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Alpiniste Kundalini
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Data: 24 gennaio 2015
Sostanza e dosaggio: psylocibe Tampanensis (10 g) e Mexicana (5 g) freschi. Cannabis (circa 6 joints, tutti dopo il viaggio)
Modalità di assunzione: ingestione orale
Setting: indoor, con sitter che non ha assunto la sostanza. Breve passeggiata.
Una settimana fa a quest'ora ero ancora sotto gli ultimi effetti della psilocibina, al termine di un bellissimo ed interessante pomeriggio di viaggio, di cui cerco di fare un riassunto nel seguito.
E' sabato 24 gennaio 2015, giorno da me prestabilito per una nuova esperienza coi tartufi allucinogeni, sempre in compagnia di M, che però non li prenderà insieme a me, ma si limiterà a farmi da sitter. Sono le 13.30 quando arriva da me, a colazione ho mangiato una fetta di pane e nutella e uno yogurt, senza caffè; sono quindi a stomaco vuoto e prendo subito ciò che mi ero programmato: 10 g di Tampanensis e 5 g di Mexicana. M si prepara un pranzo veloce e lo mangia mentre chiacchieriamo, poi si prepara una canna. Io ho deciso che voglio provare gli effetti della psilocibina da sola, per vedere se l'esperienza è più governabile delle precedenti, ho intenzione di usare i funghi per conoscere e comprendere meglio me stesso, non voglio strafare.
Dopo 20-25 minuti inizio, come le altre volte, a sentire i primi sintomi, pur essendo ancora teoricamente un po' presto. Non vedo né sento nulla di diverso, finché ci si limita a vista e udito, ma qualcosa cambia, le gambe sono più irrequiete e alcune percezioni sono già diverse, secondo me si potrebbe dire che si sente già la gravità in maniera un po' differente, specie nelle gambe e nei piedi.
Decido che voglio un inizio soft, così propongo di guardare qualche episodio di The Big Bang Theory, io ho già visto anche i più nuovi e quindi la cosa non mi richiederà concentrazione, pur guardandole in lingua originale. Mentre M fuma vediamo tre puntate, io inizio anche a vedere qualcosa di diverso e tra una puntata e l'altra mi alzo e cerco di capire come va: man mano il paesaggio dalla finestra si fa più bello e i colori più vividi, poi ondeggia lievemente, anche i muri e i mobili sembrano respirare un pochino, ma è quasi impercettibile. Un paio di onde di energia attraversano il mio corpo dai piedi alla testa, ormai gli effetti sono arrivati. E' passata un'ora e tre quarti, tutto è più brillante e colorato, e inizio a vedere prospettive distorte. Gli oggetti lontani mi sembrano invece piccoli ma vicini, o invece più grandi del normale, a seconda di dove guardo.
Faccio partire una playlist che ho preparato un po' pigramente, mettendo solo ciò che ascolto di più recentemente. Pink Floyd, Eddie Vedder, qualche canzone degli Eagle, i Doors e, immancabilmente, White Rabbit. Decido di disegnare, partendo da un triangolo di Penrose. Avrei un disegno da finire, ma non so quali siano le mie abilità in questo momento e preferisco non rischiare, quindi inizio da un foglio bianco. Prendo un righello da 15 cm e lo piazzo a caso sul foglio, tracciando la base per tutta la lunghezza. Lo completo col goniometro e qualche difficoltà, perché alcuni concetti mi sfuggono, specialmente quello di parallelismo. Il disegno già ora sembra profondo, non bidimensionale, e la cosa in alcuni momenti rende il tutto un po' laborioso. Lo completo e lo ripasso a penna e mi sembra soddisfacente, quindi inizio a pensare di colorarlo. Vale la pena di specificare come è venuto, questo triangolo. Tagliando gli angoli a 2 cm dal vertice, la base è diventata lunga 11 cm, esattamente un terzo del lato lungo del foglio, che ne misura 33. Senza alcun ragionamento, ho appoggiato il righello a colpo sicuro: l'errore che ho fatto è stato infimo, lasciando un margine di 10,9 cm a sinistra e 11,1 a destra. La base è perfettamente parallela a 5 cm spaccati dal foglio: tutto questo, però, lo scoprirò giorni dopo, avendo solo allora realizzato che il triangolo sembrava posizionato accuratamente.
