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religiosità e fede

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion maan
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maan

Neurotransmetteur
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Salvee a tutti!
Per adesso posso postare solo qua quindi non arrabbiatevi e scusatemi se ho sbagliato. Volevo confrontarmi con tutti voi su un argomento che mi preme moltissimo: la religione.
Premetto che vengo da una famiglia cristiana da generazioni e generazioni ma io da un annetto non credo più in Dio. Mi sembra che il cristianesimo sia un modo che molte persone usano per poter essere più sereni; sarebbe bello pensare ad una creatura perfetta e onniscente che ci ha creato e che veglia sempre su di noi, che si interessa sempre a ognuno di noi ed é in grado di perdonarci qualsiasi cosa facciamo. Insomma Dio per quello che ho capito per ora é una creatura che fa in modo che ci sia giustizia. Perché viviamo in un modo ingiusto (e questo mi sembra chiaro) ma, visto che a noi SERVE sapere che alla fine ci sarà un giudizio universale e ognuno di noi sarà giudicato e finirà nel luogo che si merita, allora si crede in Dio...o meglio si spera che ci sia Dio. Gran bella cosa. Ma a me non convince tutto ció.
Perché ci deve essere giustizia? perché dobbiamo per forza trovare un qualcosa che in qualche modo faccia giustizia? io non lo riesco a capire. Per me il mondo é così come lo vediamo. Non cé un senso a tutto. Non cé giustizia perché l'uomo é libero di fare ció che ritiene giusto (e non per forza questa data cosa é giusta per tutti).
Il cristianesimo inoltre cerca di insegnare a donare senza voler ricevere qualcosa in cambio e poi ogni buon cristiano prega Dio per ricevere una grazia; magari non una grazia per se stessi, ma sempre una grazia stai chiedendo. Forse sono di questa idea perché i miei mi hanno fatto vivere il mio percorso criatiano in modo obbligato: io non ho mai scelto di essere cristiano e tutt'ora vado in chiesa perché sono obbligato. Voi direte: allora sei un coglione. No. Io vado in chiesa solo perché i miei non capirebbero le mie idee e ci rimarrebbero troppo male. Non voglio dargli questo immenso dispiacere e non pensate che la cosa non mi pesi. Mi pesa eccome. Ogni domenica quando ascolto il prete percepisco un senso di disgusto...perché anche la messa non ha senso; é tutto un giro di parole, dura un'ora ma potrebbe durare due minuti. Il cristianesimo é bello eh non fraintendetemi...mi sembra solo finto, veramente finto. Mi sembra un'illusione per far si che si possa trovare un senso anche ai fatti che di senso non hanno niente. Per esempio mio padre é convinto che tutto ció che accade, accade per un motivo, accade perché Dio ha voluto questo per far si che tu possa crescere e imparare a essere migliore da ció. Ecco allora mio nonno (il padre di mio padre) é morto qualche tempo fa...perché é morto? a cosa é servita la sua morte?? a un bel niente. É morto perché così va la vita e io lo accetto, anche se non é una cosa facile e non mi rende affatto felice. Il cristianesimo invece mi dice che mio nonno é morto perché così io posso capire qualcosa, posso migliorare. Ma che cazzo significa?????!
Mi sembra una presa per il culo. Eppure mio padre ci crede ciecamente!Come cazzo si fa? io non ho il coraggio di chiedere a mio padre a cosa pensa che sia servita la morte del nonno perché ho paura di metterrlo in difficoltà e di ssmuovere la sua fede che é sincera. Peró lo dico a voi! io non pretendo di aver ragione peró mi sembra una cosa sensata questa che ho pensato!
Ora, io rispetto quasi tutti i membri di questo forum perché mi sembrate persone ragionevoli o comunque aperte ad un discorso anche se la pensaate diversamente (al contrario dei miei). Quindi voi che ne pensate?
Grazie per aver letto fin qui e scusate se vi ho fatto perdere tempo ma mi sta veramente a cuore :)
 
Vorrei rispondere relativamente a una tua affermazione:
Mi sembra un'illusione per far si che si possa trovare un senso anche ai fatti che di senso non hanno niente. Per esempio mio padre é convinto che tutto ció che accade, accade per un motivo, accade perché Dio ha voluto questo per far si che tu possa crescere e imparare a essere migliore da ció. Ecco allora mio nonno (il padre di mio padre) é morto qualche tempo fa...perché é morto? a cosa é servita la sua morte?? a un bel niente. É morto perché così va la vita e io lo accetto, anche se non é una cosa facile e non mi rende affatto felice. Il cristianesimo invece mi dice che mio nonno é morto perché così io posso capire qualcosa, posso migliorare. Ma che cazzo significa?????!

