pellicola *quadrupli*, ovvero ripiegati su loro stessi per dare rigidità e resistenza al materiale così che non tendano ad accartocciarsi e che non si strappino durante le operazioni di raschiatura (da fare rigorosamente solo con le stecche di legno, niente taglierino!).

Per ora è tutto.
Stasera tirerò fuori la prima dose (quella da ~0,35g), la affusolerò un po' per infilarla in una capsula di gelatina e poi andrà come deve andare; ma speriamo comunque che vada bene.
A domani per il prossimo aggiornamento.


PS: è evidente che le operazioni svolte finora per arrivare a questo risultato sono state ripensate diverse volte in itinere, il che ha influito moltissimo sull'efficienza dell'intero metodo.
Posizionare la pellicola sul fondo della pirofila fin dall'inizio, per esempio, avrebbe evitato fastidiose aggiunte di alcol e reso superfluo il trasferimento del liquido; e ho anche realizzato che, al momento di versare l'infuso nel filtro, avrei potuto benissimo evitare di smuovere la parte solida sul fondo, che comunque non avrebbe trattenuto le sostanze già dissolte nell'alcol.
Insomma, se i test sugli effetti daranno buoni risultati, il prossimo lotto di produzione potrebbe facilmente presentarsi leggermente più abbondante e meno difficile da lavorare.
Sto anche pensando di riscrivere l'intero procedimento sotto forma di un unico PDF con nuove foto a mostrare le varie fasi nella loro forma più efficiente. Si vedrà.


UPDATE: è ufficiale che *blisterare* le dosi singolarmente non è per niente una buona idea; l'alcol e l'acqua presenti nella resina continuano ad evaporare costantemente e rinchiudere le palline nella pellicola li fa ristagnare, con il risultato che la resina torna ad essere appiccicosa anche all'esterno. Il che non aiuta a maneggiarla affatto!
Quindi scordatevi la cosa del *blisterare* e limitatevi ad appoggiare le palline in un posto che sia contemporaneamente al riparo dalla polvere [e] aerato.
Un esempio potrebbe essere una coppetta di ceramica, tipo quella che ho usato per l'essiccazione, coperta con un tovagliolo di carta. La carta porosa del tovagliolo favorirà la traspirazione assorbendo l'umidità originata dalle palline e allo stesso tempo terrà alla larga la polvere. Come vi suona?


UPDATE: ho avuto un'idea. Ripartendo la resina in palline grandi quanto grani di sale grosso, uno potrebbe costituirsi le dosi in maniera molto più flessibile; basterebbe aggiungere e togliere palline sulla bilancia fino ad arrivare al peso desiderato.
In più, diminuendo drasticamente le dimensioni delle palline, la disidratazione è più rapida.
L'unica nota negativa è che bisognerebbe ricordarsi di ripesare ogni volta l'intera riserva in modo da ricostruire le proporzioni via via che la resina perde peso a causa dell'evaporazione dell'alcol residuo. Un'idea da valutare.


UPDATE: come non detto, per quanto riguarda l'essiccazione delle palline di resina. Meglio lasciarle all'aria aperta, magari sopra un velo di pellicola da alimenti giusto perché non si incollino sul fondo del contenitore. Purtroppo sembra che qualsiasi sia il livello di traspirazione, il semplice fatto di non essere a diretto contatto con l'aria esterna le rende molli e appiccicose in maniera esasperante.
 
Eccoci qua. Era questo, il momento che stavamo tutti aspettando, quello dove io vi rendo partecipi dei risultati di tanto duro lavoro.

Tagliamo corto: funziona!! :rock:

Ieri sera (o forse è meglio dire ieri notte), intorno alle 3:00, ho preso la mia piccola pallina di resina, l'ho maneggiata per dargli una forma oblunga e poi l'ho inserita in una capsula vuota; poi un bel sorso d'acqua e giù.

Ho aspettato circa 30 minuti, prima di coricarmi, così da evitare che la posizione orizzontale e il rilassamento del corpo interferissero con lo scioglimento della capsula e l'inizio della digestione della resina.
Passati i 30 minuti mi sono coricato che già iniziavo a sentire vagamente salire i soliti effetti, soprattutto il torpore e il rilassamento. Tempo altri 10 minuti, credo, e mi sentivo già pronto per fare il cadavere professionista, perché il corpo era completamente rilassato e il *volume* delle sensazioni fisiche si era abbassato moltissimo.
Non c'è assolutamente confronto con la semplice polvere. A conti fatti, ho mandato giù l'equivalente di ~1,8g di Calea secca, eppure ho avvertito gli effetti di un quantitativo almeno cinque volte maggiore, forse anche di più, e con una curva di *salita* assai più ripida.

A quel punto mi sono lasciato andare, cosciente del fatto che le prime ore di sonno mi sono inutili, per quanto riguarda i sogni (e infatti non ne ricordo affatto); poi, dopo sei ore circa, mi sono dovuto alzare per andare al bagno e quindi sono tornato sotto alle coperte.
Il rilassamento e il torpore persistevano, anche se attenuati, e facevo fatica a riprendere sonno (che nel mio caso è un fatto normale, indipendente dalla Calea). Poi, dopo un tempo che non sono in grado di quantificare, ecco la ricompensa!

