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Nella penisola arabica il caffè è noto da lungo tempo come pianta dalle proprietà meravigliose; esiste perfino un racconto, apocrifo, secondo cui il Profeta, mentre giaceva malato, avrebbe ricevuto una visita dall' Arcangelo Gabriele che gli offrì del caffè per riportarlo in salute. A causa della lunga associazione della pianta con gli Arabi, Linneo, il grande naturalista danese padre della moderna tassonomia scientifica, diede alla pianta il nome di "caffea arabica".
Quando il caffè fu portato per la prima volta in Europa esso veniva usato come cibo o come medicinale; le bacche ricche di olii venivano polverizzate e mischiate al grasso. Successivamente il caffè macinato veniva mischiato al vino e cotto per produrre quel che deve essere stato un rinfresco piuttosto intenso e stimolante. Il caffè non veniva preparato come infuso in europa fino a circa il 1100.
Anche se il caffè è una pianta del vecchio mondo che si utilizzava in certi ambienti ben prima del tè, è stato invece il tè a spianare la strada per la diffusione del caffè. Le proprietà stimolanti della caffeina del caffè e della sua stretta parente del tè, la teobromina, ne fecero le droghe ideali per la Rivoluzione Industriale: davano una spinta energetica consentendo alle persone di eseguire meglio lavori ripetitivi che richiedessero una costante concentrazione. Infatti, l'intervallo per il tè o per il caffè è l'unico rituale della droga che non sia mai stato criticato da chi esercita il potere nel moderno stato industriale. Nonostante tutto, però, è noto che il caffè da assuefazione, provoca ulcere gastriche, puo aggravare disturbi cardiaci, puo provocare irritabilità e insonnia e a dosi eccessive causare tremori e convulsioni.
(T. McKenna - il nutrimento degli dei)