Il senso ed il non-senso sono astrazioni e concetti che attribuiamo agli avvenimenti che circondano la nostra vita. Perché qualcosa dovrebbe avere senso e qualcos'altro no? Sono cose diverse? Non appartengono all'Uno? Penso che tutto ha senso e non ha senso contemporaneamente.

La morte di tuo nonno non ti "rende" qualcosa: felice e triste sono stati di coscienza in cui la tua mente può sostare per un breve periodo, non hai bisogno di legarti a queste sensazioni visto che sono transitorie, effimere tanto quanto il materialismo.

Cosa dovrebbe significare che la morte di tuo nonno non è servita a niente? Contribuisce al ciclo vitale della natura, visto che nulla si crea e nulla si distrugge, diventando un potenziale albero, insetto, animale o persino essere umano senziente o addirittura un frammento di una stella nello spazio! In realtà la morte di tuo nonno ha contribuito a TUTTO.

Il cristianesimo dice che la morte di tuo nonno è servita a qualcosa solo per soddisfare il tuo desiderio egocentrico di essere consolato della sua morte, e con quel qualcosa si intende roba del tipo "tuo nonno ora vive bene nel paradiso con gli angeli" oppure "finalmente si ritroverà con la nonna" e cazzate del genere, quasi a dire che la sua vita era un inferno che non vedeva l'ora di sfuggire ad essa... Fosse così allora suicidiamoci tutti e ci vediamo al paradiso a cantare preghiere e volare sulle nuvole -_- Scusa se ti dico questo ma è la verità, dal mio punto di vista: se nel profondo il cristianesimo può esprimere concetti di rilevante grandezza spirituale, in superficie vedo solo contraddizione ed Ego.
 
Ogni azione ha una conseguenza, la giustizia è conseguenza. È il ciclo della vita fatto di equilibrio, alti e bassi, nero e bianco. La morte di tuo nonno può essere una 'lezione' ma ciò dipende da come la prendi ovviamente, vedi è la vita che fa il suo corso e l'accettazione di questa cosa apre molte porte. La religione è fede se manca questa perde il suo senso, io la vedo più come un percorso che ha un inizio e una fine come ogni percorso e come tale vi sono più modi di percorrerlo spetta a te trovere quello piu consono alla tua andatura. Ti consiglio di meditare e imparare ad accettare, la meditazione è molto semplice puoi iniziare da subito e non ha a che fare con la religione e la fede è un calmante naturale e serve a riconciliare.
 
da quel che ho capito il cristianesimo quando parla di morte si rifa alla passione di Cristo, no?! beh, lui ci ha insegnato come sconfiggere la morte. lui ha sconfitto la morte accettandola. accettando il suo destino...

per quanto riguarda la giustizia e l'ingiustizia, ora mi sta venendo in mente che: siamo energia, magari positiva, magari negativa, e quando sarà l'ora di lasciare il corpo, magari questa energia influenzerà ciò che diventeremo, dove ci "disperderemo", dove andrà una sua parte..


p.s.: per quanto mi riguarda non sono cristiano, però mi fido più di Gesù Cristo, che degli uomini.
più dei suoi insegnamenti (che peraltro sono simili a milioni di culture differenti), che di quelli dei banchieri.


ma parlaci con tuo padre, cos'è questa paura? la paura è inutile, la paura non porta da nessuna parte. la paura ci rende schiavi. e difatti sei costretto ad andare in chiesa...
 
Dobbiamo comprendere la grande differenza che c'è tra Cristianesimo e Cattolicesimo. Il Cattolicesimo è stato e per certi versi rimane un grande errore, una corruzione del vero messaggio di Cristo ai fini della chiesa.
Il Cristianesimo è tutt' altra cosa, nelle parole di Cristo possiamo ritrovare grandi insegnamenti, che non differiscono da nessuna delle grandi religioni. Il messaggio è il solito, Amore. Lo dicevano Buddha, Cristo e Maometto (per citare le 3 grandi fedi).
Sta a noi uomini comuni interpretare.
 
In un periodo di depressione acuta ti avrei risposto che la religione è necessaria semplicemente per placare (definire?) il male insito nell'uomo e dargli delle regole etiche da seguire senza se e senza ma, e poi sarei partito con una pantomima sul fatto che gli esseri umani sono bestie senza freni che tenderebbero a massacrarsi/stuprarsi/prevaricarsi e dunque l'unico modo per arginarli è il terrore.