Ero coricato di lato e semicosciente, quando ho cominciato ad avvertire i tipici sintomi di una OOBE in arrivo (almeno per quel poco che le ho sperimentate finora), ovvero un forte rumore come di cimbali nelle orecchie e un generale formicolio sotto pelle molto simile a quello di quando si *addormenta* un arto.
Tempo pochi secondi ed ero fuori dal letto (con estrema facilità!); ed ero già in parte conscio del fatto che non era il mio corpo reale, che stavo muovendo. Sono uscito dalla stanza e, arrivato in soggiorno, mi sono convinto del tutto che stavo sognando. Vi risparmio i dettagli, il punto è solo il fatto che mi sono reso subito conto dell'impossibilità di certi elementi, ne sono diventato cosciente all'istante.
Così, a occhio, direi che questo *stato* è rimasto stabile per almeno due o tre minuti e poi mi sono ritrovato di nuovo nel mio letto; ma poco dopo ecco un'altra ondata e sono *uscito* di nuovo. E di nuovo due o tre minuti a spasso per la casa e il giardino a fare cose impossibili.

Ho fatto dentro e fuori *dal letto* almeno cinque o sei volte e l'ultima ne sono stato praticamente sbalzato fuori, come se ci fossero state delle molle nel mio corpo fisico.
Poi purtroppo, il sonno è passato da instabile a leggero e niente, a quel punto mi sono semplicemente alzato (dieci ore e mezza dopo essermi coricato!)

Sono emozionatissimo, ma a questo punto vorrei anche rendere le prossime esperienze più efficienti, più stabili. E poi vorrei anche rendere più vivide le immagini perché, come sempre mi succede in queste pseudo-OOBE, tutto è come velato di nero e il campo visivo è ridotto.
Chissà, forse interrompendo il sonno dopo circa cinque ore nel bel mezzo di una fase REM? Oppure assumendo la resina dopo alcune ore, in modo da concentrare il picco nelle fasi di sonno più fruttuose per quanto riguarda i sogni? O, ancora, provando ad assumere della melatonina insieme alla resina per cercare di rendere più stabile il sonno mattutino?

Non so decidermi, ho bisogno che qualcuno mi consigli, please!!!!

In ogni caso, la prima cosa da fare a questo punto è preparare subito dell'altro infuso perché, se vogliamo farci i conti in tasca, ho abbastanza dosi rimaste giusto per coprire i tempi di produzione del prossimo lotto.

Vi prego, fatevi sentire!! Fate domande, proponete dosaggi e tempistiche, commentate in qualche modo! A questo punto ho bisogno di tutti gli input possibili per migliorare l'esperienza!


Grazie.
 
Non avevi deciso di abbandonare la melatonina perché inibiva la calea?
 
BlueFire a dit:
Non avevi deciso di abbandonare la melatonina perché inibiva la calea?

Sì, ma i rilevamenti fatti con la polvere sono diventati obsoleti, ora che la resina ha dimostrato le vere potenzialità della Calea.
E' possibile che la melatonina, abbassando i ritmi metabolici, rendesse il già lento assorbimento dei contenuti della polvere ancora più lento. La resina, invece, è concentrata e ad assorbimento diretto.

Tutt'al più potrebbe essere una buona idea assumere prima la resina, quindi aspettare una quindicina di minuti, e poi mandar giù anche la melatonina; questo dovrebbe dare allo stomaco tempo sufficiente per scomporre la capsula e dare un primo attacco alla resina mentre la melatonina è ancora in alto mare.
Anzi, ancora meglio, si potrebbe incapsulare anche la melatonina! Quindi sarebbe resina incapsulata -> 15 minuti -> melatonina incapsulata. Per quando la capsula della melatonina si sarà sciolta, la resina avrà già avuto i suoi 30 minuti circa per cominciare ad essere assorbita.

Qualcuno vuole dire la sua?
 
Ciao Zehyro,
sicuramente mi sono perso qualche piccola cosa tra un post e l'altro perché li ho letti tutti di filata. Gran bel lavoro che andrò probabilmente in futuro a copiarti!
Solo un paio di considerazioni.

Non credo ci sia bisogno di alcool a 95 gradi. Se normalmente si fa una tisana vuol dire che buona parte dei principi attivi è solubile in acqua, quindi diminuirei la gradazione almeno a 70.
Se poi hai conservato la calea di scarto dall'estrazione potresti provare a fare la stessa cosa con dell'acetone (non serve tanto tempo, mezza giornata è già grasso che cola) e vedere se anche lui riesce a prendere qualcosa. In genere è meno selettivo e più "aggressivo" a livello di estrazione, cosa che rappresenta il suo potere ma anche il suo svantaggio (tira su troppi olii e clorofilla e sostanze che non ci servono).
Considerando la complessità chimica dei principi attivi io un tentativo lo farei, e se tiri su qualcosa con l'acetone probabilmente basta quello anche per le prossime volte. Porteresti il tempo di infusione ad un paio di giorni, volendo fare un paio di passate di acetone, e i tempi di evaporazione a poche ore, oltre a tirare su di più.

Per quanto riguarda il grattar via e fare asciugare ti consiglierei contenitori in vetro bassi bassi, facili da grattar via, e più che un raschialingua userei le lame di taglierino.
Considera anche che se aspetti che la resina si secchi per bene diventerà meno appiccicosa.

Peraltro, lo so che a volte questa cosa incontra dell'opposizione, ma a quanto ho capito uno dei tuoi problemi principali è la digestione, dovendo avvenire giustamente durante il sonno. Ma ora che hai a tua disposizione uno strumento magico come la resina, una volta aspettato che sia ben secca, perché non provare la via rettale, magari iniettando nel retto anche un poco di acqua calda dopo aver messo la pallina di resina, così da farla sciogliere e assorbire molto più in fretta?
Bypasseresti la fase dello stomaco che tanto in genere non è lì che le sostanze si assorbono, e avresti molto più controllo sui tempi di salita che nell'intestino sono sempre uguali, a patto che sei andato in bagno prima dell'assunzione.

