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Tabernanthe iboga

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion flcl
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Grazie per la condivisione, molto interessante, anche se io prendo con le pinze le capacità di questi pseudo sciamani che si possono trovare qui in europa. L'iboga è una pianta seria, sacra e sicuramente da non prendere alla leggera, chissà se un giorno sarò pronto e troverò la possibilità di affrontare un reset.
 
samorini è stato in africa a farsi iniziare al bwiti...credo non vi sia miglior conoscitore della pianta in italia
 
Posto questi due video trovati su youtube, inerenti al rito dell'iboga.
[youtube]H3RNsxp9t2o[/youtube]
[youtube]9LxKrmlAX90[/youtube]
 
Mitico Bruce Perry! Consiglio a tutti la visione dei suoi documentari. Oltre a quello sul Gabon e l'iboga, sulla preparazione e sul rito di passaggio ha girato (sempre in prima persona) anche documentari meravigliosi sull ayahuasca che sul kabo e numerosi preparati enteogenici utilizzati dalle popolazioni amazzoniche.
 
Rito di iniziazione all'iboga tra i Bwiti del Gabon
[youtube]3s6xiDEqsjU[/youtube]
 
Ciao a tutti, mi sono iscritto da poco, ho trovato questa discussione cercando notizie sull'iboga su google. Da diverso tempo ormai cerco d'informarmi su questa pianta ma sopprattutto vorrei provare un'esperienza diretta senza dover acquistare su internet un chissacosa spacciato per essa (esperienza già capitata ad un mio amico), ma sopprattutto vorrei comsultarmi con persone più esperte.
Ciao a tutti bella discussione :rolleyes:
 
ciao, per iniziare ti consiglio di scrivere un bel post di presentazione nell'apposito thread :wink:
 
Ciao a tutti,

in questo periodo avevo il desiderio di provare questa pianta. Ho già avuto qualche esperienza con la Salvia Divinorum. Sapete indicarmi qualche sito che vende la corteccia delle radici? Magari in PM?

Grazie mille!


EDIT di Arimane: unisco i topic perché trattanti la stessa cosa
 
Mindburn a dit:
ciao, per iniziare ti consiglio di scrivere un bel post di presentazione nell'apposito thread :wink:

Ok, grazie!



EDIT (ven dic 30, 2011 4:35):
Fatto! ;) .
 
visto il tema passo i miei pensieri di qualche anno fa




Io sono un uomo che volentieri qualche volta l’anno si avvicina agli enteogeni. Vuoi per cultura, vuoi per predisposizione, entro sempre in un universo parallelo che si impregna di realtà e verità. Sono le modalità dell’approccio a fare la differenza. Se io faccio una sacra pianta con l’intento di drogarmi, magari in un ambiente o con delle persone sbagliati, non riuscirei mai e poi mai a cogliere l’antica magia insegnataci dalla natura. Ciò non toglie che pur con tutta la purezza di cuore possibile si possa incorrere in errori imputabili alla nostra ignoranza in merito al rituale che ben conosce tempi e modi.Siamo partiti in 4 per andare in Francia a fare Iboga sotto la guida di Nganga Bessala, due uomini e due donne. Tre ci sono andati per problemi legati alla tossicodipendenza, io per cercare un modo diverso di curarmi rispetto alla medicina ufficiale. Sono molti anni che sono ammalato, ma ultimamente mi è spuntato pure un carcinoma maligno, e le cure ufficiali sono terapie per lo più devastanti: la radio-terapia e la chemio-terapia. E qui secondo me ho fatto un doppio sbaglio: ho voluto aiutare una persona che molto probabilmente non ce l’aveva neanche per la testa di voler essere aiutata, e ho distratto il mio intento rispetto al motivo per il quale volevo fare iboga. Siccome iboga la voglio fare ancora, non ripeterò più gli sbagli.

Ci siamo accomodati in una graziosa mansarda con terrazzo e ho avuto modo di parlare con Bessala e di richiedere quindi un trattamento di una certa potenza dati quelli che erano i presupposti. Eravamo ancora in attesa di cominciare e Bessala ha somministrato un po’ di iboga a T. che era in stato di semi incoscienza per l’astinenza. In circa venti minuti gli ho visto cambiare l’espressione del viso e nel giro di nemmeno un’ora era di nuovo in piedi che aspettava il momento.Bessala ci ha prima fatto fare una doccia e ci ha poi bagnati con una sua preparazione molto profumata e dopo aver messo il suo pugno sulla nostra testa ci ha appoggiato una foglia ed un fiore altrettanto profumati e con una specie di schiaffo ha spappolato foglia e fiore facendo un forte schiocco. Dopo le abluzioni siamo passati all’assunzione vera e propria di 12 cucchiaini da te a testa di radice. Certo che un gusto peggiore iboga non poteva trovarlo, non ho mai assaggiato niente di così schifoso. Ci siamo sdraiati al nostro posto mentre qualcosa di indefinibile e potentissimo stava salendo.

