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Le droghe e le sue rappresentazioni cinematografiche

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion Mushroomer
  • Date de début Date de début
l'ho visto qualche anno fa, quindi non lo ricordo con precisione, ma mi divertì molto "paulette", film francese su una pensionata che inizia a vendere marijuana
 
onecandy a dit:
Vogliamo parlare di Shrooms? (
) quello che parla di sti ragazzi che si mangiano i funghetti nel bosco e si uccidono, qualcosa li uccide, qualcuno impazzisce..
Per la gran carità una cazzata così grande e inverosimile non l'ho mai vista! O.o
Ahaha mi ricordo che c'erano i cartelloni in giro, ma non ho mai avuto il coraggio di guardarlo... Lo definirei una sorta di Blair Witch Project psichedelico.
 
Esattamente! :) sono super eccitato, domani colgo il secondo raccolto e avrò la mia terza esperienza con i Mushrooms, ma a differenza delle prime due volte che sono state in casa/giardino e una con sitter sveglio e l'altro da solo, domani il mio migliore amico dopo i miei racconti li proverà con me!
Location posto spettacolare lungo diga..mentalmente pronto, sarà una giornata spettacolare..non vedo l'ora che arrivino le 14!
Appena sblocco i 20 post devo raccontarvi le mie esperienze, voglio condividere!
Scusate se sono andato fuori argomento, ma capitemi, sono uno psiconauta alle prime armi come posso non essere così eccitato?!
Notte a tutti devo riposarmi e essere nelle migliori condizioni possibili! A domani :)
 
Ajeje Brazorf a dit:
Sarà anche vero, ma a me vien da pensare che sono solo film. Dove se tamponi una macchina questa esplode, e dove se stalkeri la tua ex vieni visto come un romanticone.

Infatti, secondo me, il punto è proprio questo. Non ci dimentichiamo che quella cinematografica viene definita "industria". Che, come tale, ha un suo mercato, con le sue regole, i suoi schemi, il suo marketing. A pochi interessa fornire verosimiglianze, a molti, invece, non contraddire le convinzioni del pubblico. Invertiamo i termini della questione: non è che certi film forniscano una visione distorta del mondo delle droghe per influenzare/disinformare il pubblico, è vero, piuttosto, che sono proprio queste diffuse (ed erronee) convinzioni a determinare come il film proporrà la vicenda.
E poi, come diceva il grandissimo Ando Gilardi, nel momento in cui scatti una fotografia (o riprendi una sequenza, aggiungo io) stai, consciamente o meno, procedendo ad una manipolazione. Ogni rappresentazione è, in maniera più o meno marcata, e più o meno volontaria, manipolazione.
A tutto questo aggiungiamo il fatto che almeno la metà dei film in circolazione è di produzione statunitense: ovvero, uno dei paesi più bigotti e bacchettoni (vabbè, noi gli facciamo una concorrenza spietata) del pianeta, nonchè patria indiscussa del proibizionismo. Per dirla come Uma Thurman e Penelope Cruz nello spot pubblicitario, "Ehi, che altro ti aspettavi?".
 
Eh comunque il mondo farà anchè schifo ma mica vuol dire che ce lo dobbiamo far piacere. Se l'industria cinematografica produce in gran parte merda, mica ce la dobbiamo mangiare col cucchiaino e dire anche "è buona, del resto cosa ci aspettavamo"... secondo me scandalizzarsi un minimo di fronte a certe minchiate è anche doveroso. Poi dipende da cosa si sta guardando: in un cartone animato l'esagerazione degli effetti di una droga fa ridere, in un film che pretende di essere serio fa tristezza.

Poi, per quel che riguarda paura e delirio a las vegas, il film non lo ricordo bene e non so se sia verosimile, ma il fatto che non presenta la psichedelia nei suoi aspetti spirituali è voluto, mi pare che il film voglia raccontare proprio di come quella grande onda che pareva poter sommergere il mondo che è stato il movimento hippie si sia infranta contro gli scogni della realtà e abbia lasciato al mondo solo una miriade di sballati senza direzione.
 