Grande lavoro, continua così!
 
Com'era giusto che facessi, mi sono imposto di tentare nuovamente il mix melatonina+Calea, ma purtroppo devo confermare che i due non hanno speranze di condurre una convivenza prolifica insieme.

Ieri sera, una ventina di minuti prima di coricarmi, ho mandato giù una compressa di melatonina con l'intenzione di svegliarmi circa cinque ore dopo (nel mezzo di una fase REM) per somministrarmi una capsula di resina di Calea.
Per qualche strano motivo che mi sfugge completamente, però, mi sono svegliato prima, circa quattro ore dopo essermi coricato, e così ho deciso di approfittarne per alzarmi e mandar giù la resina.

E niente.
Nessun sogno vivido, niente pseudo-OOBE, niente; solo un lungo e riposante sonno. Magari è il mio organismo che ha una biochimica tutta sballata, ma non c'è verso che melatonina e Calea (anche se sotto forma di resina) combinino qualcosa di utile insieme.
Una dose di resina sprecata.

Se non altro, ieri sera ho messo in infusione il doppio di Calea in polvere del primo lotto, ovvero 20g in 200g di alcol ed entro il tre di aprile (il quattro al più tardi) dovrei avere pronta abbastanza resina per altre 9-10 dosi.
E poi sarà anche ora di ordinare una nuova bustona di Calea, perché questa si sta avvicinando velocemente al fondo.

Non sono sicuro che il prossimo test, che dovrebbe prevedere una capsula di resina dopo circa cinque ore di sonno, avverrà già stanotte, perciò non mi voglio sbilanciare annunciando il prossimo aggiornamento per domani.
Direi, però, che al più tardi dovreste avere di nuovo mie notizie per dopodomani.


Grazie.

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DA QUI INIZIA LA RISPOSTA AL POST DELL'UTENTE [vekubr]

vekubr a dit:
[....]Non credo ci sia bisogno di alcool a 95 gradi. Se normalmente si fa una tisana vuol dire che buona parte dei principi attivi è solubile in acqua, quindi diminuirei la gradazione almeno a 70.
Se poi hai conservato la calea di scarto dall'estrazione potresti provare a fare la stessa cosa con dell'acetone (non serve tanto tempo, mezza giornata è già grasso che cola) e vedere se anche lui riesce a prendere qualcosa. In genere è meno selettivo e più "aggressivo" a livello di estrazione, cosa che rappresenta il suo potere ma anche il suo svantaggio (tira su troppi olii e clorofilla e sostanze che non ci servono).
Considerando la complessità chimica dei principi attivi io un tentativo lo farei, e se tiri su qualcosa con l'acetone probabilmente basta quello anche per le prossime volte. Porteresti il tempo di infusione ad un paio di giorni, volendo fare un paio di passate di acetone, e i tempi di evaporazione a poche ore, oltre a tirare su di più.

Per quanto riguarda il grattar via e fare asciugare ti consiglierei contenitori in vetro bassi bassi, facili da grattar via, e più che un raschialingua userei le lame di taglierino.
Considera anche che se aspetti che la resina si secchi per bene diventerà meno appiccicosa.

Peraltro, lo so che a volte questa cosa incontra dell'opposizione, ma a quanto ho capito uno dei tuoi problemi principali è la digestione, dovendo avvenire giustamente durante il sonno. Ma ora che hai a tua disposizione uno strumento magico come la resina, una volta aspettato che sia ben secca, perché non provare la via rettale, magari iniettando nel retto anche un poco di acqua calda dopo aver messo la pallina di resina, così da farla sciogliere e assorbire molto più in fretta?
Bypasseresti la fase dello stomaco che tanto in genere non è lì che le sostanze si assorbono, e avresti molto più controllo sui tempi di salita che nell'intestino sono sempre uguali, a patto che sei andato in bagno prima dell'assunzione.

Grande lavoro, continua così!


Prima di tutto, grazie per l'incoraggiamento, abbiamo tutti bisogno di qualche fan che grida il nostro nome dalla platea, ogni tanto.

Poi, perdonami, ma la parola "acetone" mi fa accapponare la pelle: vorrei evitare di mescolare roba anche solo vagamente tossica a qualcosa che devo mandar giù. Presumo che, evaporato completamente, l'acetone puro non lasci praticamente niente di *brutto*, dietro di se, ma ugualmente non mi acchiappa troppo il pensiero di utilizzare un solvente per smalti. Non mi sento abbastanza audace, per certi livelli.
E non vorrei nemmeno usare un alcol meno puro, perché significherebbe una percentuale di acqua decisamente maggiore e quindi tempi di essiccazione più lunghi; e forse anche di infusione. Anche se, polverizzando la Calea nel mortaio, secondo me, già ora sono più che sufficienti due giorni (ne aspetto tre tanto per tenere fede alla ricetta).
Una nota positiva sull'acetone, però, la voglio riportare: un litro di acetone puro costa meno di un quarto di quello che ho pagato l'alcol che uso io. E' economicissimo!

Per il *gratta-e-vinci* non so che dirti. Io giurerei che la parte che ero andato a grattare inizialmente fosse più che ben asciutta, era appena un velo di sporco sul vetro della pirofila, ma faceva comunque una certa resistenza. Mah.