Dopo circa un’ora abbiamo dato sfogo ad una delle vomitate più potenti che si possano ricordare e da quel momento ognuno è partito per il proprio viaggio. Un viaggio incredibilmente lucido, un accavallarsi di allucinazioni indotte anche dalla musica, da ogni riverbero di luce, lastre di luce che mi spezzavano la visuale, ricordi della mia infanzia, analisi critica di alcune situazioni del presente, sensazione di essere toccato in tutti i punti che mi fanno male, una vertigine potentissima che mi sollevava da terra e mi faceva stramazzare al suolo, in certi momenti un vero e proprio malessere, il tutto in alternarsi continuo, due notti e un giorno, che comunque nel suo complesso mi ha lasciato una sensazione di euforia.

E’ difficile riuscire a dire in due parole tutti gli straordinari avvenimenti che sono accaduti. Il fatto è che io mi sono avvicinato ad iboga con l’intento di ricercare la medicina, e di fatto quando mi sono ripreso ho scoperto che la massa esterna del carcinoma si era ridotta di circa la metà. E’ un ottimo risultato, purtroppo devo dire che l’altra metà mi dà sufficienti preoccupazioni per le quali mi tocca comunque rivolgermi agli ospedali.

Vorrei avere la possibilità di curarmi con le piante di potere, ma quello che ho fatto è da considerare cosa rara. Mi piacerebbe andare in Cameroun a fare una giusta sessione di iboga, oppure andare in sud-America a fare una sessione di ayahuasca , oppure, se devo morire, morire senza accanimento terapeutico, con una presa di coscienza anche della mia morte. Quello che mi dispiace un po’ di tutta la storia è che degli altri tre nessuno è stato capace di cogliere la palla al balzo che iboga offriva. Ma non è stata colpa di iboga, semplicemente queste persone stanno meglio a rimpinzarsi di polverine, e per me è rimasta l'illusione di aver voluto aiutare qualcuno al quale non interessava niente di essere aiutato.







E’ questo un tema che per me, per il mio vissuto, sta diventando uno dei cardini sui quali imposto le mie esperienze con gli enteogeni. L’anno scorso era stato pubblicato qui sul bollettino un articolo su iboga che costituiva il mio primo approccio con la grande medicina. Con questo non voglio dire che fosse la prima volta che io usavo enteogeni, ma che era la prima volta che mi approcciavo ad essi con il forte intento della medicina.

E’ chiaro che finché va tutto bene o quasi l’intento con il quale affrontiamo l’esperienza può anche essere labile o addirittura ludico, non definito, anch’io nei tempi passati mi sono divertito come un matto, ma le cose cambiano quando invece le cose si fanno molto serie. La mia diagnosi era "carcinoma maligno squamoso infiltrante". Era il momento nel quale sentivo in pericolo la mia vita fisica, nel quale l’idea della morte si era ben delineata nella mia mente, e nel quale, sulla scorta di tutta una serie di studi, avevo deciso per la mia vita, che se dovevo morire, volevo morire a modo mio. Ed il mio modo era quello di morire con la mente aperta, con una coscienza che solo le piante di potere possono sollecitare, per non parlare appunto dell’uso straordinariamente medicinale di tali piante nelle culture indigene del mondo che ci arriva soffuso in mezzo ad una letteratura che, sembra, solo di sfuggita approfondisce questo aspetto.

Penso di non dire niente di nuovo affermando che siamo sottoposti ad un avvelenamento che non è solo squisitamente fisico, per quanto preponderante, bensì psichico. Sono le idee inculcateci dal sistema, quelle idee che mettono molta cura nell’allontanare l’individuo dalla coscienza di possedere quella scintilla divina che è configurata anche nel termine stesso di enteogeni. Ci è precluso il contatto col divino e con la trascendenza che questo contatto implicherebbe. La contaminazione avviene quindi per me prima su altri piani che non su quello fisico che, sempre per me, rimane l’ultimo ad essere informato dello squilibrio, cioè quando ci fa male qualcosa. Non voglio qui aprire una diatriba sulla psiche e sul soma ai quali io aggiungo lo spirito. E noi poi non siamo più capaci di ascoltare neanche noi stessi perché abbiamo altro da fare. Ma se il mio ragionamento non è errato e quindi se il male parte dalla mia mente avvelenata allora io parto proprio da quella perché essa ordini al mio corpo, e le piante di potere mi danno il modo di fare tutto ciò.