Ma oggi mi sento allegro quindi ti racconterò un'altra storia, o meglio ti darò un altro punto di vista, che probabilmente alcuni di voi riterranno ugualmente pessimista.

Vivere in un completo ateismo è veramente difficile, pensare alla vita, alla terra e all'universo come eventi/elementi casuali mossi per semplice inerzia, ingranaggi che semplicemente vanno senza fermarsi in una eterna (o anche no) macchina si stupefacente e perfetta ma fredda e senz'anima è una visione che a parer mio in un primo momento mi rattrista e mi fà venir voglia di lasciarmi andare a vivere in maniera superficiale e distaccata ogni cosa che mi accade o vedo che accade intorno a me.

Ma poi ci penso un pò e trovo che questa fredda e insensata cosa chiamata esistenza o vita o come volete chiamarla ci stà effettivamente, se muovo un braccio e colpisco le casse del computer le rompo e se bacio la mia donna provo qualcosa di reale e tangibile, dei sentimenti.

Perchè caxxo non siamo automi che mangiano e bevono e si riproducono?!?? Ed ecco che arrivano le religioni, o pseudo tali che mi dicono 'aho guarda che provi quella cosa perchè non sei parte di un ingranaggio da oliare ogni tanto con qualche morte e nascita, sei qualcosa di profondo e magnifico fatto per provare l'infinito e assaporare la bellezza e il suo opposto, hai un'ANIMA' E lì parte un qualcosa che credo di non essere in torto a affermare ha animato da sempre l'essere umano e continuerà a farlo IL DUBBIO.

Le risposte a questo dubbio ce le hanno provate a dare in tanti: profeti, filosofi, intellettuali ... Ma IO personalmente non riesco ancora a distaccarmi da quella mia visione meccanica e se vogliamo senz'anima della vita, non riesco ad abbracciare nulla finchè non avrò un esperienza diretta del divino, dell'anima. Ma come ho detto poco fà ho avuto ed ho esperienza diretta di quello che mi circonda e di quello che provo (che può essere altrettanto magnifico senza avere del divino in sè) e credo in questo, nella magnificenza dell'esistenza insensata, nella bellezza dei sentimenti umani, nella contemplazione dell'esistente intorno a me inutile forse, ma stupefacente! ed il mio DUBBIO sopisce per un momento quando provo un piacere immenso o un dolore troppo profondo, nella profondità e nella complessità.

Tutto stò poema per dirti cosa... che per me in realtà dopo una seconda analisi della cosa non c'è del malvagio nel pensare che tutto ciò che accade non accade per un motivo e che la giustizia non esista. Vivo l'insensato con passione e mi rallegro di ciò che mi rallegra e mi stupisco di ciò che mi stupisce. E così ho in parte e sicuramente per il momento placato i miei DUBBI... e non me la prendo se qualcuno li 'placa' attenendosi a scritti sacri o altro, è semplicemente un altra interpretazione, condivisibile o meno ma non da buttare per certo, non ce l'avere con tuo padre se crede in ciò che crede ma pretendi che lui faccia lo stesso con te...

Spero non sia stato troppo contorto e sia chiaro il mio discorso.
 
Ciao e benvenuto, aldilà dei discorsi di fede (beato chi ce l'ha veramente questo dono) voglio darti un consiglio: non chiederti perchè si muore, chiediti per cosa bisognerebbe vivere.
La morte è una delle clausole del contratto che tutti firmiamo alla nascita, a occhi chiusi. La vita inizia con la più grande delle incoscienze!
 
Grazie per i vostri commenti :)
mi sembra di aver capito che sto guardando questa cosa da un punto di vista sbagliato.
Proveró a parlarne con i miei ma non penso che servirà.
 
vai in chiesa per non far sentire a disagio i tuoi cari... e questo è bene!

non parli del tuo disagio per paura delle conseguenze... e questo è male!

percepisci l'ipocrisia e non ti senti ispirato dalla chiesa... e questo è bene!

continui però ad andarci abituandoti a deprimerti (pensi: "tanto è solo un ora a settimana")... e questo è male!
 