L'opposizione incontrata dalle supposte è notoriamente chiamata "sfintere"....no, scherzo! Lo ammetto, non mi solletica minimamente il pensiero di spingermi qualcosa di verde su per il sedere, e tantomeno di dovermi somministrare un principio di clistere per favorirne il discioglimento.
Inoltre, data la mia irregolarità, l'accorgimento di [andare al bagno prima della somministrazione] non ha alcuna speranza di verificarsi in maniera tempestiva.

In ogni caso, tutti ottimi consigli che qualcuno più intrepido (e regolare) di me potrà raccogliere e mettere in pratica, possibilmente riportando qui tutte le sue esperienze con le varianti del metodo. Sarebbe *resina che cola*.


PS: tutti quelli che hanno intrapreso la via della resina convengono sul fatto che l'infusione in acqua bollente non dà nemmeno lontanamente gli stessi risultati di un'infusione alcolica ad alta gradazione. L'alcol discioglie moooooolto più principio attivo, evidentemente.
E comunque, vuoi mettere mandar giù meno di mezzo grammo di resina incapsulata contro il dover ingurgitare un'intera tazza di quella che probabilmente è la tisana più amara della storia dell'umanità?
 
Io all'epoca che la testai fui decisamente poco accorto ma sarebbe bastato leggere wikipedia per rendermi conto che una massima parte delle sostanze attive nella calea zacatechichi sono lipofile (quindi insolubili in acqua ma solubili in alcool), in particolare i sesquiterpeni. Questo giusto per dare un valore aggiunto a ciò che dici, la tisana è buona fondamentalmente per farsi del male e per grandi scherzi agli amichetti =D

Se non te la senti non procedere, però l'acetone te lo dico per esperienza personale di davvero tanto tempo ed esperienze altrui, evapora tutto, non lascia residui ed è rapido. Puoi fare il test in un barattolino di vetro, ci metti un po' di acetone e lasci ad asciugare e vedi quando è evaporato se ci sono residui.
Poi c'è la manna dal cielo che ha un odore davvero molto forte, quindi si capisce al volo se ce ne è anche solo un decimo di milligrammo!

Comunque va bene, ci si accolla qui la responsabilità di continuare in questa direzione e testare l'approccio rettale, devo solo vedere dove ho messo quella busta con la calea!
 
vekubr a dit:
[....]Se non te la senti non procedere, però l'acetone te lo dico per esperienza personale di davvero tanto tempo ed esperienze altrui, evapora tutto, non lascia residui ed è rapido. Puoi fare il test in un barattolino di vetro, ci metti un po' di acetone e lasci ad asciugare e vedi quando è evaporato se ci sono residui.
Poi c'è la manna dal cielo che ha un odore davvero molto forte, quindi si capisce al volo se ce ne è anche solo un decimo di milligrammo!

Comunque va bene, ci si accolla qui la responsabilità di continuare in questa direzione e testare l'approccio rettale, devo solo vedere dove ho messo quella busta con la calea!

In alternativa all'acetone avevo pensato all'alcol isopropilico, proprio per il fatto dei residui inesistenti, ma una rapida occhiata ai prezzi di Amazon mi ha subito fatto cambiare idea. Costa quanto l'alcol che ho comprato io se non di più!
Ma comunque, l'odore stesso dell'acetone è forse il mio più grande ostacolo, perché, vi ricordo, non vivo solo e già così è tanto che non mi piovano addosso critiche dai coinquilini. Non riesco proprio a immaginare di mettere due bicchieri buoni di acetone ad evaporare sotto i loro nasi criticoni.

Comunque, che dire? Buona fortuna con "la supposta marziana".
Ci scherzo su, ma sono proprio curioso di sapere come va. Ti metto anche un [like] come suppos...supporto morale.
 
In realtà, questo è un falso aggiornamento. Purtroppo, in questi giorni sto avendo un fastidio allo stomaco che mi impedisce di dormire come si deve.

La notte scorsa, infatti, sono andato a dormire con una stanchezza incredibile addosso che erano circa le undici, ma mi sono svegliato dopo appena due ore con questo fastidio e non mi è più riuscito di addormentarmi fin verso le sei passate.
Poi mi sono coricato nuovamente e ho dormito per circa quattro ore filate; a quel punto, nonostante il mio stato fisico e mentale, ho deciso di tentare ugualmente di assumere una dose di resina, ma il sonno che ne è seguito è stato troppo leggero.

La resina mi ha senz'altro aiutato a uscire riposato e rilassato dalle ore che sono seguite la somministrazione, ma non ero in uno stato tale da permettermi di raggiungere una fase REM. Di fatto, sono state ore di pensieri semi-coscienti e cambi di posizione relativamente frequenti.

E' probabile che non ci sarà un nuovo aggiornamento fino a dopodomani (o forse addirittura il giorno dopo), perché devo assolutamente tornare ad un ciclo sonno-veglia più normale e questo significa melatonina; la quale, come ormai è appurato, annulla la parte onirogena degli effetti della Calea.

E chissà, magari tornare a fare esercizio fisico e meditazione.....?


UPDATE: lasciate perdere le capsule di gelatina, servono solo a dar fastidio, molto meglio mandar giù la pallina mescolandola ad un bolo. Bagnate un paio di biscotti, masticateli ben bene inzuppandoli di saliva finché non si fa forte il riflesso di ingoiarli e poi mettetevi in bocca la pallina proprio nel mezzo della poltiglia; un rapido movimento di lingua per *seppellirla* e poi giù in un colpo solo.
Se vi muovete bene, quasi non sentirete il sapore della resina (che è tremendo!) e non avrete quella fastidiosa sensazione di avere qualcosa bloccato in gola che sempre accompagna l'assunzione di compresse e capsule. O almeno, questo è il mio tormento.....sono l'unico?
 