Allora ragazzi, ho visto Trainspotting. :\
Premetto che non ho mai avuto esperienze con l'eroina e non ne avrò mai, per cui non so quali sono gli effetti ma nel film non viene propriamente "rappresentata". Alcune scene sono tanto azzeccate quanto stereotipate, la trama è un filo lasciata a se stessa e non ha davvero un perchè, ma tutto sommato mi è piaciuto.

Eterodosso a dit:
Infatti, secondo me, il punto è proprio questo. Non ci dimentichiamo che quella cinematografica viene definita "industria". Che, come tale, ha un suo mercato, con le sue regole, i suoi schemi, il suo marketing. A pochi interessa fornire verosimiglianze, a molti, invece, non contraddire le convinzioni del pubblico. Invertiamo i termini della questione: non è che certi film forniscano una visione distorta del mondo delle droghe per influenzare/disinformare il pubblico, è vero, piuttosto, che sono proprio queste diffuse (ed erronee) convinzioni a determinare come il film proporrà la vicenda.
E poi, come diceva il grandissimo Ando Gilardi, nel momento in cui scatti una fotografia (o riprendi una sequenza, aggiungo io) stai, consciamente o meno, procedendo ad una manipolazione. Ogni rappresentazione è, in maniera più o meno marcata, e più o meno volontaria, manipolazione.
A tutto questo aggiungiamo il fatto che almeno la metà dei film in circolazione è di produzione statunitense: ovvero, uno dei paesi più bigotti e bacchettoni (vabbè, noi gli facciamo una concorrenza spietata) del pianeta, nonchè patria indiscussa del proibizionismo. Per dirla come Uma Thurman e Penelope Cruz nello spot pubblicitario, "Ehi, che altro ti aspettavi?".

Anche questo punto di vista è vero ma a questo punto la funzione del film qual'è? Rassicurare le persone che quello che pensano è giusto? Parliamo pur sempre di un film incentrato praticamente SOLO sulle droghe.


Ora è il turno di Motel Woodstock :D
 
Mushroomer a dit:
Ieri leggendo un trip report, mi sono imbattuto per l'ennesima volta in questo "Paura e delirio a Las Vegas", allora ho deciso di procurarmelo e di guardarlo per vedere cos'ha di tanto speciale.
Ancora adesso non so decidermi se mi è piaciuto o meno.
È tutto incentrato sull'abbuso di sostanze stupefacenti, ma in un modo che non saprei definire, poco verosimile(?)
Insomma lo scopo del thread è: non vi capita mai di vedere un film che appunto rappresenta queste droghe e pensare, "no, direi che non è proprio così che funziona."
Perchè vengono rappresentate in questo modo? Esiste qualcosa che sia abbastanza verosimile da far pensare che il regista sappia cosa si prova quando si prendono certe sostanze?

Esatto, basti pensare ai film porno, oppure a startrek. Bussi alla porta della vicina e quella subito si cala le braghe? Forse se abiti vicino a una casa d'appuntamenti. La rappresentazione dell'Enterprise è davvero reale? Non credo, anche perché ancora non l'ha costruita nessuno.

Caro Mushroomer, nelle rappresentazioni cinematografiche si tende sempre a reinterpretare o spettacolarizzare un comportamento, un fatto, un'emozione. Che certe rappresentazioni cinematografiche siano tendenziose siamo d'accordo ma se cerchi rappresentazioni delle realtà dovresti forse guardare i documentari (e anche nel caso dei documentari l'autore rappresenta la realtà a suo piacimento). :yawinkle:
 
Mushroomer a dit:
Anche questo punto di vista è vero ma a questo punto la funzione del film qual'è? Rassicurare le persone che quello che pensano è giusto? Parliamo pur sempre di un film incentrato praticamente SOLO sulle droghe.