Non so se sia comune a tutti, ma con i funghetti ho sempre fatto dei viaggi all’interno del mio corpo, rivelando così la loro natura che come sappiamo molto bene si presta ad un’opera di medicina, soprattutto se con l’atteggiamento di un guerriero corroboriamo l’azione, l’atto, con un intento inflessibile. Ma non finisce qui! Abbiamo perfettamente dimenticato l’uso sacramentale che necessariamente scaturiva da un rapporto col divino, il profondo rispetto che la natura incute in quanto manifestazione anch’essa del divino. "Questa insuperabile crasi tra il divino e l’umano che caratterizza le attuali concezioni" è stato il punto nodale che ho cercato di comprendere e di sviluppare e di superare nei più disparati modi; dal mio retroterra culturale ad un empirismo che talvolta ha rasentato la più pura follia, da uno studio il più possibile ragionato al mio profondo sentire, alle illuminazioni donate dalle piante.

Mentre tornavo a casa dall’esperienza con iboga mi sono visto avvolto da una luce bianca che aveva un che di rassicurante, come se una piccola voce dentro di me mi dicesse di non preoccuparmi perché ora ero protetto. Quindi al di là della riduzione della massa carcinosa che ho nettamente avvertito, la cosa più importante era questo senso di protezione che mi derivava unicamente da quella potenza.

Con i funghetti, che sono il mio canale preferenziale, è successo di tutto e di più. Durante queste sedute sono entrato di persona nel mio corpo, proprio laddove esisteva il male, e ho visto legioni di piccole potenze della madre terra agire sempre in modi differenti ma sempre con un’efficacia straordinaria; un sistema di impalcature che nemmeno i nostri più bravi ingegneri sanno organizzare così efficacemente. Ho visto uscire dal mio corpo delle cose che finché erano dentro mi causavano il male, ho visto delle opere di pulizia che nessun ospedale al mondo potrebbe compiere. Lo sapete tutti bene che è difficile raccontare queste cose, ma il corpus che me ne rimane è inequivocabile. Ad un certo punto ho cominciato davvero a chiedere qualcosa alla potenza che inevitabilmente mi ha sempre risposto.

Poi non posso qui raccontare anche di altri enteogeni, ma le esperienze mi conducevano ad un’interpretazione univoca del tema. E cioè che con i giusti presupposti è realistico dire che se riesco a stabilire il contatto tra la mia scintilla divina ed il divino stesso, quindi a trascendere dalle idiosincrasie di carattere prevalentemente razionale e materiale che caratterizzano tutte le tematiche di noi occidentali, io posso. Si, posso, tant’è vero che ho appena eseguito l’ultimo di una serie di interventi che mi hanno portato alla guarigione. Se è vero che io non voglio togliere il giusto merito all’ospedale, a molti dei suoi medici che sono veramente mossi da uno spirito giusto, è altrettanto vero che solo io so che cosa è successo con le piante di potere, e se l’ospedale ha aiutato il mio corpo le piante hanno aiutato quella mia povera mente avvelenata ad elevarsi ad una certa condizione di disintossicazione dal mondo attuale nel quale l’equilibrio tra le componenti diventa importante.

Se questa guarigione è avvenuta lo devo ad una serie concomitante di cose fra le quali gli enteogeni rivestono un ruolo determinante, ma sono cose che non puoi dire né ai carabinieri né ai politici e né, ahimè, ai medici. L’ignoranza imperante comunque non mi impedirà di procedere nel mio personale contatto col divino, anzi, ogni volta la mia vita si carica di una piccola grande sapienza, che pur risentendo di questa cultura nella quale sono nato, si vuole avvicinare sempre di più ai sentimenti atavici dei nostri archetipi che da soli mi insegneranno il giusto modo sia di operare che di vivere.
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veramente interessante! è legale questa pianta?
 
arcano non so che esperienza tu abbia con gli psichedelici e con le droghe in generale, ma ti consiglierei di avere moltissima cautela con questa pianta!

It ain't kid stuff!
 
