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Primi (deludenti) passi nel mondo della psylocibe

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion Eterodosso
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Eterodosso

Neurotransmetteur
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8/9/14
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Vorrei raccontarvi le mie prime tre esperienze con i tartufi, tutte avvenute quest'anno nell'arco di un paio di mesi. Come premessa generale, prima di intraprendere questo passo, ho passato giorni a documentarmi su questo ed altri forum, leggendo esperienze, consigli, e quant'altro al riguardo. Così fornito di un mai abbastanza grande bagaglio teorico, ho atteso che mia moglie (proibizionista al massimo grado, vorrebbe che non fumassi neanche tabacco, figuriamoci il resto... e tutto perché, in "tenera età", 18 anni, su per giù, dopo aver fumato una canna ha avuto una "crisi di estraniamento" dalla quale non riusciva a rientrare, e a poco è valso quanto detto dal medico dell'ospedale in cui, non sapendo che pesci pigliare, le sue amiche l'avevano portata, ovvero che non era la sostanza in sé, erano i suoi casini che avevano scelto quell'occasione e quel modo per manifestarsi, e che sarebbe potuto succedere anche dopo un semplice caffé) avesse programmato delle uscite di qualche giorno, per organizzarmi di conseguenza.

1° Esperienza
Sabato 6 luglio 2014, a digiuno dall'ora di pranzo, sono riuscito solo verso le 22:00 ad aprire la busta con i tartufi (Tampanensis, 20 gr.) e ad ingurgitarli, previa lunga masticazione. La location era la più tranquilla possibile, casa mia. Tranquillo anche io, avevo scelto un sabato in modo che, il giorno dopo, non avessi problemi con sveglie oltre l'orario e possibili impatti negativi per quanto riguarda il lavoro. Mastico e rimastico, deglutisco, e aspetto. Nel frattempo, e non era un effetto collaterale della sostanza ma del digiuno forzato, mi era venuta una fame epica.
Dopo un quarto d'ora, cominciano i primi effetti, tutti fisici: mi sentivo stanchissimo, sbadigliavo in continuazione, tanto che ho deciso di sdraiarmi sul divano. Anche perché, durante il secondo quarto d'ora, il mondo era diventato traballante, ed io più del mondo. La vista era un po' shakerata (le cose tremavano un po', guardandole), ma, oltre a questo, niente di più. A quel punto, mi sono ricordato (male, purtroppo) di aver letto, tra i vari consigli, quello di tenersi a portata di mano un po' d'acqua da bere e qualche snack. Qualche snack? Barcollante, ho aperto il frigo e gli ho dato fondo, mangiando di tutto e di più, fino a riuscire a placare il mio stomaco che, complice anche la ventina di grammi che gli erano piovuti dentro, stava, inutilmente, lavorando a pieno regime non rendendosi conto di essere quasi completamente vuoto. E' stato un tragico errore: dopo un'ora ero fresco e pimpante come se non avessi assunto altro che la pseudo-cena che mi ero imbandito. Solo in seguito, sempre consultando esperienze in rete, mi sono reso conto di aver interrotto il viaggio col mio peccato di gola. Peccato, appunto. Ma, mi dissi, non sarebbe finita lì.

