Monad
Holofractale de l'hypervérité
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E' comune usarlo sotto forma di liquido denso (chiamato singado/singa/shingada) da introdurre nel naso per pulire e preparare il corpo. Viene aggiunto all'ayahuasca quando si vuole aumentare l'effetto ematico/purgante o si vuole lavorare nello specifico con lo spirito di questa pianta.
Mi raccomando, se vuoi utilizzarlo usa il mapacho (la varieta' selvatica Nicotiana rustica) e occhio ai dosaggi, la nicotina e' molto tossica!
Mi raccomando, se vuoi utilizzarlo usa il mapacho (la varieta' selvatica Nicotiana rustica) e occhio ai dosaggi, la nicotina e' molto tossica!
La mesada col San Pedro | Giorgio Samorini NetworkLa shingada (singada, shinguiada), chiamata anche levantada o alzada, consiste nell’inalazione di un liquido e deve essere effettuata ogni volta da entrambe le narici, prima quella di sinistra e poi quella di destra. Il termine shingada proviene dal quechua senga, “narice” e sengay, “inalare attraverso la narice”. E’ un’operazione magica che viene effettuata numerose volte durante la sessione della mesada, e anche in altri contesti, come durante i bagni rituali alle lagune di Las Huaringas o nei riti di purificazione. E’ considerata un’operazione di fortificazione dello spirito e di difesa dalle entità malevoli e, nei contesti di chiusura della mesada, ha funzioni propiziatorie di fortuna e salute. L’elemento basilare del liquido della shingada è il tabacco. Le sue foglie vengono poste a macerare nell’alcol di canna per alcune ore e al macerato così ottenuto si possono aggiungere altri ingredienti, quali profumi, il decotto di San Pedro, le misha (Brugmansia). E’ fondamentale inalare il liquido mediante le conchiglie, altrimenti l’operazione è considerata nulla. Un tempo i curandero dicevano “vamos a conchear” (“andiamo a conchigliare”) quando si apprestavano ad effettuare l’operazione della shingada, ponendo quindi in evidenza l’importanza del mezzo della conchiglia (concha) (Polia Meconi, 1988: 99). L’operazione della shingada è difficile, debilitante, e produce frequentemente nausea e vomito fra i presenti, ma quasi mai al curandero e ai suoi assistenti, che evidentemente vi si sono abituati. Il vomito è considerato positivo dai curandero, poiché ritengono che in tal modo vengano espulsi i “mali” dell’individuo. Come riportato da Menacho (1988: 20), è un atto che richiede “coraggio e volontà e contiene, allo stesso tempo, forza e debilitazione. E’ la fermezza e la decisione dell’atto a convertirlo da esperienza terribile e scoraggiante in un trionfo fisico e psichico”. Polia Meconi (1996, II: 559-60) offre la seguente descrizione della shingada:
“I pazienti, uno alla volta, stanno in piedi fra quattro alzadores (assistenti del curandero) disposti uno alle sue spalle, uno di fronte, uno a sinistra e uno a destra, formando idealmente una croce. Ciascuno tiene in mano una conchiglia che il curandero riempie di tabacco moro macerato in alcol con alcune gocce di acqua di colonia. Il maestro [curandero] si dispone vicino al gruppo degli alzadores con la sua chungana [sonaglio], mentre uno dei suoi aiutanti resta vicino alla mesa per custodirla. Ciascun alzador appoggia la sua conchiglia in una parte del corpo del paziente nel seguente modo: quello di sinistra nell’orecchio sinistro, quello di destra nell’orecchio destro, quello che sta alle sue spalle nella nuca, e quello che sta di fronte nel petto e sulla fronte. Il maestro recita le formule a voce alta accompagnandosi con il suo sonaglio. Ciascuno dei quattro alzadores inizia ad assorbire il tabacco iniziando dalla narice destra e mantenendo la conchiglia a contatto con il corpo del paziente. Dopodiché “singano” con la narice sinistra. Le “coppie” [di shingadas] si ripetono per tre volte, poi il maestro pone sulla testa del paziente una conchiglia marina. Il paziente piega la testa e lascia cadere la conchiglia sul davanti. Se questa cade con la bocca verso l’alto, significa che le shingada sono state sufficienti e il paziente resta “de-contagiato”; se cade con la bocca verso il basso, significa che si deve ripetere un altro ciclo di “coppie” [di shingada] sino a quando la conchiglia cade in posizione fausta. Non può essere partecipe un alzador che abbia una relazione di parentela con il paziente.”
Non sono stati finora eseguiti specifici studi farmacologici sugli effetti psico-fisici della shingada, ma è assai probabile – come del resto riportato da diversi curandero – che l’inalazione di tabacco rinforzi gli effetti psicoattivi del San Pedro, così come è probabile che anche l’inalazione di alcol, che rende difficile sino a dolorosa la pratica della shingada, agisca in maniera sinergica con gli effetti congiunti del San Pedro e del tabacco.