Mi sento completamente immerso in ciò che sto facendo, è certamente già molto diverso dal disegnare normalmente. M mi lascia solo cinque minuti per fare una telefonata e si chiude in un'altra stanza, io prendo un pennarello con la punta morbida, giallo, e coloro una delle tre parti del triangolo. Mi servirebbero altri pennarelli, ma i Pantone sono nella stanza in cui M sta parlando e non voglio disturbarlo. Mi sento pieno di energie, mi avvicino il computer, mettendolo sul tavolo accanto a me e iniziando a godere meglio degli effetti della musica. Una volta avuti i pennarelli, completo le altre due parti con arancione e rosso. M dice che ho scelto bene, ma a me in quel momento i colori sembrano sbagliati, vorrei quasi lasciare perdere quel triangolo, ma decido di vedere cosa ne esce, quindi decido di prendere i pastelli a cera. Ora gli effetti sono massimi, ma non mi sento in alcun modo confuso, come invece non posso certo negare di essere stato nelle altre esperienze. La mente va veloce e le cose appaiono diverse, ma i pensieri sono lucidissimi, molto più del solito. Contrariamente all'usuale, mi sento pieno di energie e non riesco a stare fermo, continuo ad alzarmi, parlare a M di mille cose (mentre lui tendenzialmente è gonfio come una zampogna già da due ore), osservare il panorama dalla finestra e andare a vedermi allo specchio. L'idea di farmi un autoritratto mi aveva toccato, ma non penso ne sarei in grado.
Io mi vedo più strano di come vedo il resto, i capelli sembrano essere vivi e ondeggiare un po' nell'aria, i miei occhi più grandi e un po' più felini, io sembro sciupato, diciamo, come uno della mia età ma che lavora molto all'aria aperta. Alla terza o quarta volta, con più luce, mi soffermo di più. I miei lineamenti cambiano ancora e il mio stesso sguardo mi attrae, ma fissando molto le mie pupille la vista è meno rassicurante, è come se vedessi la tana del Bianconiglio. Non credo proprio di essere pronto a entrare in un viaggio del genere e mi scuoto. Quel momento di concentrazione ha dato uno scossone a tutte le mie percezioni, gli occhiali che ho in mano sembrano un giocattolino minuscolo, il bagno per qualche secondo è tutto deforme, ma non ha nulla di inquietante. Mi guardo ancora un attimo, desidererei approfondire ma capisco che sarebbe impegnativo, torno in sala. Devo dire che, oltre a me, anche il mio gatto psichedelico appeso in camera sembra diverso dal solito. Meno preoccupato e più curioso, ha l'occhio molto grande, come se fosse il centro del disegno attorno a cui tutto ruota.
Il disegno e la musica ricatturano subito la mia attenzione, nei momenti di musica più psichedelica il disegno si anima per così dire, assume profondità. Non riesco a pensare che M se ne stia seduto lì a fare niente mentre mi guarda (cosa che a lui, probabilmente, andava benissimo), per me sarebbe troppo noioso, alla fine si mette seduto accanto a me e inizia a rullare qualche canna per dopo. Io avrei già voglia ma mi trattengo, ho uno scopo e vorrei soddisfare questa mia curiosità. Disegnare con questa musica è bellissimo, provo due sensazioni preponderanti. Una è la stessa che si ha quando si guarisce, non quando si sta bene, ma proprio quando si sta finalmente bene dopo una febbre alta; l'altra l'ho identificata con la precisa sensazione che potevo provare disegnando in casa, con qualcuno attorno, in un bel pomeriggio estivo senza pensieri. Solo queste valgono la pena di aver organizzato questo esperimento.