Ciao ragazzi sto cercando informazioni molto profonde per l'utilizzo di questa sacra e potentissima pianta! Qualcuno sà qualcosa di piu? E legale in italia e ho trovato questo:

-------editato il link---------

5 Capsuloni Pronti (000)
Totale Iboga contenuto: ± 3 g
Totale Ibogaina: 100 mg


L'ibogaina (o 12-metossi-ibogamina) è una molecola psicoattiva presente in diverse piante, principalmente nell'iboga (Tabernanthe iboga).

Nei primi anni '60, è stato casualmente scoperto che la somministrazione della molecola causa, nel giro di ore, un'improvvisa e completa interruzione della dipendenza da eroina, senza crisi d'astinenza.

A causa delle sue proprietà allucinogene e per via di rischi associati all'assunzione da parte di pazienti con determinati problemi di salute, l'ibogaina è stata inserita nella lista delle sostanze controllate ed è illegale in diverse nazioni: Stati Uniti, Svezia, Danimarca, Belgio e Svizzera. È legale in Italia .

Nonostante ciò abbia rallentato la ricerca scientifica sulle sue proprietà terapeutiche, l'uso dell'ibogaina per il trattamento della tossicodipendenza è aumentato in varie parti del mondo ed è somministrata in cliniche presenti in 12 paesi distribuiti tra 6 continenti. L'alcaloide viene usato per trattare la dipendenza da eroina, alcol, nicotina, cocaina, crack e metanfetamina.

L'ibogaina sembra catalizzare una parziale o completa interruzione della dipendenza da oppioidi. Ciò comprende un alleviamento dei sintomi d'astinenza.


I sostenitori del trattamento basato sull'ibogaina hanno fondato cliniche (sia formali che 'informali') in Canada, Messico, nei Caraibi, in Costa Rica, Repubblica Ceca, Francia, Slovenia, Olanda, Brasile, Sud Africa, Regno Unito e Nuova Zelanda. In questi centri, la molecola è somministrata come medicina sperimentale. Esistono anche dei centri clandestini in paesi nei quali la sostanza è illegale. Sebbene il meccanismo d'azione dell'ibogaina non sia stato ancora del tutto compreso, sembra che il più efficace metodo di trattamento comporti la somministrazione di una dose che va dai 10 ai 20 mg/kg. Molte persone che si sono sottoposte al trattamento affermano di aver vissuto, nelle ore in cui la sostanza agisce sul cervello, delle esperienze visive nelle quali rivedono gli eventi della loro vita che li hanno portati alla dipendenza. Altri, invece, raccontano di visioni sciamaniche che li aiutano a superare paure ed emozioni negative.

L'ibogaina è stata usata in ambito psicoterapeutico da Claudio Naranjo, come descritto nel suo libro The Healing Journey.

La Tabernanthe iboga se preso in piccole dosi, stimola il sistema nervoso centrale; se presa in dosi maggiori, provoca visioni. Nelle zone dell'Africa in cui cresce la pianta, la sua corteccia viene masticata per vari scopi farmacologici o ritualistici. Le radici contengono almeno 12 alcaloidi. Tra questi, l'ibogaina è usata anche per il trattamento dell'abuso di sostanze stupefacenti. Le sue radici gialle contengono diversi alcaloidi: in particolare l'ibogaina, che si trova maggiormente concentrata negli strati esterni. La radice, di sapore amaro, provoca una sensazione anestetica nella bocca e ridotta sensibilità della pelle.

I Pigmei utilizzano la radice di iboga da migliaia di anni. Nel 1864, il chirurgo della marina militare francese Griffon du Bellay portò in Europa due esemplari della pianta, raccolti in Gabon. Durante la sua esplorazione, venne a conoscenza dell'utilizzo della ra dice come stimolante e afrodisiaco. Scrisse della pianta: "La radice di questa pianta è la parte che i gabonesi mangiano. Dicono che è inebriante, afrodisiaca, e che, con essa, non avvertono la necessità di dormire." Nel 1889, il professor Henri Baillon del Muséum national d'histoire naturelle di Parigi fornì la prima descrizione botanica della pianta, che chiamò Tabernanthe iboga. Nel 1901, J. Dybowski ed E. Landrin isolarono e cristallizzarono, per la prima volta, un alcaloide contenuto nella pianta, chiamandolo ibogaina (HCL). L'uso della pianta fu consigliato per il trattamento della neurastenia e durante la convalescenza da Pouchet e Chevallier (1905). Kuborn ne consigliò l'uso nel trattamento dei disturbi del sonno. Nel 1939, un estratto di Tabernanthe manii - l'unica altra specie del genere Tabernanthe ad avere proprietà psicoattive - venne commercializzato in Francia dal laboratorio Houdé, sotto forma di tavolette da 8 mg, con il nome di Lambarene: uno stimolante neuromuscolare per il trattamento della stanchezza, della depressione e per il ricovero da malattie infettive. Intorno al 1966, venne ritirato dal mercato pare a causa degli eccessivi stimoli cardiaci che provocava in alcuni pazienti.


