PartyCrasher
Neurotransmetteur
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- 11/8/14
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Sostanze coinvolte:
Cominciai credendo che un farmaco che mi facesse “sentire bene” non potesse influire in alcun modo sulla bevutazza del finesettimana o con tutti i meccanismi della mia contorta personalità. Feci l'errore fatale di passare due notti in bianco tra birra, rave e fumo di scarsiiiiissima qualità, con la sensazione che mi sentissi una dea umana, la dea intoccabile e inarrestabile che si ritrova ad avere crisi paranoiche durante il corso d'inglese con colleghi con l'indice di concentrazione di un pesce rosso.
Per tutta la settimana successiva a queste due notti estenuanti, sono stata un altro essere umano. Avevo paura che i miei colleghi stessero complottando contro di me per fare in modo da escludermi dalle attività didattiche, lasciando che mi parlassero sopra e mi interrompessero ad ogni tentativo di partecipazione in classe.
Il mio livello di inglese è sensibilmente più alto del loro, dunque il loro volere fu quello di mettermi un cerotto in bocca e slecchinare la prof. fingendo una partecipazione inconcludente alla riuscita delle lezioni. Una classe di bambini dell'asilo.
Di conseguenza mi innervosivo contro i miei cari e stressavo il mio povero cane invece di reagire.
Il mio orgoglio distrutto da una banda di idioti.
Mi concessi una settimana di riposo accordata anche dai miei medici.
Cominciai durante questa settimana, a scendere dalla paroxetina un mese in anticipo del previsto.
Ma ciò che ho vissuto in una notte dove ho creduto che le mie pupille stessero per esplodere nel senso letterale dell'espressione, è stato intenso quanto un trip psichedelico vero e proprio.
Negli ultimi 3 anni ho giocato con dosaggi potenti di lsd, non con frequenza devo ammettere ma al contrario con meditata distanza (mesi, come regola. Il mio fisico e i miei problemi di salute mentale non mi concedono di eccedere); ma partirono i sensi di colpa a palate sull'inconscienza di avere assunto inello stesso anno anche funghi di diversi tipi e sperimentato al bizzaro oppiaceo “dxm” in forma pura, e della ketamina piazzata in un momento errato. Tutto in questi tre anni.
Per una dissociata clinica con problemi di alimentazione, del sonno, una “sindrome dell'invincibilità” in poche parole, mirante alla menomazione fisica spesso; assumere allucinogeni diversi ad alte dosi mi ha fatto pagare per l'ennesima volta per la mia ingordigia in materia di dipendenze.
Io sono dell'idea che la razza umana non sia mentalmente disturbata, ma mentalmente dipendente. Nessuno è “disturbato” qui, e io non lo sono più, e nessuno lo è dal momento in cui decide di liberarsi dalle prigioni dello spirito come la rabbia autodistruttiva, le relazioni abusive, la violenza e tanti altri esempi di cattiveria umana che vi vengono in mente.
Fu in una notte con Mary jane che questi pensieri correvano come una valanga, credevo fumare avrebbe aiutato magari il sonno, e invece ero di nuovo accelerata.
E' mattino, compro un croissant dalla panettiera che mi chiama “Madame” (…) con gli occhi contornati di viola e il cappotto che puzza d'erba probabilmente.
Faccio colazione e prendo una tra le ultime pillole che avrei preso quando avrei dovuto lasciar perdere malgrado fosse quella del giorno, avevo fumato abbastanza per i miei livelli di serotonina credo (ci ho messo un po' a capirlo).
Il cuore sta per esplodermi dopo 15 minuti. Sudo freddo, ho caldo e di nuovo sudo come se avessi fatto una corsa con un ghepardo africano e il secondo dopo ancora, brividi di freddo e spasmi. Spasmi stesa, spasmi da seduta. Camminare per strada fuori questione.
Dopo un'ora cominciavo ad allucinare su palloni neri, barre bianche, stelline, pallini, riverberi blu, prismi, contorni deformarsi. Impossibile anche solo parlare al mio cane o esprimermi verbalmente anche solo con un suono, sono sola a casa. Gli occhi scattano all'indietro e non riesco a controllarlo.
Merda. Resto bloccata, qualcosa nel mio cervello si è bloccato.
Mi immagino fare scanner in ospedali psichiatrici e il mio ragazzo che mi lascia. Succede un tuffo in un buco nero.
Vedo attraverso questo oblò il mio ipod.
In circa una trentina di minuti riesco a mettere le cuffie e un brano in riproduzione.
Ed è qui che ho ballato così a lungo da sola per la prima volta in tutta la mia vita. Può sembrarvi una cazzata ma così come per i sound system ad esempio, per un rave essi non hanno il diritto di mettere musica in ambienti specifici;lo stesso per un ballerino.