Parte Hotel California degli Eagles, inizio a canticchiare e M mi incoraggia. Decido di passare alla versione live che c'è subito dopo, perché l'intro con la chitarra è più bella, inizio a cantare. A quanto pare canto bene, contrariamente al solito quando non sono decisamente molto bravo, di certo a me piace tantissimo, in qualche modo è come se vedessi la musica intorno mentre canto. Questa è certamente una cosa che voglio fare di nuovo. Provo anche con Light My Fire ma non mi riesce altrettanto bene, è una versione che non mi piace molto e poi forse l'altra canzone era proprio più adatta. Mi scordo subito della musica e riprendo a disegnare (finalmente, per ora sono fermo al punto di prima), i pastelli a cera vanno praticamente da soli. Disegno forme decisamente psichedeliche, molto morbide, in cui sembrano nascondersi simboli, ad esempio il geroglifico di un occhio. Le sfumature vengono benissimo senza che io lo voglia, alcuni pezzi rimangono bianchi, in pratica è come se stessi rendendo visibile un disegno che c'è già.
Le mie gambe non sanno stare ferme e chiedo ad M di accompagnarmi a fare una passeggiata nel parchetto vicino casa. Decido di provare una rampa di scale, sembrano un po' strane ma soprattutto noiose, quindi decido per l'ascensore essendo molti piani. Risalgo prima a prendere un brownie da sgranocchiare, che riporterò a casa senza averlo toccato, mi sento così vitale che mangiare non sembra poi necessario. Mi godo l'aria aperta ma tutto ciò che è artificiale non mi appare molto diverso dal solito, e comunque non è per nulla entusiasmante, anche se mi accorgo che, contrariamente al solito, non posso guardare un condominio senza pensare quante persone, al suo interno, stanno vivendo e respirando proprio come me. Cammino veloce e M mi chiede continuamente di rallentare, se non fossi in un cortile di un condominio vorrei provare a correre, sento che potrei fare i 100 m alle Olimpiadi, sono sciolto come se mi avessero dato lo Svitol. Dopo aver guardato un po' le nuvole ed essere stato un minuto sull'altalena decido che ho voglia di tornare. Proseguo un po' col disegno, ma man mano che la luce fuori inizia a calare il mio desiderio di colorare diminuisce, percepisco molto meglio l'intimità della casa e ho voglia di chiacchierare.
Ormai è tardi e inizio a percepire quella gradevole discesa piena di serotonina, mangio un brownie e bevo del succo, scrocco un tiro dalla quinta (!) canna di M e questo basta ad alterare un po' di più il mio stato, mi fisso a guardare il panorama e per un minuto sono più riflessivo. Poi torno più esuberante, mi avvicino alla ringhiera e noto quanti colori in più del solito so distinguere (molti!), chiacchieriamo, mangio uno yogurt, parliamo ancora e mi rendo conto che la mia capacità di analizzare persone e relazioni è molto migliore del solito. Peccato non averlo fatto su di me, ma forse sarebbe stato troppo impegnativo e ci sarà tempo. Ormai sono le sei passate, scrocco due tiri e poi mi approprio definitivamente della canna e ne fumo un'altra; verso le sette andiamo a prendere le sigarette e mangiamo un trancio di pizza, il resto sarà relax e fame chimica.
Buoni propositi per la prossima volta: cantare di più, disegnare da subito a mano libera, fumare meno dopo, potrei farne molti ma credo sarebbe deleterio.
Incredibilmente ho mantenuto una grande lucidità di pensiero e, a quanto pare, non mi sono mai scomposto più di tanto, se non per qualche minuto in cui ho smascellato come un mastino mentre parlavo. E' stato un pomeriggio piacevole in maniera quasi impensabile normalmente e, a quanto mi dicono, anche io sono stato molto più piacevole del solito. Spero che, come mi ha detto qualcuno, questo non sia stato il risultato di un'illusione, ma dell'aver potuto aprire per qualche ora una finestra e aver visto cosa c'è dietro e cosa posso avere sempre, col giusto impegno.