L'iboga è il pilastro centrale della religione Bwiti praticata nell'Africa centro-occidentale: principalmente in Gabon, in Camerun e nella Repubblica del Congo. I buitisti ritengono che l'arbusto sia l'Albero della Conoscenza di cui parla la Bibbia. Le radici della pianta vengono utilizzate in varie cerimonie. L'iboga viene presa in dosi massicce dagli iniziati al momento di entrare nella religione. Viene mangiata in quantità minori in occasione di rituali e danze tribali, che si tengono, solitamente, nottetempo. I Bwiti sono stati oggetto di una persecuzione da parte di missionari cattolici, che ancora oggi si oppongono con decisione alla diffusione del loro movimento religioso. Léon M'ba, prima di diventare il primo Presidente del Gabon nel 1960, difese la religione Bwiti e l'uso dell'iboga nel periodo in cui la Francia aveva controllo sulle proprie colonie in Gabon. Il 6 giugno 2000, il Consiglio dei ministri della Repubblica del Gabon ha dichiarato la Tabernanthe iboga un Tesoro Nazionale.


Al di fuori dell'Africa, gli estratti di iboga e l'ibogaina HCL sono usati co,n entusiasmante sucesso, nel trattamento delle dipendenze. La terapia può durare diversi giorni e il soggetto, generalmente, non è più fisicamente dipendente dalla sostanza di cui abusava. Un paziente che precedentemente aveva seguito una cura a base di metadone ha affermato - nel corso della trasmissione olandese Twee Vandaag - di aver raggiunto, con l'ibogaina, una condizione che normalmente avrebbe raggiunto in tre mesi, ma senza l'agonia provocata da crisi d'astinenza. È stato osservato che l'ibogaina può aiutare anche, in gran misura, ad interrompere la dipendenza da alcol e nicotina. A supporto delle qualità terapeutiche dell'ibogaina vi sono centinaia di articoli sottoposti a revisione paritaria, ma non sono stati tutt'ora portati a termine degli studi clinici formali.


Il dosaggio viene calcolato in milligrammi per peso corporeo:
(Nel carrello selezionare la QUANTITA' desiderata e aggiorna carrello)

Max 10 mg/kg per facilitare analisi e crescita personale
-20 mg/kg per l'interruzione delle tossicodipendenze
-33,5 mg/kg assunzione totale di ibogaina nei rituali Bwiti
-3 g. di corteccia essiccata contengono: 100 mg di ibogaina

Dopo aver valutato migliaia di casi, i medici sostengono che la dose giusta di ibogaina da somministrare sia tra i 15-25 mg/kg .

Esempio:
Per una persona di 100 Kg di peso corporeo saranno necesari una dose dell'ibogaina pari a 1000/2500 mg a seconda della destinazione d'uso e della potenza desiderata degli effetti.

Il fattore di estrema importanza da prendere in considerazione è l'ampio margine terapeutico dell'ibogaina e cioè vi è un ampio margine tra il dosaggio a scopo terapeutico, quello impiegato a scopi ritualistici e quello tossico. Questo margine corrisponde più o meno alla differenza tra l'assumere tre bicchieri di vino e tre litri di vino!
 
l'avevo presa qualche mese fa.

prima volta 2g ma avevo cenato da poche ore, ho sentito un bel senso di relax appena messo a letto.
circa una settimana dopo altri 2g, totalmente digiuno, non mi ha fatto niente.

il tipo dice che potrei essere un po' refrattario (ho scoperto poi che lo sono con qualsiasi sostanza..tranne il caffè maledizione), ma il metodo era giusto.
radici tritate tenute in bocca senza mai deglutire per circa 20minuti o più.
prossima volta vado diretto con 5g, suo consiglio, ma anche mio umile pensiero.
 
Ehi old
Non mi ricordo più dove e per chissà quale pianta, ma posso consigliarti, se si tratta di assunzione sublinguale, di graffiarti leggermente le zone sotto la lingua e il palato inferiore (se si chiama così) spazzolando per un po' con lo spazzolino da denti, e poi tenere lì la droga: sotto la lingua.
Questo per irritare la zona e rendere più recettivi i vasi sanguigni.
Se poi nel mentre deglutisci saliva, ma non le radici, va bene lo stesso. ;)
 
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