Qualche giorno di pausa e ripristino secondo me non può che far bene, anche per tenere "pulite" le risposte fisiologiche e renderle ripetibili. Tanto nessuno ti corre dietro, e pure se ti corrono dietro ci stiamo ingegnando la coilgun no? =D

Poi ti capisco, anche io ultimamente sto dormendo poco e in quanto ad esercizio fisico quando torno dal bagno e mi risiedo alla mia postazione ho il fiatone.

Riguardo la melatonina io credo ne parlai in un altro topic, comunque credo che renda i sogni più facili da ricordare e dà interessanti sensazioni soprattutto nelle fasi non-REM, però i sogni sono troppo morbidi, troppo "dolci" e mi scivolano tra le dita quando provo a renderli lucidi.
Non si presta al sogno lucido, per me, anche se è una manna per la sindrome da fuso orario.
La provai anche con lo stramonio e anche lì posso confermare che non interagiscono bene, lo stramonio sembrava davvero offeso dalla presenza della melatonina, i due effetti facevano a botte. Una fase REM davvero faticosa, al risveglio ho dovuto farmi un pisolino =D.

Queste sono tutte osservazioni personali e ovviamente potrebbero non essere valide per chiunque altro, però metterei da parte la combo calea-melatonina (anche se darei un tentativo a stramonio-calea)
 
bellissimo post,non sono riuscito a leggere tutto per ragioni di tempo, ma stai pur certo che rimedierò quanto prima!!!

anche perchè è da tempo che voglio provare la calea ma non ho mai avuto il piacere di trovarla in italia, e onestamente dato il periodo parecchio impegnato non ho avuto nemmeno voglia di informarmi sulla sua legalità per eventualmente mandarla a prendere e dove


per quello che riguarda il tuo dubbio:
Zehryo a dit:
Sono emozionatissimo, ma a questo punto vorrei anche rendere le prossime esperienze più efficienti, più stabili. E poi vorrei anche rendere più vivide le immagini perché, come sempre mi succede in queste pseudo-OOBE, tutto è come velato di nero e il campo visivo è ridotto.
Chissà, forse interrompendo il sonno dopo circa cinque ore nel bel mezzo di una fase REM? Oppure assumendo la resina dopo alcune ore, in modo da concentrare il picco nelle fasi di sonno più fruttuose per quanto riguarda i sogni? O, ancora, provando ad assumere della melatonina insieme alla resina per cercare di rendere più stabile il sonno mattutino?
Non so decidermi, ho bisogno che qualcuno mi consigli, please!!!!

io avrei due idee per "massimizzare"

considerando che le fasi rem ogni volta diventano sempre più lunghe, io ti consiglierei di evitare di prendere la calea prima di andare a dormire perchè magari rischi di "sprecarne" l'effetto nel suo picco, e magari di svegliarti dopo 2-4 ore, e procedere all'assunzione.
questo se magari già sai che puoi dormire 8-9 ore.

se hai un tempo più "risicato", prendi la calea prima di andare a dormire, ma prova a puntarti una sveglia dopo circa 90-120 minuti dall'addormentamento,aspetta un pochino, magari leggi qualcosina sui sogni lucidi, immagino avrai un libro :) giusto quei 5-10 minuti per prendere coscienza del tuo intento e torna a letto.


tienici aggiornati!!
 
vekubr a dit:
Qualche giorno di pausa e ripristino secondo me non può che far bene, anche per tenere "pulite" le risposte fisiologiche e renderle ripetibili. Tanto nessuno ti corre dietro, e pure se ti corrono dietro ci stiamo ingegnando la coilgun no? =D

[....]

Riguardo la melatonina io credo ne parlai in un altro topic, comunque credo che renda i sogni più facili da ricordare e dà interessanti sensazioni soprattutto nelle fasi non-REM, però i sogni sono troppo morbidi, troppo "dolci" e mi scivolano tra le dita quando provo a renderli lucidi.
Non si presta al sogno lucido, per me, anche se è una manna per la sindrome da fuso orario.
La provai anche con lo stramonio e anche lì posso confermare che non interagiscono bene, lo stramonio sembrava davvero offeso dalla presenza della melatonina, i due effetti facevano a botte. Una fase REM davvero faticosa, al risveglio ho dovuto farmi un pisolino =D. [....]

Sì, infatti l'ho pensato anche io, lasciare che ogni residuo si disperda è un buon modo anche per evitare l'assuefazione, che è la nemica giurata di chiunque sia impegnato nella sperimentazione di nuove sostanze o abbia sviluppato un amore profondo per una *vecchia conoscenza*.
Però, qualcuno che mi corre dietro ce l'ho, ovvero me stesso! Sono troppo impaziente di trovare il mio personale "sweet spot", di riuscire a rendere l'esperienza ripetibile basandomi su parametri assoluti. Ho una mente meccanica all'eccesso, mi piace smontare le cose e capire come funzionano per poi rimontarle magari rendendole più efficienti. Ho persino il sospetto che sia proprio questa mia peculiarità a mettermi i bastoni tra le ruote quando tento la WILD o altre tecniche che richiedono un rilassamento mentale oltre che fisico.
Sono il mio peggior nemico.