Sostanza e dosaggio: psylocibe Tampanensis (10 g) e Mexicana (5 g) freschi. Cannabis (circa 6 joints, tutti dopo il viaggio)
Modalità di assunzione: ingestione orale
Setting: indoor, con sitter che non ha assunto la sostanza. Breve passeggiata.
Una settimana fa a quest'ora ero ancora sotto gli ultimi effetti della psilocibina, al termine di un bellissimo ed interessante pomeriggio di viaggio, di cui cerco di fare un riassunto nel seguito.
E' sabato 24 gennaio 2015, giorno da me prestabilito per una nuova esperienza coi tartufi allucinogeni, sempre in compagnia di M, che però non li prenderà insieme a me, ma si limiterà a farmi da sitter. Sono le 13.30 quando arriva da me, a colazione ho mangiato una fetta di pane e nutella e uno yogurt, senza caffè; sono quindi a stomaco vuoto e prendo subito ciò che mi ero programmato: 10 g di Tampanensis e 5 g di Mexicana. M si prepara un pranzo veloce e lo mangia mentre chiacchieriamo, poi si prepara una canna. Io ho deciso che voglio provare gli effetti della psilocibina da sola, per vedere se l'esperienza è più governabile delle precedenti, ho intenzione di usare i funghi per conoscere e comprendere meglio me stesso, non voglio strafare.
Dopo 20-25 minuti inizio, come le altre volte, a sentire i primi sintomi, pur essendo ancora teoricamente un po' presto. Non vedo né sento nulla di diverso, finché ci si limita a vista e udito, ma qualcosa cambia, le gambe sono più irrequiete e alcune percezioni sono già diverse, secondo me si potrebbe dire che si sente già la gravità in maniera un po' differente, specie nelle gambe e nei piedi.
Decido che voglio un inizio soft, così propongo di guardare qualche episodio di The Big Bang Theory, io ho già visto anche i più nuovi e quindi la cosa non mi richiederà concentrazione, pur guardandole in lingua originale. Mentre M fuma vediamo tre puntate, io inizio anche a vedere qualcosa di diverso e tra una puntata e l'altra mi alzo e cerco di capire come va: man mano il paesaggio dalla finestra si fa più bello e i colori più vividi, poi ondeggia lievemente, anche i muri e i mobili sembrano respirare un pochino, ma è quasi impercettibile. Un paio di onde di energia attraversano il mio corpo dai piedi alla testa, ormai gli effetti sono arrivati. E' passata un'ora e tre quarti, tutto è più brillante e colorato, e inizio a vedere prospettive distorte. Gli oggetti lontani mi sembrano invece piccoli ma vicini, o invece più grandi del normale, a seconda di dove guardo.
Faccio partire una playlist che ho preparato un po' pigramente, mettendo solo ciò che ascolto di più recentemente. Pink Floyd, Eddie Vedder, qualche canzone degli Eagle, i Doors e, immancabilmente, White Rabbit. Decido di disegnare, partendo da un triangolo di Penrose. Avrei un disegno da finire, ma non so quali siano le mie abilità in questo momento e preferisco non rischiare, quindi inizio da un foglio bianco. Prendo un righello da 15 cm e lo piazzo a caso sul foglio, tracciando la base per tutta la lunghezza. Lo completo col goniometro e qualche difficoltà, perché alcuni concetti mi sfuggono, specialmente quello di parallelismo. Il disegno già ora sembra profondo, non bidimensionale, e la cosa in alcuni momenti rende il tutto un po' laborioso. Lo completo e lo ripasso a penna e mi sembra soddisfacente, quindi inizio a pensare di colorarlo. Vale la pena di specificare come è venuto, questo triangolo. Tagliando gli angoli a 2 cm dal vertice, la base è diventata lunga 11 cm, esattamente un terzo del lato lungo del foglio, che ne misura 33. Senza alcun ragionamento, ho appoggiato il righello a colpo sicuro: l'errore che ho fatto è stato infimo, lasciando un margine di 10,9 cm a sinistra e 11,1 a destra. La base è perfettamente parallela a 5 cm spaccati dal foglio: tutto questo, però, lo scoprirò giorni dopo, avendo solo allora realizzato che il triangolo sembrava posizionato accuratamente.