Da qualche anno ho smesso di prendere lezioni di danza e partecipare a concorsi per motivi economici.
Non è semplice trovare un posto, un momento e uno spazio per ballare, visto che è una passione e non un mestiere.
Dopo giorni di solitudine mi sono arrabbiata con me stessa (sempre tra un prisma fluttuante e un altro) per non aver mai sfruttato il mio salone per ballare con le mie cuffie orgasmiche e ho ballato fino ad avere le gambe che tremavano.
Grazie Tribetek di esistere.
Tempo per smaltire le salite e discese di serotonina,tra l'elaborazione della tristezza per la crisi con il mio ragazzo e arrabbiata con un mostro con me stessa per tutte le volte che ho taciuto e mi sono rifugiata nel silenzio invece di esprimermi.
Mi getto tra piumone e cuscini di tutte le forme scelti apposta da un'insonne laureata come la sottoscritta, e l'ultima sensazione che ricordo fu quella di un oceano di pensieri appiattirsi, spegnersi dolcemente per lasciare spazio a dei sogni con un che di mistico.
Impossibile ricordare quanto ho dormito dopo tutto questo casino. So solo che è il mio ragazzo che mi sveglia e riesco a parlargli azzeccando una frase su dieci.
Mi alzo con la faccia di un fantasma, bevo un thè caldo, mi è venuto il ciclo diamine, cerco di notarlo sul calendario ma ho due immagini nella testa che non combaciano.
Io che scrivo con la penna sul calendario e un secondo dopo sono per terra con il mio compagno che mi raccoglie tra le braccia.
Concluderò quella giornata tra attacchi di narcolessia come quello che ho appena descritto e una cenetta calda. Il mio compagno verso la fine del mio piatto doveva farmi sforzare a non addormentarmi seduta.
Attualmente: bevo solo il finesettimana, fumo 10 sigarette al giorno di meno e conto di non drogarmi di niente a tempo indeterminato. E non sono più dipendente psicologicamente dalla marijuana. Fumo ugualmente tutti i giorni se ne ho, ma se non ce n'è non me la vado a cercare. Sto uscendo dall'anoressia definitivamente.
Ho giocato troppo con la mia mente.
Non smetterò di fare tread visto che ho parecchi ricordi abbastanza vividi da condividere su tante esperienze e a leggere psychonaut
Grazie per l attenzione se siete arrivati fin qui!
- paroxetina 200mg (ciclo terapeutico del trattamento della depre)
- un eccesso d'alcol
- cannabis
Cominciai credendo che un farmaco che mi facesse “sentire bene” non potesse influire in alcun modo sulla bevutazza del finesettimana o con tutti i meccanismi della mia contorta personalità. Feci l'errore fatale di passare due notti in bianco tra birra, rave e fumo di scarsiiiiissima qualità, con la sensazione che mi sentissi una dea umana, la dea intoccabile e inarrestabile che si ritrova ad avere crisi paranoiche durante il corso d'inglese con colleghi con l'indice di concentrazione di un pesce rosso.
Per tutta la settimana successiva a queste due notti estenuanti, sono stata un altro essere umano. Avevo paura che i miei colleghi stessero complottando contro di me per fare in modo da escludermi dalle attività didattiche, lasciando che mi parlassero sopra e mi interrompessero ad ogni tentativo di partecipazione in classe.
Il mio livello di inglese è sensibilmente più alto del loro, dunque il loro volere fu quello di mettermi un cerotto in bocca e slecchinare la prof. fingendo una partecipazione inconcludente alla riuscita delle lezioni. Una classe di bambini dell'asilo.
Di conseguenza mi innervosivo contro i miei cari e stressavo il mio povero cane invece di reagire.
Il mio orgoglio distrutto da una banda di idioti.
Mi concessi una settimana di riposo accordata anche dai miei medici.
Cominciai durante questa settimana, a scendere dalla paroxetina un mese in anticipo del previsto.
Ma ciò che ho vissuto in una notte dove ho creduto che le mie pupille stessero per esplodere nel senso letterale dell'espressione, è stato intenso quanto un trip psichedelico vero e proprio.
Negli ultimi 3 anni ho giocato con dosaggi potenti di lsd, non con frequenza devo ammettere ma al contrario con meditata distanza (mesi, come regola. Il mio fisico e i miei problemi di salute mentale non mi concedono di eccedere); ma partirono i sensi di colpa a palate sull'inconscienza di avere assunto inello stesso anno anche funghi di diversi tipi e sperimentato al bizzaro oppiaceo “dxm” in forma pura, e della ketamina piazzata in un momento errato. Tutto in questi tre anni.