Per la coil-gun, in realtà, non sto andando da nessuna parte, perché ancora non mi ha risposto nessuno. E' un gingillo fichissimo, perché nessuno si interessa nemmeno un pochino?

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pey a dit:
[....] anche perchè è da tempo che voglio provare la calea ma non ho mai avuto il piacere di trovarla in italia, e onestamente dato il periodo parecchio impegnato non ho avuto nemmeno voglia di informarmi sulla sua legalità per eventualmente mandarla a prendere e dove

[....]

considerando che le fasi rem ogni volta diventano sempre più lunghe, io ti consiglierei di evitare di prendere la calea prima di andare a dormire perchè magari rischi di "sprecarne" l'effetto nel suo picco, e magari di svegliarti dopo 2-4 ore, e procedere all'assunzione.
questo se magari già sai che puoi dormire 8-9 ore.

se hai un tempo più "risicato", prendi la calea prima di andare a dormire, ma prova a puntarti una sveglia dopo circa 90-120 minuti dall'addormentamento,aspetta un pochino, magari leggi qualcosina sui sogni lucidi, immagino avrai un libro :) giusto quei 5-10 minuti per prendere coscienza del tuo intento e torna a letto.[....]

Allora!
Buona notizia per te: la Calea Ternifolia, meglio conosciuta dai *praticanti* come Calea Zacatechichi, è perfettamente legale in Italia.
Per quanto ho letto non riesce a nascere dal seme, nel nostro clima, ma non ha grossi problemi a prosperare partendo dalla pianta, magari con l'accorgimento di non lasciarla fuori nelle gelate invernali.
Io ho acquistato foglie e fiori secchi da un negozio online americano che vende questo genere di cose con spedizioni anche internazionali. Il prezzo è stato di 17$ per 112g (che se ben sfruttati sono tanti, fidati), ma purtroppo i costi sono triplicati per via della spedizione e delle spese doganali. Scemo io, poi, che alla domanda dell'ente para-doganale che mi ha contattato ho risposto che l'avrei usata per ingerirla. Avrei dovuto dire che era per farne un incenso o qualsiasi altra cacchiata, che poi sarebbe stato perfettamente in linea con ciò che i ragazzi del negozio online scrivono sull'etichetta esterna ("non per uso umano"); e questa distrazione mi è costata un altro bel gruzzolo per dei controlli di laboratorio (errore che non ripeterò al prossimo ordine!!).

Per quanto riguarda il fatto di rimandare l'assunzione delle palline di resina a qualche ora dal momento in cui mi corico, questo è un argomento che è già stato discusso ed è già inserito tra i vari protocolli di sperimentazione (quanto me la tiro con i paroloni, ragazzi!). Anzi, di fatto, la prossima somministrazione (che potrebbe essere giusto questa notte) prevede appunto di mandar giù una pallina dopo circa 4-5 ore di sonno.
E di tempo per stare sotto alle coperte ne ho quanto ne voglio perché, ahimè, sono disoccupato.

Comunque ti consiglio di cominciare a leggere quello che ho scritto a partire da qui e seguendo gli [UPDATE] che ho aggiunto di volta in volta in fondo al post (quelli che ti possono interessare, almeno), così puoi vedere i metodi che ho già sperimentato e magari darmi qualche dritta per modificare quelli che ti sembrano più promettenti.

Ah, un appunto che ho intenzione di aggiungere come [update] nel precedente aggiornamento: lasciate perdere le capsule di gelatina, servono solo a dar fastidio, molto meglio mandar giù la pallina mescolandola ad un bolo. Bagnate un paio di biscotti, masticateli ben bene inzuppandoli di saliva finché non si fa forte il riflesso di ingoiarli e poi mettetevi in bocca la pallina proprio nel mezzo della poltiglia; un rapido movimento di lingua per ricoprirla e poi *glom*, giù andare.
Se vi muovete bene, quasi non sentirete il sapore della resina (che è tremendo!) e non avrete quella fastidiosa sensazione di avere qualcosa bloccato in gola che sempre accompagna l'assunzione di compresse e capsule. O almeno, questo è il mio tormento.....sono l'unico?


EDIT: per chi è interessato, in questo post ho aggiunto un [update] per una variante al metodo di filtraggio che può rendere l'operazione un po' più semplice e forse anche un pochino più rapida.
 
bella notizia davvero!!! a breve allora cercherò di informarmi, magari vedo in qualche negozio europeo cosi spero di evitarmi la dogana!!
sicuramente mi metterò a leggere dal punto che mi hai indicato!


per le tue domande sulla stabilizzazione una volta ottenuta la lucidità:
ti assicuro che sono domande che ci siamo fatti tutti noi viaggiatori onirici! (o almeno mi piace pensarla cosi) :) l'unica cosa che ti posso garantire è che migliorerai con la pratica, la tua mente appena sarà pronta saprà suggerirti il "tuo" metodo, con me è stato cosi, siamo nell'era di internet è facile cercare aiuti leggendo qui e la, ma se con pazienza aspetti, il metodo che troverai sarà il tuo, avrai molta più soddisfazione e funzionerà meglio di qualsiasi altro metodo letto in giro te lo posso assicurare! :)



un saluto!
 
Questo è un doppio aggiornamento, nel senso che è il resoconto di due somministrazioni avvenute in due giorni.
Purtroppo, nessuna delle due ha portato risultati di qualche rilievo.