2° Esperienza
Dopo una ventina di giorni, altra uscita di mia moglie (mi sembra di essere tornato adolescente, quando ero costretto a fumare di nascosto...), e, stavolta, avevo scelto l'Atlantis, un po' più forte del Tampanensis. Anzi, per l'occasione, il venditore si era sbagliato e mi aveva mandato due confezioni invece di una (al prezzo di una, comunque... che cùlo sfacciato, dirà qualcuno). Decido, comunque, di utilizzare una sola confezione, anche perché, stando alle (prudenti) dichiarazioni del venditore, la dose "di prova" si aggirava sui 4-5 grammi, 10-12 per un trip medio, 15 o più per "skilled psichonauts". E, come la prima volta, ho fatto finta di essere skilled, ed ho cominciato, verso le 21:00, a masticarmi, un po' alla volta per essere sicuro di frantumarli il più possibile e facilitarne, così, l'assorbimento da parte dell'organismo, i miei 20 grammi di Atlantis.
Dopo il solito quarto d'ora, gli effetti erano simili alla volta precedente, un po' più forti, forse, anche se con meno precarietà nei movimenti. Visualmente, oltre alla solita percezione di un mondo circostante in continua vibrazione, gli oggetti in movimento sembravano lasciare una "scia", come dire... un po' come quei filmati in slow motion in cui l'oggetto è seguito da altre immagini parziali dello stesso in dissolvenza. Dopo mezz'ora/tre quarti d'ora, piccola crisi di ipercinetismo: non riuscivo a stare fermo, dovevo assolutamente muovere almeno una parte di me (ho cominciato a muovere le sole braccia, non fidandomi al 100% della mia stabilità fisica, ma tanto bastava a soddisfare lo stimolo). Chiudendo gli occhi, vedevo come del buio in movimento.
E' andato avanti cosi per un'altra mezz'ora abbondante (siamo, quindi, arrivati ad un'ora, un'ora ed un quarto, dall'assunzione), poi, piano piano, tutti questi effetti cominciano ad affievolirsi fino a, praticamente, sparire al chiudersi della seconda ora. Vagamente incavolato e meno vagamente perplesso (dove sono le 4-6 ore di effetto, mi chiedevo), mi sono detto: "Vabbè, a 'sto punto mi sparo una canna, almeno provo a chiudere la serata in bellezza". Ad onor del vero, non ho detto proprio "vabbé", anche se il termine utilizzato iniziava sempre con la V (scusate gli eufemismi, ma ho letto delle reprimende dei moderatori ad interventi in cui venivano utilizzate locuzioni popolari ma volgari, e non volevo correre questo rischio proprio col mio primo thread... anche se, personalmente, ritengo che un po' di turpiloquio, saggiamente usato, sia il miglior condimento, anche retorico, della lingua italiana, ne esalta ed accresce il sapore).
A quel punto, il joint ha fatto, per fortuna, saltare un po' il tappo: il viaggio, anche se atipico, è cominciato. Niente effetti visuali o allucinazioni (né ad occhi aperti, né ad occhi chiusi), apparizioni o figure geometriche, no, niente di tutto questo. Ma una sensazione di unione con l'universo, questa si. Per la cronaca, per fumare mi sono piazzato su una quasi sdraia (diciamo una chaise longue, ovvero una sedia da esterno il plastica con lo schienale reclinabile ed una "estensione" per appoggiare le gambe) sul terrazzo di casa mia, e fumando ammiravo il cielo stellato.
Non ho ben capito, comunque, se l'effetto di picco sia stato quello della cannabis amplificato dalla psylocibe, o quello della psylocibe in parte sbloccato dalla cannabis.
Dopo un paio d'ore dalla canna (quindi, siamo sulle 4 ore abbondanti complessive), è cominciata (di nuovo, direi) la discesa, e sono andato a dormire.
Tutto sommato, un'esperienza piacevole (parlo del finale, ovviamente), abbastanza profonda, ma che mi ha lasciato, come dubbio di fondo, quella di essere, in parte, refrattario al principio attivo. Possibile? Si ha notizia di casi del genere?
Ma passiamo alla