JOLLY a dit:
vai in chiesa per non far sentire a disagio i tuoi cari... e questo è bene!

non parli del tuo disagio per paura delle conseguenze... e questo è male!

percepisci l'ipocrisia e non ti senti ispirato dalla chiesa... e questo è bene!

continui però ad andarci abituandoti a deprimerti (pensi: "tanto è solo un ora a settimana")... e questo è male!

So di stare sbagliando in parte. cercheró di parlare con i miei senza essere troppo drastico



TodosAnti a dit:
In un periodo di depressione acuta ti avrei risposto che la religione è necessaria semplicemente per placare (definire?) il male insito nell'uomo e dargli delle regole etiche da seguire senza se e senza ma, e poi sarei partito con una pantomima sul fatto che gli esseri umani sono bestie senza freni che tenderebbero a massacrarsi/stuprarsi/prevaricarsi e dunque l'unico modo per arginarli è il terrore.

Ma oggi mi sento allegro quindi ti racconterò un'altra storia, o meglio ti darò un altro punto di vista, che probabilmente alcuni di voi riterranno ugualmente pessimista.

Vivere in un completo ateismo è veramente difficile, pensare alla vita, alla terra e all'universo come eventi/elementi casuali mossi per semplice inerzia, ingranaggi che semplicemente vanno senza fermarsi in una eterna (o anche no) macchina si stupefacente e perfetta ma fredda e senz'anima è una visione che a parer mio in un primo momento mi rattrista e mi fà venir voglia di lasciarmi andare a vivere in maniera superficiale e distaccata ogni cosa che mi accade o vedo che accade intorno a me.

Ma poi ci penso un pò e trovo che questa fredda e insensata cosa chiamata esistenza o vita o come volete chiamarla ci stà effettivamente, se muovo un braccio e colpisco le casse del computer le rompo e se bacio la mia donna provo qualcosa di reale e tangibile, dei sentimenti.

Perchè caxxo non siamo automi che mangiano e bevono e si riproducono?!?? Ed ecco che arrivano le religioni, o pseudo tali che mi dicono 'aho guarda che provi quella cosa perchè non sei parte di un ingranaggio da oliare ogni tanto con qualche morte e nascita, sei qualcosa di profondo e magnifico fatto per provare l'infinito e assaporare la bellezza e il suo opposto, hai un'ANIMA' E lì parte un qualcosa che credo di non essere in torto a affermare ha animato da sempre l'essere umano e continuerà a farlo IL DUBBIO.

Le risposte a questo dubbio ce le hanno provate a dare in tanti: profeti, filosofi, intellettuali ... Ma IO personalmente non riesco ancora a distaccarmi da quella mia visione meccanica e se vogliamo senz'anima della vita, non riesco ad abbracciare nulla finchè non avrò un esperienza diretta del divino, dell'anima. Ma come ho detto poco fà ho avuto ed ho esperienza diretta di quello che mi circonda e di quello che provo (che può essere altrettanto magnifico senza avere del divino in sè) e credo in questo, nella magnificenza dell'esistenza insensata, nella bellezza dei sentimenti umani, nella contemplazione dell'esistente intorno a me inutile forse, ma stupefacente! ed il mio DUBBIO sopisce per un momento quando provo un piacere immenso o un dolore troppo profondo, nella profondità e nella complessità.

Tutto stò poema per dirti cosa... che per me in realtà dopo una seconda analisi della cosa non c'è del malvagio nel pensare che tutto ciò che accade non accade per un motivo e che la giustizia non esista. Vivo l'insensato con passione e mi rallegro di ciò che mi rallegra e mi stupisco di ciò che mi stupisce. E così ho in parte e sicuramente per il momento placato i miei DUBBI... e non me la prendo se qualcuno li 'placa' attenendosi a scritti sacri o altro, è semplicemente un altra interpretazione, condivisibile o meno ma non da buttare per certo, non ce l'avere con tuo padre se crede in ciò che crede ma pretendi che lui faccia lo stesso con te...

Spero non sia stato troppo contorto e sia chiaro il mio discorso.

