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il suicidio

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion ARABONG
  • Date de début Date de début
E' un punto di vista che comprendo, però è difficile.
 
La comprensione è più che sufficiente, il resto ci sarà svelato a tempo debito! :grin:
 
Pirro a dit:
Può essere che abbia ottenuto tutto ciò che desiderava dalla vita presente e che i suoi interessi ad un certo punto si siano spostati dirigendosi su altre mete
Questo lo ho pensato anche io nei momenti di infinita felicità, arrivando a pensare che non aveva più senso vivere perchè ormai ero arrivato al picco più alto possibile di felicità e realizzazione e dovevo spostarmi su altro perchè tutto il resto sarebbe stato superfluo, e lo è. Ma sono ancora qui.... e preferisco stare qui al momento! :mrgreen:
 
ARABONG a dit:
oggi sono in vena di discussioni scomode e gravose.xxx

ne ho lette di peggio è un argomento più popolare di quel che si pensi

(copio da internet perché non ricordo a memoria con precisione questo pensiero e lo lessi uin un'altra traduzione)

Il pensiero del suicidio è un energico mezzo di conforto: con esso si arriva a capo di molte cattive notti.
Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, 1886

Penso anche io che sia un modo per sfuggire a pensieri più reali, assillanti e sgradevoli, fino a farlo diventare reale IN un altro argomento ho detto che ho un collega che ha abbracciato questa idea e è ormai appeso a poche remore che nessuno può contestargli UN giorno verranno a dirmi che s'è ammazzato e non sarà una sorpresa quanto non ci si può fare nulla

La mia opinione è che molta gente non ha un senso realistico del valore della vita perché non ha visto gli occhi di un uomo che muore giovane o ingiustamente e non si rende conto di che grandissimo culo ha, a vivere sano e libero in una società opulenta

in particolare quelli che si ammazzano perché stanchi della vita dopo non aver combinato niente di speciale a parte che godersela e pontificare, tipo un paio di personaggi andati in Svizzera a farsi ammazzare a pagamento li considero dei poveri imbecilli

"Vita sei bella, morte fai schifo"
 
in una società opulenta
Altamente opinabile, o meglio, la nostra società sarà anche opulenta, ma la maggior parte delle persone vive in reale povertà o con serie prospettive di trovarsi in futuro in miseria.

Quanto ai poveri imbecilli non riesco a capire di che parli, si sta parlando di eutanasia?
 
Ming a dit:
Altamente opinabile, o meglio, la nostra società sarà anche opulenta, ma la maggior parte delle persone vive in reale povertà o con serie prospettive di trovarsi in futuro in miseria.

dove? in Italia?

Ming a dit:
Quanto ai poveri imbecilli non riesco a capire di che parli, si sta parlando di eutanasia?

no

vedo il cartello "OT al prossimo post"
 
Ming a dit:
Altamente opinabile, o meglio, la nostra società sarà anche opulenta, ma la maggior parte delle persone vive in reale povertà o con serie prospettive di trovarsi in futuro in miseria.

Se parlavi del'Italia abbiamo un concetto assai diverso di "la maggior parte delle persone" e di "vive in reale povertà o con serie prospettive di trovarsi in futuro in miseria" e discutendone andremmo OT uguale parlando del togliere la vita a una persona che non ha una patologia in fase terminale e senza un giudizio della magistratura

cioè fine del discorso per me
 
Mi imbatto sempre più spesso in quel che è definibile "ragionare per ambiti" o per "compartimenti stagni". In poche parole, persone che sostengono un concetto o si dimostrano particolarmente tolleranti ed aperti su determinate questioni si rivelano non all'altezza di tale condotta in ambiti altri. Si tratta di un atteggiamento comunque generale che è difficile scrollarsi di dosso ed anch'io mi ritengo in un qualche modo affetto (ma sto cercando il più possibile di liberarmene).

Qui siamo su Psychonaut, parliamo di roba che verrebbe giudicata immorale, oscena ed in un certo senso "suicida" o "masochista" da una grossa fetta di "itagliani" (e non solo), siamo tendenzialmente diversi dunque, liberi, tolleranti ecc. Ma nonostante ciò se rivolgiamo il nostro interesse verso un argomento diverso il nostro atteggiamento cambia.

Il suicidio ad esempio.
Perché demonizzare il suicidio? Perché giudicare persone che nemmeno si conoscono? Perché generalizzare/banalizzare? Perché ricorrere alla solita retorica? La vita è un dono? La vita è bella? La vita è preziosa? Peccato non la pensino tutti allo stesso modo!

Il mio è un invito alla riflessione, non un'apologia del suicidio.
Personalmente in me questa idea ha sempre avuto vita difficile, non ha mai acquisito intensità, non ho mai voluto ammazzarmi insomma.
A prescindere da questo contesto però, ritengo di essere troppo "sano" biologicamente e mentalmente e - attenzione! - questa è una critica che rivolgo alla mia persona perché dopotutto per certi versi esser sani rappresenta un handicap. Vi prego di non banalizzare il mio pensiero, io sono il primo che ama correre, pedalare, avere il cuore che pulsa a mille sotto il solleone di agosto. Sono il primo che ama quel "conatus essendi" di spinoziana memoria.