3° Esperienza
6 settembre 2014, mia moglie nuovamente in viaggio (per chiarire, anche se decisamente OT, posso dire che mia moglie ha una passione sviscerata per il ciclismo - mentre io, in bici, il risultato più grosso che ho ottenuto è stato, anni fa, di lussarmi una spalla - e per la montagna - che, francamente, odio abbastanza: capita, così, che mia moglie parta per escursioni o raduni ciclistici amatoriali senza pretendere, per fortuna, che io la segua, anzi, dandomi modo di approfittare della sua assenza per dare fondo a tutte le mie "perversioni"). La seconda busta di Atlantis, sigillata e sotto vuoto, è stata, e non potevo fare altrimenti senza dover fornire spiegazioni che non sarei stato in grado di trovare, malamente conservata in un cassetto, anziché in frigo. Al buio, certo, senza sensibili variazioni di temperatura, che non era neanche troppo elevata. Ma non erano certo i 2-4 gradi consigliati.
Proprio per questo (anzi, anche per questo, visto l'esito dei tentativi precedenti) ho pensato bene di far precedere l'assunzione dell'Atlantis da quella di Peganum Harmala. Avevo letto, in diversi interventi, che la ruta siriaca raddoppia/quadruplica gli effetti della psylocibina/psilocina, ed ho pensato che valesse la pena di tentare. Quindi, sempre verso le 21:00, sempre a casa mia, sempre a digiuno dall'ora di pranzo (ed avendo, nel frattempo, lavorato e, poi, praticato un'oretta di Tai Chi, mi sono ficcato in bocca circa 4 gr. di semi di Peganum, che ho cominciato, con diligenza, a masticare il più possibile mentre portavo fuori il cane (eh si, ogni tanto bisogna unire l'utile al dilettevole). Il sapore non è poi così disgustoso come ho letto in giro, solo un po' acre il retrogusto. E, comunque, non avevo neanche idea che 4 grammi fossero una dose che costringe ad un quarto d'ora o più di masticazione, riempendoti quasi la bocca.
Poi, dopo mezz'ora/tre quarti, ho aperto la confezione di Atlantis ed ho ricominciato a far andare le mandibole. Nonostante la non ottimale conservazione, non ho notato differenze né nel gusto (che, per essere sincero, non era granché neanche le 2 volte precedenti) né nell'aspetto. Ma negli effetti, si, purtroppo. L'iter, per la prima ora, ha rispecchiato quello delle precedenti esperienze, senza, però, ipercinetismo, e con l'effetto "slow motion" più forte. Passata questa ora, già ricominciava la discesa, accompagnata, però, stavolta, da conati di vomito dovuti, senza dubbio, ai semi di ruta. Ho giocato il tutto per tutto rollando un joint che speravo, come in precedenza, salvifico, ma niente. Niente di niente. In capo a tre ore, era rimasto soltanto lo stomaco a soqquadro, tanto che ho faticato a non vomitare sul serio (E che *****, pensavo, ora ci manca solo di vanificare tutto buttando fuori quello che, invece, fa effetto, quando lo fa, solo stando dentro...).

E questo è quanto. Ragazzi, che faccio? Lascio (perdere) o raddoppio (la dose)? Ogni consiglio non può che essere ben accetto, come pure ogni critica, soprattutto alla metodologia. Tendenzialmente sono un tipo tenace e testardo, ma, francamente, ripetere esperienze come queste (salvando, in parte, la seconda) comincia a sembrarmi inutile o, quantomeno, poco attraente.
Spero, comunque, chee quanto ho scritto (e quanto scriverà chi vorrà interventire) possa servire a qualcun altro (oltre me).
 
Hai probabilmente una buona tolleranza (anche io sono come te). La prossima volta prova con una dose un po' piu' alta e magari fallo in natura, lasciandoti andare il piu' possibile e abbandonando qualsiasi apsettativa.

Per la Peganum, sappi che le prime volte non fa sempre effetto. Percio' ti consiglio ti prenderla un paio di volte da sola (3/3.5g), cosi' per vedere come reagisci. Per evitare la nausea, puoi fare un'infusione (scartando poi i semi) accostata a un pezzetto di zenzero.
 
Circa la Peganum, aggiungo che, probabilmente, masticarla non è il modo di assunzione più efficace: il mattino dopo (e, qui, cercherò di usare i termini più neutri possibili, visto l'argomento) ho riscontrato parecchi residui ed anche semi ancora interi. Del resto, uno dei sistemi di propagazione vegetale è proprio questo, il seme viene ingerito da qualche erbivoro, passa indenne per l'apparato digerente, e viene espulso nel migliore dei modi, in mezzo a del vero e proprio concime.
Grazie Monad, la prossima volta userò l'infusione. Se, poi, il procedimento evita le nausee, ben venga, vorrà dire che risolvo due problemi in un colpo solo.
 