Capisco perfettamente cosa vuoi dire! anchio ho ragionato in questo modo...si il mondo forse é casuale e "freddo" ma non per questo é triste. :)
 
Secondo me ci sono troppi segnali per dire che tutto è casuale. Quella cosa che spinge l'evoluzione a ricercare la perfezione, che spinge ogni cosa a stabilizzarsi seguendo degli algoritmi. Solo perchè con la tecnologia riusciamo a spiegare tanti fatti che prima erano sconosciuti iniziamo a non credere più in niente, ma il Mistero è infinito. Per quanto si scopra non si sarà mai lontanamente vicini a comprendere Tutto poichè esso è un Mistero ma avvicinarsi il più possibile aumentando la nostra consapevolezza fa rendere conto di qualcosa, che tutto è collegato e tutto accade per un motivo.
Il disegno divino c'è... basta saper leggere tra le righe...
Sta a noi decidere se è il caso di comportarsi il più vicino possibile ad esso e vivere nella pace del disordine naturale delle cose o ignorarlo e piombare nel caos dell'ordine innaturale.
Pur sapendo la Verità siamo uomini, di conseguenza si finirà sempre per commettere errori. Il rovescio della medaglia ci sarà sempre, questa è la prerogariva di questa dimensione materiale e questo va accettato.
 
MENE a dit:
Secondo me ci sono troppi segnali per dire che tutto è casuale. Quella cosa che spinge l'evoluzione a ricercare la perfezione, che spinge ogni cosa a stabilizzarsi seguendo degli algoritmi. Solo perchè con la tecnologia riusciamo a spiegare tanti fatti che prima erano sconosciuti iniziamo a non credere più in niente, ma il Mistero è infinito. Per quanto si scopra non si sarà mai lontanamente vicini a comprendere Tutto poichè esso è un Mistero ma avvicinarsi il più possibile aumentando la nostra consapevolezza fa rendere conto di qualcosa, che tutto è collegato e tutto accade per un motivo.
Il disegno divino c'è... basta saper leggere tra le righe...
Sta a noi decidere se è il caso di comportarsi il più vicino possibile ad esso e vivere nella pace del disordine naturale delle cose o ignorarlo e piombare nel caos dell'ordine innaturale.
Pur sapendo la Verità siamo uomini, di conseguenza si finirà sempre per commettere errori. Il rovescio della medaglia ci sarà sempre, questa è la prerogariva di questa dimensione materiale e questo va accettato.

Straquoto... Tutto è un butterfly effect, ogni cosa, dalla più piccola alla più grande, dalla più intelligente alla meno, è una farfalla che batte le ali e tutte insieme formano il tornado della vita. Ci sentiamo tutti così distaccati, tutti così unici e diversi... Guardiamoci negli occhi e diciamoci la verità: non c'è alcuna differenza tra me e te, ne tra me e lui e neanche tra te e lui. Facciamo tutti parte dello stesso disegno, siamo tutti immersi nel tutto ma stranamente non ci sentiamo tutto e tendiamo a mettere di fronte a noi ciò che noi proprio non siamo, comportandoci in maniera egoistica, uccidendo gli altri e danneggiando quello che inconsapevolmente (ma neanche tanto, a volte credo che la gente preferisca fare finta di non sapere piuttosto che subire il peso della Vita) siamo NOI STESSI!!

Pur sapendo la verità siamo uomini, di conseguenza si finirà sempre per commettere errori. L'ho sempre pensato :D : è nella nostra natura esprimerci in ogni nostro particolare quindi l'errore fa' parte di noi, ma non per questo dobbiamo ripudiarci... Trovo che dobbiamo apprezzare LA MEDAGLIA, non soltanto uno dei suoi lati, quindi TUTTO ciò che entra a far parte della nostra vita può essere visto come un ottimo motivo di apprendimento di conoscenza. Infondo non siamo noi ricercatori dell'infinito nell'infinito? Come possiamo riuscire ad apprezzare qualcosa che è triste e felice contemporaneamente se troviamo "bella e giusta" solo la parte felice di quel qualcosa?

È una cosa che ho notato negli psichedelici: ti sbattono in faccia il dualismo della vita senza pensarci due volte e ti trovi a vivere delle sensazioni che sono stranissime, dove stai male e stai bene, poi stai bene e stai male... Alcuni possono anche traumatizzarsi da ciò, come è successo più di una volta ad un mio amico... Mentre altri possono trovare in questo "girare seguendo un moto spiraliforme su se stessi" la beatitudine, qualcosa di vicinissimo a ciò che molti qui chiamano UNO, Dio, Infinito, Nirvana, Samandhi... Credo che capite ciò che voglio dire! Lo stato di coscienza dove il nostro Sé è libero dai vincoli dell'Ego... Penso che sia possibile visitare questo stato con un avvelenamento da funghi psilocibinici (che non è neanche un vero e proprio avvelenamento, perché non stai male e non muori ma svieni) ma non avendo mai provato non ne sono certo.