Mi sento completamente immerso in ciò che sto facendo, è certamente già molto diverso dal disegnare normalmente. M mi lascia solo cinque minuti per fare una telefonata e si chiude in un'altra stanza, io prendo un pennarello con la punta morbida, giallo, e coloro una delle tre parti del triangolo. Mi servirebbero altri pennarelli, ma i Pantone sono nella stanza in cui M sta parlando e non voglio disturbarlo. Mi sento pieno di energie, mi avvicino il computer, mettendolo sul tavolo accanto a me e iniziando a godere meglio degli effetti della musica. Una volta avuti i pennarelli, completo le altre due parti con arancione e rosso. M dice che ho scelto bene, ma a me in quel momento i colori sembrano sbagliati, vorrei quasi lasciare perdere quel triangolo, ma decido di vedere cosa ne esce, quindi decido di prendere i pastelli a cera. Ora gli effetti sono massimi, ma non mi sento in alcun modo confuso, come invece non posso certo negare di essere stato nelle altre esperienze. La mente va veloce e le cose appaiono diverse, ma i pensieri sono lucidissimi, molto più del solito. Contrariamente all'usuale, mi sento pieno di energie e non riesco a stare fermo, continuo ad alzarmi, parlare a M di mille cose (mentre lui tendenzialmente è gonfio come una zampogna già da due ore), osservare il panorama dalla finestra e andare a vedermi allo specchio. L'idea di farmi un autoritratto mi aveva toccato, ma non penso ne sarei in grado.
Io mi vedo più strano di come vedo il resto, i capelli sembrano essere vivi e ondeggiare un po' nell'aria, i miei occhi più grandi e un po' più felini, io sembro sciupato, diciamo, come uno della mia età ma che lavora molto all'aria aperta. Alla terza o quarta volta, con più luce, mi soffermo di più. I miei lineamenti cambiano ancora e il mio stesso sguardo mi attrae, ma fissando molto le mie pupille la vista è meno rassicurante, è come se vedessi la tana del Bianconiglio. Non credo proprio di essere pronto a entrare in un viaggio del genere e mi scuoto. Quel momento di concentrazione ha dato uno scossone a tutte le mie percezioni, gli occhiali che ho in mano sembrano un giocattolino minuscolo, il bagno per qualche secondo è tutto deforme, ma non ha nulla di inquietante. Mi guardo ancora un attimo, desidererei approfondire ma capisco che sarebbe impegnativo, torno in sala. Devo dire che, oltre a me, anche il mio gatto psichedelico appeso in camera sembra diverso dal solito. Meno preoccupato e più curioso, ha l'occhio molto grande, come se fosse il centro del disegno attorno a cui tutto ruota.
Il disegno e la musica ricatturano subito la mia attenzione, nei momenti di musica più psichedelica il disegno si anima per così dire, assume profondità. Non riesco a pensare che M se ne stia seduto lì a fare niente mentre mi guarda (cosa che a lui, probabilmente, andava benissimo), per me sarebbe troppo noioso, alla fine si mette seduto accanto a me e inizia a rullare qualche canna per dopo. Io avrei già voglia ma mi trattengo, ho uno scopo e vorrei soddisfare questa mia curiosità. Disegnare con questa musica è bellissimo, provo due sensazioni preponderanti. Una è la stessa che si ha quando si guarisce, non quando si sta bene, ma proprio quando si sta finalmente bene dopo una febbre alta; l'altra l'ho identificata con la precisa sensazione che potevo provare disegnando in casa, con qualcuno attorno, in un bel pomeriggio estivo senza pensieri. Solo queste valgono la pena di aver organizzato questo esperimento.