Tienici aggiornati ;)
 
Scusa, Monad, dammi un consiglio: dovendo aumentare la dose, e considerando la mia difficoltà di trovare un'alternativa al tartufo, pensi sia meglio un Hollandia o consimile oppure un po' più di 20 gr. di Atlantis? Forse è una domanda stupida, la mia, la cosa potrebbe anche essere soggettiva.
Ad ogni modo, appena riavrò campo libero (vai a sapere quando), riproverò (patetico, eh?).
 
Non ho mai preso i tartufi, quindi non saprei cosa consigliarti... Prova ad aumentare il dosaggio di Atlantis, dato che li hai gia' provati.
 
Eterodosso a dit:
xxxx
Ad ogni modo, appena riavrò campo libero (vai a sapere quando), riproverò (patetico, eh?).

Premesso che parlo per impressioni dalle esperienze altrui e dalla condizione dell'alieno, premesso che non sono un xxxx psicologo xxxxx (insulti gratuiti perché perdere l'occasione) mi pare che il consiglio di Monad di "lasciarti andare il più possibile" sia azzeccato, mi sembra che hai delle difficoltà, delle remore
Non sei "patetico", patetico è chi si fa del male per fare il bulletto, vuoi fare l'esperienza? take it easy o come dicono (oribbbile) "scialla" Potrebbe essere una zavorra da sganciare anche il conflitto nei comportamenti con tua moglie - fai bene a evitare attriti, basta che non sia un nascondersi vergognoso ma protettivo (io bevo di nascosto con questo approccio) - un grave che ti tiene a terra
Ho avuto questa impressione di un tuo blocco nell'approccio alla sostanza, magari è del tutto sbagliata, chiaro

Ebuonavita
 
@Eterodosso
Ciao, ti dico ironicamente e follemente:wasted:: Non prenderli come un qualsiasi prodotto incelofanato da du pont, creato dalla mente umana, per un qualsivoglia consumo, ma come un qualcosa che non proviene da qui, ma da molto lontano, o meglio, come un qualcosa di cui le parole di tutte le lingue, per nominarlo o per descriverlo non esistono!!!
A me e un amico senza aspettative, le prime esperienze, mezzo pacco di tartufi Tampanensis, 7,5gr. a testa a stomaco vuoto, in natura, quando il sole è uscito dalle nuvole, ci ha lasciato a bocca aperta e immobili :Oo:, e li ha fatto brillare la terra in un modo indescrivibile! Che emozioni! Sembrava che lo spazio-tempo tra noi e lui non esistesse!
 
Grazie a tutti. Che posso dire? Riproverò (questo è certo) tenendo conto dei suggerimenti. Quanto alle aspettative, non è che ne avessi di precise; se non quella di un qualsiasi effetto (ero preparato psicologicamente anche ad un bad trip, messo debitamente in conto tra le possibili conseguenze) che durasse più di un paio d'ore e che fosse, semplicemente, anche solo appena più psichedelico di un joint.
Circa il "blocco psicologico", devo dire che ho considerato l'ipotesi, e non l'ho del tutto esclusa, solo che non ho trovato elementi certi di identificazione, pur avendone qualche mezza (forse meno) idea.
Vi aggiornerò dopo il quarto tentativo, ancora in data da stabilirsi.
 
Io da profano(sono nuovo al mondo sopracitato)ti consiglierei di non avere aspettative, niente obiettivi; rilassati soltanto, osservando accuratamente ogni pensiero generato dalla tua mente. Dovrebbe essere l'approccio giusto.
 
Mah, io dico la mia, secondo me un blocco psicologico non dovrebbe poter spegnere una sostanza potente come la psilocina. Magari può far non decollare l'esperienza, dirottarla su binari infecondi, portare alla confusione, al bad trip, al poco coinvolgimento, ma una cilecca così mi pare un po' strana. A me sembra più plausibile una spiegazione biologica, del tipo poca sensibilità alla molecola. Mia ipotesi personale.
 
Cambia molecola XD
Grande comunque! Mi è piaciuto una sacco leggere le tue avventure a nascondersi dalla moglie ;) speriamo riuscirai ad avere un esperienza completa! Ti vedo molto determinato :)
 
Ming, non ne sarei cosi' sicuro! Anche l'ayahuasca puo' fare "cilecca"... Soprattutto le prime volte!
 