Scusate se quello che ho scritto può sembrare off-topic, non era mia intenzione distogliere la vostra attenzione dall'argomento ma mi sono lasciato andare xD

Comunque sia concordo con i consigli ricevuti dagli altri utenti... Parlane con i tuoi genitori e digli la verità, loro saranno la tua porta verso il cambiamento dell'abitudine che si è formata sia dentro di te che dentro di loro, convinti di vedere un fedele cristiano entrare in messa con loro xD E ricorda che non importa se tuo padre condivida o meno la tua scelta: quello che conta è che lui e tu stiate bene entrambi, non perché avete le stesse idee e non entrate in conflitto per questo, ma perché pur essendo le vostre idee discordanti sapete che all'infuori di esse l'amore tra voi non è mai venuto a mancare, Dio o non Dio, Messa o non Messa.
 
esatto... esatto...
 
~Møgõrøs• a dit:
Straquoto... Tutto è un butterfly effect, ogni cosa, dalla più piccola alla più grande, dalla più intelligente alla meno, è una farfalla che batte le ali e tutte insieme formano il tornado della vita. Ci sentiamo tutti così distaccati, tutti così unici e diversi... Guardiamoci negli occhi e diciamoci la verità: non c'è alcuna differenza tra me e te, ne tra me e lui e neanche tra te e lui. Facciamo tutti parte dello stesso disegno, siamo tutti immersi nel tutto ma stranamente non ci sentiamo tutto e tendiamo a mettere di fronte a noi ciò che noi proprio non siamo, comportandoci in maniera egoistica, uccidendo gli altri e danneggiando quello che inconsapevolmente (ma neanche tanto, a volte credo che la gente preferisca fare finta di non sapere piuttosto che subire il peso della Vita) siamo NOI STESSI!!

Pur sapendo la verità siamo uomini, di conseguenza si finirà sempre per commettere errori. L'ho sempre pensato :D : è nella nostra natura esprimerci in ogni nostro particolare quindi l'errore fa' parte di noi, ma non per questo dobbiamo ripudiarci... Trovo che dobbiamo apprezzare LA MEDAGLIA, non soltanto uno dei suoi lati, quindi TUTTO ciò che entra a far parte della nostra vita può essere visto come un ottimo motivo di apprendimento di conoscenza. Infondo non siamo noi ricercatori dell'infinito nell'infinito? Come possiamo riuscire ad apprezzare qualcosa che è triste e felice contemporaneamente se troviamo "bella e giusta" solo la parte felice di quel qualcosa?

È una cosa che ho notato negli psichedelici: ti sbattono in faccia il dualismo della vita senza pensarci due volte e ti trovi a vivere delle sensazioni che sono stranissime, dove stai male e stai bene, poi stai bene e stai male... Alcuni possono anche traumatizzarsi da ciò, come è successo più di una volta ad un mio amico... Mentre altri possono trovare in questo "girare seguendo un moto spiraliforme su se stessi" la beatitudine, qualcosa di vicinissimo a ciò che molti qui chiamano UNO, Dio, Infinito, Nirvana, Samandhi... Credo che capite ciò che voglio dire! Lo stato di coscienza dove il nostro Sé è libero dai vincoli dell'Ego... Penso che sia possibile visitare questo stato con un avvelenamento da funghi psilocibinici (che non è neanche un vero e proprio avvelenamento, perché non stai male e non muori ma svieni) ma non avendo mai provato non ne sono certo.

Scusate se quello che ho scritto può sembrare off-topic, non era mia intenzione distogliere la vostra attenzione dall'argomento ma mi sono lasciato andare xD

Comunque sia concordo con i consigli ricevuti dagli altri utenti... Parlane con i tuoi genitori e digli la verità, loro saranno la tua porta verso il cambiamento dell'abitudine che si è formata sia dentro di te che dentro di loro, convinti di vedere un fedele cristiano entrare in messa con loro xD E ricorda che non importa se tuo padre condivida o meno la tua scelta: quello che conta è che lui e tu stiate bene entrambi, non perché avete le stesse idee e non entrate in conflitto per questo, ma perché pur essendo le vostre idee discordanti sapete che all'infuori di esse l'amore tra voi non è mai venuto a mancare, Dio o non Dio, Messa o non Messa.