Per una dissociata clinica con problemi di alimentazione, del sonno, una “sindrome dell'invincibilità” in poche parole, mirante alla menomazione fisica spesso; assumere allucinogeni diversi ad alte dosi mi ha fatto pagare per l'ennesima volta per la mia ingordigia in materia di dipendenze.
Io sono dell'idea che la razza umana non sia mentalmente disturbata, ma mentalmente dipendente. Nessuno è “disturbato” qui, e io non lo sono più, e nessuno lo è dal momento in cui decide di liberarsi dalle prigioni dello spirito come la rabbia autodistruttiva, le relazioni abusive, la violenza e tanti altri esempi di cattiveria umana che vi vengono in mente.
Fu in una notte con Mary jane che questi pensieri correvano come una valanga, credevo fumare avrebbe aiutato magari il sonno, e invece ero di nuovo accelerata.
E' mattino, compro un croissant dalla panettiera che mi chiama “Madame” (…) con gli occhi contornati di viola e il cappotto che puzza d'erba probabilmente.
Faccio colazione e prendo una tra le ultime pillole che avrei preso quando avrei dovuto lasciar perdere malgrado fosse quella del giorno, avevo fumato abbastanza per i miei livelli di serotonina credo (ci ho messo un po' a capirlo).
Il cuore sta per esplodermi dopo 15 minuti. Sudo freddo, ho caldo e di nuovo sudo come se avessi fatto una corsa con un ghepardo africano e il secondo dopo ancora, brividi di freddo e spasmi. Spasmi stesa, spasmi da seduta. Camminare per strada fuori questione.
Dopo un'ora cominciavo ad allucinare su palloni neri, barre bianche, stelline, pallini, riverberi blu, prismi, contorni deformarsi. Impossibile anche solo parlare al mio cane o esprimermi verbalmente anche solo con un suono, sono sola a casa. Gli occhi scattano all'indietro e non riesco a controllarlo.
Merda. Resto bloccata, qualcosa nel mio cervello si è bloccato.
Mi immagino fare scanner in ospedali psichiatrici e il mio ragazzo che mi lascia. Succede un tuffo in un buco nero.
Vedo attraverso questo oblò il mio ipod.
In circa una trentina di minuti riesco a mettere le cuffie e un brano in riproduzione.
Ed è qui che ho ballato così a lungo da sola per la prima volta in tutta la mia vita. Può sembrarvi una cazzata ma così come per i sound system ad esempio, per un rave essi non hanno il diritto di mettere musica in ambienti specifici;lo stesso per un ballerino.
Da qualche anno ho smesso di prendere lezioni di danza e partecipare a concorsi per motivi economici.
Non è semplice trovare un posto, un momento e uno spazio per ballare, visto che è una passione e non un mestiere.
Dopo giorni di solitudine mi sono arrabbiata con me stessa (sempre tra un prisma fluttuante e un altro) per non aver mai sfruttato il mio salone per ballare con le mie cuffie orgasmiche e ho ballato fino ad avere le gambe che tremavano.
Grazie Tribetek di esistere.
Tempo per smaltire le salite e discese di serotonina,tra l'elaborazione della tristezza per la crisi con il mio ragazzo e arrabbiata con un mostro con me stessa per tutte le volte che ho taciuto e mi sono rifugiata nel silenzio invece di esprimermi.
Mi getto tra piumone e cuscini di tutte le forme scelti apposta da un'insonne laureata come la sottoscritta, e l'ultima sensazione che ricordo fu quella di un oceano di pensieri appiattirsi, spegnersi dolcemente per lasciare spazio a dei sogni con un che di mistico.
Impossibile ricordare quanto ho dormito dopo tutto questo casino. So solo che è il mio ragazzo che mi sveglia e riesco a parlargli azzeccando una frase su dieci.
Mi alzo con la faccia di un fantasma, bevo un thè caldo, mi è venuto il ciclo diamine, cerco di notarlo sul calendario ma ho due immagini nella testa che non combaciano.
Io che scrivo con la penna sul calendario e un secondo dopo sono per terra con il mio compagno che mi raccoglie tra le braccia.
Concluderò quella giornata tra attacchi di narcolessia come quello che ho appena descritto e una cenetta calda. Il mio compagno verso la fine del mio piatto doveva farmi sforzare a non addormentarmi seduta.
Attualmente: bevo solo il finesettimana, fumo 10 sigarette al giorno di meno e conto di non drogarmi di niente a tempo indeterminato. E non sono più dipendente psicologicamente dalla marijuana. Fumo ugualmente tutti i giorni se ne ho, ma se non ce n'è non me la vado a cercare. Sto uscendo dall'anoressia definitivamente.
Ho giocato troppo con la mia mente.
Non smetterò di fare tread visto che ho parecchi ricordi abbastanza vividi da condividere su tante esperienze e a leggere psychonaut
Grazie per l attenzione se siete arrivati fin qui!