La prima somministrazione, in realtà, è stata un errore di distrazione. Mi ero ripetuto per almeno mezz'ora di seguito che avrei dovuto impostare la sveglia a cinque ore dal momento in cui mi fossi coricato, ma cinque minuti dopo stavo mandando giù la pallina di resina con un biscotto; e cinque secondi dopo mi davo del cogl**ne accompagnandolo con una sonora pacca sulla fronte.
Durante la notte, poi, ho avuto necessità di alzarmi dopo pochissime ore e non ho più ripreso sonno, con il risultato che la dose è andata completamente sprecata.

La seconda, invece, è stata una decisione buttata lì, senza che fosse progettata. Mi sono svegliato dopo circa quattro ore di sonno e ho deciso di mandar giù la pallina perché mi sembrava un buon momento.
Purtroppo, il sonno che ne è seguito è stato leggero, pieno di pensieri piuttosto coerenti (privi di balzi temporali o spaziali) e con immagini e persino sensazioni fisiche piuttosto vivide, ma senza veri e propri sogni.
In compenso ho dormito in tutto quasi 12 riposanti ore, anche se nella seconda parte non è stato proprio un sonno profondo.

Lasciando perdere il disastroso risultato della prima notte, che non è dipeso dalla Calea, la seconda somministrazione sembra aver confermato un problema legato alla somministrazione "ritardata" della resina: il sonno che ne segue è molto riposante per il corpo e ancora di più per la mente, ma rende incapaci di tornare ad uno stato profondo di incoscienza e conseguentemente ad una vera e propria fase REM.

Con il prossimo lotto conto di provare con dosi dimezzate (1g equivalente) nel caso di somministrazioni ritardate e di 2,5-3g equivalenti in caso di somministrazioni serali.
Credo, inoltre, che tornerò ad utilizzare le capsule di gelatina per mandar giù la resina; sicuramente si tratta solo di una sensazione residua di qualche genere (forse più psicologica che fisica), ma ho come l'impressione che la pallina della notte scorsa mi sia rimasta incollata in gola, e questo mi sta facendo andare ai matti.


UPDATE: ho provato a lasciar seccare la resina direttamente nella pirofila, ma sembra che non finisca mai. Anche dopo ore che l'alcol ha finito di evaporare completamente, la resina sul fondo è ancora inestricabilmente appiccicosa e tutt'altro che intenzionata a farsi raccogliere. Ho dovuto, anche questa volta, reidratarla con l'alcol e travasarla in un contenitore più adatto.
In effetti, sono giunto alla conclusione che il contenitore perfetto per la fase di evaporazione dell'alcol dovrebbe avere la forma di un cono rovesciato dalla base molto larga; una sorta di bicchiere da Martini in scala 4:1. Il risultato finale in un simile contenitore sarebbe che, via via che l'alcol si volatilizza, tutta la parte "solida" si concentrerebbe in un solo punto.
Altro che raschiare un velo incrostato spesso un decimo di millimetro dal fondo di una pirofila; metà del lavoro lo farebbe la forza di gravità.


UPDATE: per chi fosse interessato, ho trovato uno smartshop online europeo che fa prezzi passabili per la Calea Zacatechichi. In proporzione costa un po' di più che a comprarla dal sito americano dove l'ho presa io, ma, a conti fatti, con la stessa cifra che ho speso per poco più di un etto (tra spedizione e tasse) ne prendi circa tre volte tanta (fanno sconti in base alla quantità ordinata).
E' un affarone e le recensioni sulla professionalità del sito sembrano ottime. Fatemi sapere.....
 
Ed eccomi di nuovo qui! Pensavate che avessi mollato l'osso? Manco per il cavolo!!

Ieri pomeriggio ho finito di asciugare e raccogliere il nuovo lotto, risultato di 20g di polvere di Calea in infusione in 200g di alcol a 95° per quasi quattro giorni (secondo me ne bastano tranquillamente due). In realtà, per un errore mio, alla fine credo di essere rimasto con l'equivalente di circa 16-17g di pianta, ma va bene lo stesso.
Dallo gnocco di resina finale (~3,3g) ho ricavato sedici dosi da ~1g equivalente (~0,20g ognuna) che ho poi incapsulato una ad una e messe in frigo.

Ieri sera ho assunto tre capsule (dunque ~3g equivalenti) aiutandomi con un bolo di pane (meglio dei biscotti) e ho aspettato circa 30 minuti prima di coricarmi. Appena ho cominciato a sentire gli occhi che si *asciugavano* mi sono steso e rilassato senza alcun proposito di partire subito per un qualche altrove, ma solo di avere un sogno lucido con uno scopo preciso.
Circa sei ore dopo mi sono svegliato per la consueta minzione mattutina e poi mi sono coricato nuovamente, questa volta cercando il rilassamento più profondo in posizione supina per poi girarmi di lato e sperare in qualche risultato di sorta.

Purtroppo, però, non sono arrivati risultati, mentre c'è stato il solito sonno lungo e poco profondo punteggiato di lunghe catene di pensieri coerenti con immagini più o meno vivide. L'unica cosa di qualche rilievo è un vaghissimo ricordo del sogno da cui mi sono svegliato dopo le prime sei ore e l'impressione che fosse stato lungo, relativamente vivido e piuttosto coerente. Tutto qui.

Erano diversi giorni che non prendevo niente e ultimamente sto anche mangiando meno, quindi credo si possa confermare (sempre provvisoriamente) che tentare il sovradosaggio per accentuare gli effetti nelle ultime ore di sonno non serva a niente. Apparentemente, l'unico risultato è di avere sogni più vividi nelle prime ore, durante il picco.
Di conseguenza, il prossimo esperimento comporterà una riduzione del dosaggio a ~1g equivalente da assumere dopo cinque ore di sonno (sempre che non mi prenda "l'attimo del cogl**ne" come l'ultima volta).