Ho capito cosa dici ma non sono d'accordo con te in parte.
Secondo me siamo diversi gli uno dagli altri; ognuno di noi é unico ma non per questo dobbiamo ucciderci o altro.
Siamo diversi ma vivendo nello stesso luogo e facendo parte della stessa razza alla fine facciamo tutti parte di un unico progetto certo. La diversità e l'unicità sono delle cose bellissime, se fossimo tutti uguali penso che il mondo sarebbe noioso. Poi alcuni di noi hanno qualcosa in comune e questo é ancora più bello perché ci ricorda che qualcosa comunque ci lega anche nella nostra diversità.

Riguardo a quello che mi hai detto sul parlare con mio padre penso che sarebbe bello poter parlarci liberamente. Purtroppo lo conosco bene e so che quando gli diró che non voglio essere cristiano lui inevitabilmente penserà di aver fallito in parte con me come padre perché non é riuscito a farmi capire "l'importanza di dio". Io non vorrei dargli questo dispiacere ma credo che ormai ci.parleró. non riesco a sopportare tutta questa finzione continua con i miei genitori.
 
maan a dit:
Ho capito cosa dici ma non sono d'accordo con te in parte.
Secondo me siamo diversi gli uno dagli altri; ognuno di noi é unico ma non per questo dobbiamo ucciderci o altro.
Siamo diversi ma vivendo nello stesso luogo e facendo parte della stessa razza alla fine facciamo tutti parte di un unico progetto certo. La diversità e l'unicità sono delle cose bellissime, se fossimo tutti uguali penso che il mondo sarebbe noioso. Poi alcuni di noi hanno qualcosa in comune e questo é ancora più bello perché ci ricorda che qualcosa comunque ci lega anche nella nostra diversità.

Riguardo a quello che mi hai detto sul parlare con mio padre penso che sarebbe bello poter parlarci liberamente. Purtroppo lo conosco bene e so che quando gli diró che non voglio essere cristiano lui inevitabilmente penserà di aver fallito in parte con me come padre perché non é riuscito a farmi capire "l'importanza di dio". Io non vorrei dargli questo dispiacere ma credo che ormai ci.parleró. non riesco a sopportare tutta questa finzione continua con i miei genitori.

Bravo, stai già cambiando la direzione del tuo pensiero rispetto a quello che avevi scritto nel messaggio di testa :) Secondo me se parli con tuo padre scoprirai che forse siete più simili di quello che pensi... Anche lui ha sicuramente vissuto i tuoi stessi problemi da giovane, con la religione, le regole e tutta la società in generale, e forse potrai scovare il motivo per cui lui ora è così tanto legato al cattolicesimo! Potrai dirgli che nel tuo periodo di vita non hai avuto modo di provare la sensazione che prova lui riguardo quegli argomenti e che ti sentiresti meglio nella ricerca di un percorso a te affine. Secondo me capirà, in fondo è tuo padre e ancora più in fondo sei tu!

Comunque non intendevo dire che siamo tutti automi costretti nella vita ad essere uguali in tutto e per tutto... Se sei unico tu, sono unico anche io, ed è unico anche lui: è questo quello che intendevo! Quindi che differenza c'è se siamo tutti unici? Mica qualcuno è "meno unico" di te! E mica tu sei "meno unico" di qualcun altro! Penso che non possiamo metterci a fare classificazioni su chi è meno unico e chi lo è di più... Vedo che cosa ha causato ciò nel corso degli anni e non ho intenzione di ripetere gli errori passati dell'uomo, perciò metto tutti sullo stesso piano di "unicità" :D
 
~Møgõrøs• a dit:
Bravo, stai già cambiando la direzione del tuo pensiero rispetto a quello che avevi scritto nel messaggio di testa :) Secondo me se parli con tuo padre scoprirai che forse siete più simili di quello che pensi... Anche lui ha sicuramente vissuto i tuoi stessi problemi da giovane, con la religione, le regole e tutta la società in generale, e forse potrai scovare il motivo per cui lui ora è così tanto legato al cattolicesimo! Potrai dirgli che nel tuo periodo di vita non hai avuto modo di provare la sensazione che prova lui riguardo quegli argomenti e che ti sentiresti meglio nella ricerca di un percorso a te affine. Secondo me capirà, in fondo è tuo padre e ancora più in fondo sei tu!

Comunque non intendevo dire che siamo tutti automi costretti nella vita ad essere uguali in tutto e per tutto... Se sei unico tu, sono unico anche io, ed è unico anche lui: è questo quello che intendevo! Quindi che differenza c'è se siamo tutti unici? Mica qualcuno è "meno unico" di te! E mica tu sei "meno unico" di qualcun altro! Penso che non possiamo metterci a fare classificazioni su chi è meno unico e chi lo è di più... Vedo che cosa ha causato ciò nel corso degli anni e non ho intenzione di ripetere gli errori passati dell'uomo, perciò metto tutti sullo stesso piano di "unicità" :D

Ahh non avevo capito bene cosa intendevi allora :)
proveró a parlarci ma per adesso credo di essere profondamente diverso da mio padre...spero che tu abbia ragione.
 