Si si infatti mica l'ho detto sicuro di dire la cosa giusta, ho detto quella che è la mia ipotesi basata sulle mie impressioni. Però è anche vero che sta cosa dell'ayahuasca che può far cilecca le prime volte è cosa nota, sulla psilocina invece non ho mai sentito niente di simile. Comunque tutto può essere.
 
Grandi, la storia che puo far "cilecca" è affascinante e mi sembra una "possibilità" come prenderti alla "sprovvista" ,ma non per forza bad!! Mio cugino alla terza sua esperienza, nel momento clou, della cosi detta testuale illuminazione, Gli chiesi cosa pensava in quel momento, rispose: "Sto ragionando sugli effetti....cosi Mistici!" E stato tutto il tempo con il telefono in mano nelle ore seguenti, domandandosi come si ci vedeva da fuori! Incredulo, tutt'altro che quello che si aspettava di trovare dietro la porta, lasciandosi andare! Io ero piu o meno cosi :prayer: ma dicendo in loop e in modo euforico: "Che sostanza incredibile!"
 
Succede molto spesso anche con l'MDMA.

Con i funghi ho visto persone reagire in svariati modi... Chi e' convinto che siano "funghi matti" e allora ride come un pazzo tutta la serata, chi pensa che l'effetto sia dovuto a un'intossicazione e allora passa la serata paralizzato sul divano, chi pensa che siano il frutto degli ideii e per questo vede il sacro in tutto, c'e' poi chi li vede come una droga e quindi vive l'esperienza come una mera "scorciatoia spirituale".

Il setting mentale fa tantissimo. Poi ci sono altri fattori come il dosaggio, la tolleranza, la dieta, ecc.
 
Eh però vedi, a tutti succede qualcosa, fosse anche andare in loop per sei ore. Ad Eterodosso non hanno quasi fatto effetto. Questo mi sembra strano. Poi ripeto, magari può succedere anche questo, ma la cosa mi lascia un po' perplesso. Poi ci potremmo addirittura addentrare in una discussione sul monismo mentale, per cui gli stati neurologici e psicologici sarebbero in realtà la stessa cosa e quindi sarebbe sbagliato fare distinzione tra insensibilità fisiologica e resistenza psicologica bla bla bla, ma non ne usciamo più.
 
Per me il dosaggio e la tolleranza di Eterodosso hanno sicuramente influenzato, ma non scarterei il fatto che la mente abbia fatto la sua parte.

Nei report qui sul forum, ho letto spesso di gente che non credeva che i funghi potessero veramente funzionare... Questo sommato a un dosaggio basso, puo' far convincere che la sostanza fosse un "pacco" o altre mille cose.
 
Monad, il dosaggio era il massimo consigliato (non ho pensato di "risparmiare" proprio su questo), ed il setting mentale era quello di un "esploratore": andiamo e vediamo che succede. Non avevo la minima sfiducia nella sostanza, altimenti avrei cercato qualcosa di diverso. Anzi, pensavo (e penso tuttora) di aver scelto il "prodotto" giusto.
Interessante il discorso di Ming sul monismo mentale, ma, effettivamente, questo discorso ci porterebbe su terreni in cui ogni ipotesi sarebbe tutta da verificare ed in cui potrebbe essere vero tutto, così come il suo contrario. E non ho certo la pretesa, né, soprattutto, la competenza, di ambire a scrivere nuove pagine nelle neuroscienze.
 
Non ho mai provato i tartufi, ma da quanto ho capito i dosaggi venduti non sono mai molto alti (lo fanno per prevenzione). Quindi come ho detto, un dosaggio medio (magari di un batch non particolarmente forte), una tolleranza particolarmente alta e un set mentale non dei migliori (rimando al post di man from Armenia), potrebbero aver influito ampiamente sull'esperienza.

Penso anche io che i funghi siano la scelta perfetta... Per una vita intera ;)

Sul monismo sono d'accodo (mi chiamo Monad mica per niente), infatti penso che i discorsi del tipo meditazione vs psichedelici lascino il tempo che trovano. Non vedo divisione tra quello che sta fuori e dentro di noi.
 
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