Parte Hotel California degli Eagles, inizio a canticchiare e M mi incoraggia. Decido di passare alla versione live che c'è subito dopo, perché l'intro con la chitarra è più bella, inizio a cantare. A quanto pare canto bene, contrariamente al solito quando non sono decisamente molto bravo, di certo a me piace tantissimo, in qualche modo è come se vedessi la musica intorno mentre canto. Questa è certamente una cosa che voglio fare di nuovo. Provo anche con Light My Fire ma non mi riesce altrettanto bene, è una versione che non mi piace molto e poi forse l'altra canzone era proprio più adatta. Mi scordo subito della musica e riprendo a disegnare (finalmente, per ora sono fermo al punto di prima), i pastelli a cera vanno praticamente da soli. Disegno forme decisamente psichedeliche, molto morbide, in cui sembrano nascondersi simboli, ad esempio il geroglifico di un occhio. Le sfumature vengono benissimo senza che io lo voglia, alcuni pezzi rimangono bianchi, in pratica è come se stessi rendendo visibile un disegno che c'è già.
Le mie gambe non sanno stare ferme e chiedo ad M di accompagnarmi a fare una passeggiata nel parchetto vicino casa. Decido di provare una rampa di scale, sembrano un po' strane ma soprattutto noiose, quindi decido per l'ascensore essendo molti piani. Risalgo prima a prendere un brownie da sgranocchiare, che riporterò a casa senza averlo toccato, mi sento così vitale che mangiare non sembra poi necessario. Mi godo l'aria aperta ma tutto ciò che è artificiale non mi appare molto diverso dal solito, e comunque non è per nulla entusiasmante, anche se mi accorgo che, contrariamente al solito, non posso guardare un condominio senza pensare quante persone, al suo interno, stanno vivendo e respirando proprio come me. Cammino veloce e M mi chiede continuamente di rallentare, se non fossi in un cortile di un condominio vorrei provare a correre, sento che potrei fare i 100 m alle Olimpiadi, sono sciolto come se mi avessero dato lo Svitol. Dopo aver guardato un po' le nuvole ed essere stato un minuto sull'altalena decido che ho voglia di tornare. Proseguo un po' col disegno, ma man mano che la luce fuori inizia a calare il mio desiderio di colorare diminuisce, percepisco molto meglio l'intimità della casa e ho voglia di chiacchierare.
Ormai è tardi e inizio a percepire quella gradevole discesa piena di serotonina, mangio un brownie e bevo del succo, scrocco un tiro dalla quinta (!) canna di M e questo basta ad alterare un po' di più il mio stato, mi fisso a guardare il panorama e per un minuto sono più riflessivo. Poi torno più esuberante, mi avvicino alla ringhiera e noto quanti colori in più del solito so distinguere (molti!), chiacchieriamo, mangio uno yogurt, parliamo ancora e mi rendo conto che la mia capacità di analizzare persone e relazioni è molto migliore del solito. Peccato non averlo fatto su di me, ma forse sarebbe stato troppo impegnativo e ci sarà tempo. Ormai sono le sei passate, scrocco due tiri e poi mi approprio definitivamente della canna e ne fumo un'altra; verso le sette andiamo a prendere le sigarette e mangiamo un trancio di pizza, il resto sarà relax e fame chimica.
Buoni propositi per la prossima volta: cantare di più, disegnare da subito a mano libera, fumare meno dopo, potrei farne molti ma credo sarebbe deleterio.
Incredibilmente ho mantenuto una grande lucidità di pensiero e, a quanto pare, non mi sono mai scomposto più di tanto, se non per qualche minuto in cui ho smascellato come un mastino mentre parlavo. E' stato un pomeriggio piacevole in maniera quasi impensabile normalmente e, a quanto mi dicono, anche io sono stato molto più piacevole del solito. Spero che, come mi ha detto qualcuno, questo non sia stato il risultato di un'illusione, ma dell'aver potuto aprire per qualche ora una finestra e aver visto cosa c'è dietro e cosa posso avere sempre, col giusto impegno.