Nel frattempo, come al solito, sono tutt'orecchi per consigli, dritte e pensate varie che voleste condividere. Mi rimangono ancora 13 capsule da ~1g equivalente ognuna, il che significa un discreto numero di tentativi a disposizione per raggiungere il giusto equilibrio tra dosaggi e tempi di somministrazione.

E ora alcune note, idee e accorgimenti vari scaturiti dalla produzione del nuovo lotto:
.- anche se non ho avuto modo di testare la cosa, rimango dell'idea che un contenitore a cono rovesciato rivestito di pellicola per alimenti sarebbe l'ideale, per la fase di evaporazione
.- una fonte di calore costante e a bassa intensità come una lampadina a incandescenza di poche "candele" (o un router sempre acceso) è un *must*, se si vogliono ridurre le tempistiche di evaporazione senza che si *cuocia* il prodotto finale
.- il modo migliore di grattar via la resina dalla pellicola (così come anche dal vetro, probabilmente) sembra essere raschiare usando una stecca di legno (un abbassalingua, per esempio) con un movimento a *trascinare*
.- durante la fase di evaporazione, il liquido tende a risalire le pareti come se si arrampicasse, arrivando a spargere un sottile strato di materiale resinoso anche diversi millimetri al di sopra del livello del liquido stesso
.- dividere e incapsulare sin da subito tutta la resina in dosi a grammatura minima (di 0,5-1g equivalenti) rende più facile costituire dosaggi variabili senza doversi preoccupare del successivo cambiamento di peso dovuto alla costante evaporazione; tenere le capsule in frigo, poi, dovrebbe assicurarne l'integrità a lungo termine (probabilmente)
.- confermo che versare l'infuso nel filtro senza prima agitare il contenitore per mettere la parte solida in sospensione rende la fase di filtraggio molto più pratica e anche leggermente più veloce
.- nelle fasi finali di asciugatura, quando il liquido si fa viscoso come pece, rimestarlo di tanto in tanto con una stecca di legno per rompere la pellicola superficiale e rigirare gli strati più solidi sottosopra facilita l'ulteriore essiccazione della resina rendendola infine più solida e facile da maneggiare e suddividere

Purtroppo non sono ancora riuscito a scovare un materiale su cui la resina non si appiccichi in maniera disastrosa. Solo la pellicola per alimenti, essendo flessibile ed elastica, facilita relativamente la fase di raccolta; e la carta-forno è ottima per appoggiarci sopra lo gnocco mentre lo si ripartisce.
Di fatto, servirebbe un materiale impermeabile, che non si degradi a contatto con l'alcol e che sia refrattario alla inusitata collosità di quest'infida resina. Qualche idea?

Un'ultima cosa: sembra che l'ingestione della resina, incapsulata o meno, mi provochi un leggero disagio fisico allo stomaco che mi accompagna per alcuni giorni. E' possibile, quindi, che i prossimi aggiornamenti che posterò saranno distanziati nel tempo; potete iniziare a preoccuparvi a partire dal quinto giorno consecutivo di assenza.
Nel frattempo, se avete bisogno, postate pure tutte le domande e le idee che vi vengono in mente, che per quelle ci sono comunque.
 
Ancora niente.

Ieri sera, al momento di coricarmi, ho impostato la sveglia per suonare dopo cinque ore. Poi, stamattina quando ha suonato, mi sono alzato e ho mandato giù una capsula di resina con un bolo di pane.
Ho aspettato circa 30 minuti che la capsula si sciogliesse e iniziasse la digestione della resina e quindi mi sono coricato di nuovo.

Gli effetti minori ci sono stati tutti, ovvero il rilassamento, il distacco dalle sensazioni fisiche e gli occhi asciutti. Purtroppo, però, come al solito non ne è seguito un sonno sufficientemente profondo.
Comincio a sospettare che non dipenda dalla Calea giacché, anche quando non la assumo, il sonno mattutino raramente si può definire profondo; o, quantomeno, profondo quanto basta per arrivare ad una fase REM.
Sto sprecando materiale prezioso.

A questo punto sono aperto a qualsiasi consiglio e metodo per rendere le ultime ore a letto più proficue. Qualcuno ha una tecnica segreta tramandata dalla nonna da condividere?

Anche: qualcuno ha da passarmi un sito o un manuale per imparare le basi dello yoga? Niente gambe dietro al collo o verticali a testa in giù, solo il "saluto al sole" (o come si chiama!).


Grazie.


PS: forse farò un altro tentativo con 2g equivalenti dopo 4-5 ore di sonno, ma non nutro grandi speranze.
 
prova la WILD : Come Fare un Sogno Lucido (WILD): 6 Passaggi

ho preso un link a caso, ma se usi un pochino google troverai sicuramente descrizioni molto più dettagliate.

dato il tuo interesse per l'onironautica sicuramente come argomento non ti sarà nuovo e saprai come comportarti, se invece non ti sei mai imbattuto nella WILD, ti sconsiglio di "sprecare" la calea con questo metodo, perchè non è proprio cosi immediato come viene presentato, fai un po di pratica senza l'assunzione di nessuna sostanza, appena hai un po di confidenza anche con le sensazioni, prova ad usare la calea!

dalle tue esperienze credo che associare questa sostanza a questa tecnica potrebbe essere una combinazione vincente.
 
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