Avrei proprio voluto aprire io un thread di questo tipo, in ogni caso ti esplico il mio pensiero su quest'argomento.
Premetto che mi definisco un dubbioso, un ateo nel vero senso del termine, più avanti capirai perché.
E' intanto fondamentale fare una divisione tra due concetti: religione e spiritualità (si potrebbe pensare che sono tra di loro legate, anche etimologicamente, ma in realtà sono due cose ben diverse). Mentre la prima consiste fondamentalmente nel legame tra fede e indottrinamento, da cui seguono libri pieni di regole da seguire e storie (in teoria metafore) da prendere più o meno sul serio, la seconda rappresenta un alto concentrato di filosofia e pensiero personale. La dimensione del pensiero nelle due cose segue due strade opposte: mentre nella religione si segue un sentiero già ben tracciato dal pensiero degli altri, e solo da certi tipi di pensiero (ES: un cattolico molto difficilmente seguirà il sentiero tracciato dal pensiero di un musulmano o di un induista), nella spiritualità la strada da seguire non esiste in partenza, non è preconfezionata e per questo motivo il pensiero può evolvere verso infinite forme e pendere infinite direzioni. Esso (il pensiero) prende spunto da tutto ciò che lo circonda, da qualsiasi dottrina religiosa, da qualsiasi conoscenza scientifica e lo trasforma in idea. Il passo successivo è dare a questa idea la forma di pensiero spirituale, creando la propria "religione" (tra un'infinità di virgolette) che però segue un concetto che la rende diversa da qualsiasi altra: il dubbio. Il pensiero spirituale ce lo siamo creati da soli, non abbiamo alcuna prova scientifica per dimostrare la nostra idea. Il fatto di non dare nulla per scontato rende la nostra idea estremamente devota al cambiamento e all'evoluzione di se stessa.
Una volta chiarito questo cercherò di definire cosa è l'ateismo per me. L'errore più comune che si fa è trasformare l'ateismo in una religione. Il fatto di non credere in nulla trasforma il Nulla in un'entità ben definita e al di sopra di tutto; come si fa a definire il nulla? E' lo stesso meccanismo che usa un Religioso per definire Dio, ed ecco che l'arroganza di essere certi della sua esistenza si accosta perfettamente all'arroganza di essere certi della sua non esistenza. Per questo la mia definizione di ateo è la seguente: colui che non ha un pensiero definitivo sulle cose che non può in alcun modo conoscere (così per la religione è anche per teorie come il big bang o il big crunch, non ancora dimostrabili).
Il terzo e ultimo passo che devo necessariamente fare è spiegare cosa penso io della religione anche se si è più o meno già capito. La religione consiste in un pensiero unico che segue una sola via, quella dei suoi testi, e un indottrinamento unilaterale senza via di scampo. Ciò a cui si può giungere semplicemente studiando e con le proprie riflessioni non è minimamente paragonabile a ciò a cui si può giungere in moschea o in chiesa (inutili per me).

Ora due consigli:
Parla con tuo padre e spiegagli in cosa credi, ma non fare diventare un granello di sabbia un macigno, non farlo diventare forzato, quando esce il discorso spiegagli il perché non andrai mai più a messa. Lui capirà.
Poi, come ti ha detto JOLLY, il fatto di continuare con questa agonia ti imbastardisce e blocca il tuo pensiero, anche solo per il fatto che ti f stare male.
Peace.
 
"Colui che non è certo di ciò che non può sapere" non si definisce agnostico?
 
BlueFire a dit:
"Colui che non è certo di ciò che non può sapere" non si definisce agnostico?
Sì hai ragione, ma volevo sottolineare il fatto che spesso l'ateismo diventa una sorta di "religione al contrario".
A livello di definizione, è precisamente come dici tu.
 
maan a dit:
Salvee a tutti!
Per adesso posso postare solo qua .....
Mio parere personale le religioni servono per tenere buone le persone di una certa area, oppure incitare la guerra verso un'altra religione, ti dico solo che qualcuno dice: la religione è la più grande invenzione di tutti i tempi
 
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