E conosco la problematica, ho un amico che ha più volte tentato di ammazzarsi e non gli ho detto "che peccato! Ritenta, sarai più fortunato!".

Ma come dice Abej, quando non c'è più un senso il suicidio è un'ipotesi allettante. Occhio però, il suicidio dovrebbe essere un atto libero (il più libero possibile dato che non siamo mai liberi al 100%), farsi condizionare dal momento, dalla ragazza/o che ci pianta in asso, non sarebbe una scelta saggia (ma comunque non condannabile, siamo anche fatti così, di momenti, di irrazionalità, di foga).

Personalmente penso che debba essere una conseguenza filosofica, frutto di un lavoro teoretico e ragionato nel tempo.
In quanti pensano che non ci sia un senso alla vita? Che tutto ciò che esiste sia vano, gratuito, condannato a perire ed a svanire? In tanti. In quest'ottica il suicidio sarebbe una logica (ma non necessaria!) conseguenza.

Sul far male agli altri. Io vi chiedo, voi vivete in funzione degli altri o in funzione di voi stessi? Rinuncereste ai vostri sogni pur di non deludere i vostri genitori che vi vogliono magari col posto fisso a lavorare in un alveare di cemento per il resto dei vostri giorni? Rinuncereste alla ragazza che vi fa ardere il cuore (e non solo quello) per rimanere tranquilli e sicuri con la persona a cui siete affezionati ma che ormai non rappresenta più una "fiamma"?

Riflettiamo insomma, smettiamola con la retorica moralista e perbenista, con la paura dell'ignoto. Prendiamoci meno sul serio.
 
Analisi molto saggia, non posso che condividerla!
 
Beh, in merito a chi sceglie questa strada non m' esprimo più di tanto ( siamo noi i giudici di noi stessi ) secondo me è da codardi puntare il dito contro chi "comodamente/codardamente" etc etc prenda questa strada (ma la sensibilità dove cazz l' avete lasciata? Quando prendevo antidep. Erano tutti li' pronti a giudicarmi, ma mai nessuno mi chiese perché...) Per alcuni la vita è bella cosi' com'è, per altri, come me, la vita è un processo di apprendimento mirato alla miglioria di noi stessi e degli altri... Al momento, in una società "vivi per lavorare e lavora per vivere" io non mi sento a mio agio, la vita, se è preziosa come professate dovrebbe essere un diritto imprescindibile, e non qualcosa da scambiare col denaro, in quanto l' unica cosa che non puoi comprare guarda caso è la vita... Posso migliorare me stesso, al momento qualcuno che mi vuole bene, ma per questo schifo di società, che ormai è arrivato alla frutta io mi sento inutile, e chi come me, la vede in questo modo strano sara' costretto a soffrire sperando che "voialtri" apriate gli occhi in merito alle nostre sofferenze, e vi rendiate conto magari... Che sono un po' anche le vostre (e magari avete la fortuna di essere meno sensibili)... "In un mondo felice, c'è bisogno di qualcuno che soffra anche per gli altri..."
Perdonatemi lo sfogo, non sono molto lucido mentalmente, tanto amore per voi tutti <3
 
Argomento interessante! ci ho pensato molte volte..più volte in modo estremamente serio. Mi piace molto il modo di ragionare di Horror Vacui, comunque volevo introdurre un altra questione che nessuno ha tirato fuori..io, sopratutto da piccolo ma anche tutt'ora, ho pensato di suicidarmi solamente perché ero curioso di sapere cosa c'é dopo la morte e questa curiosità era così tanta che non volevo aspettare l'anzianità. Magari dopo la morte ci "risvegliamo " tutti in un luogo fantastico fatto di nonsoche e capiamo che la vita era solo un sogno, una fase preparatoria per qualcosa di più! le possibilità sono infinite ma l'ignoto, lo sconosciuto attira molto…almeno per me é così! forse questo discorso é un po OT, comunque io sono ancora qua e per ora voglio vedere cosa ha da offrirmi la vita nel bene e nel male!
pace
 
Io non ho mai capito come certe persone riescano a vincere <l'istinto di sopravivvenza>.
Che non è una parte <razionale e volontaria> di me. (E degli esseri umani in genere)
E ho sempre "ammirato" chi si suicida, perchè lo considero come <la vittoria della razionalità\mente e dell'ìo, sull'istinto di sopravvivenza>

Ogni cellula dell'organismo..."grida" per rimanere "viva" e continuare ad esistere.
Non è una cosa "mentale" è proprio un fatto fisico.
E vincere questo "istinto" non è da tutti. Anzi.

Ti rendi conto "dell'istinto di sopravvivenza" quando ad esempio cadi in un burrone:
Per frenare la caduta su rami & varie...
si riesce tranquillamente a portarsi via completamente la carne dalle mani e braccia in certe situazioni pur di non morire.
E non ci pensi. ma Riesci a <danneggiarti pesantemente> in certe situazioni limite pur di non morire.
E non ci pensi. Lo fai. E' istintivo.

E vincere una cosa così,forte e potente che va al di la del tuo controllo come "l'istinto di sopravvivenza" non è cosa facile. Per niente.

Adamatine.ego
 
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