Prima ancora che sulle droghe (o su qualsiasi altra cosa), un film è incentrato sulla major che lo produce, sempre che non sia una produzione indipendente (e, leggendo di certi budget raggiunti da film "indie", verrebbe da farsi qualche domanda anche su quanto sia effettiva, questa indipendenza). Quindi, se la produzione (che caccia i soldi in tutti i sensi: sia nel senso che li tira fuori, sia nel senso che fa di tutto per riaverli indietro con gli interessi) decide di dare una certa chiave di lettura che non scontenti troppo il mercato, o che non vada a cozzare con integralismi di qualsiasi genere, beh, non ci sono registi, soggettisti o sceneggatori (tantomeno romanzi da cui il tutto è tratto) che tengano.
Senza contare che, per motivi di quieto vivere o per mera convenienza professionale, soprattutto negli Stati Uniti, in cui i gruppi conservatori sono particolarmente attivi, un regista (o sceneggiatore) potrebbe preferire dare alla sua opera un taglio che non lo identifichi immediatamente come antiproibizionista o, peggio ancora, favorevole alle droghe. Quindi, come dice giustamente Anatom (e l'indimenticato Ando Gilardi, se avete tempo cercatelo su YouTube, o, se siete fortunati, leggete qualche numero del defunto Phototeca, ne vale veramente la pena), sbagliamo bersaglio se cerchiamo una fedele rappresentazione della realtà in un film (forse con letteratura e musica possiamo avere, relativamente, più fortuna).
Noi possiamo fruirne il risultato passivamente o criticamente: nel primo caso la funzione condiziona la fruizione, nel secondo caso, esattamente l'opposto.
 
Noi possiamo fruirne il risultato passivamente o criticamente: nel primo caso la funzione condiziona la fruizione, nel secondo caso, esattamente l'opposto.
Mi piace questa frase.
 
Grazie, Ming, gli apprezzamenti letterari fanno sempre piacere (e stuzzicano non poco quella variabile dose di vanità presente in ognuno di noi). Per me, comunque, il senso di quella frase rappresenta un principio generale cui cerco sempre di attenermi, e non solo in campo cinematografico.
 
Nessuno ha citato SPUN che mi sembra dovere riportare dalle memorie! Sulla crystal meth e un gruppo di ragazzi mangiatissimi, è delirante dai primi 10 minuti ma rappresenta benissimo un lato viscido della droga, senza censurare niente ma allo stesso tempo lasciandoci solo dei flash che lasciano capire tutto... top
 
A parte tutti i fim già citati in precedenza un film che da solo è un viaggione allucinante è "A field in england" ma forse son un po' di parte dato che adoro quel regista. Forse perchè adoro il weird ma molti dei miei film preferiti sono allucinazioni pur non trattando di droghe nello specifico! :D
 
Per quanto riguarda Paura e delirio a Las Vegas si deve considerare che comunque questo è un film che non è rivolto a chi è troppo estraneo in materia di droghe. Non conosco una sola persona che ha visto questo o film simili e che non faccia uso di droghe
 
Oltre ai già citati aggiungo l'erba di Grace e Strafumati, entrambi parlano di cannabis come causa dei guai dei protagonisti ma con tipi di ironia molto diversa.
Film che invece vorrei rivedere con stati mentali particolari sono Baraka, Samsara o il più recente Sale della Terra.
 
armageddon a dit:
baraka è quello che vedi semplicemente immagini di posti, natura e tribù varie?in che stato vorresti vederlo?e come mai?curiosità perchè abbiamo trovato un'altra persona che gli piaceva.
semplicemente è un pò riduttivo, comunque sì è quello...penso che vedendolo in una condizione in cui sia più medidativo e contemplativo possibile magari mi possa dare un'altra chiave di lettura o mi aiuti ad approfondire quella che già mi ero fatto di questa straordinaria pellicola.
Non penso sia difficile farselo piacere, chi era di grazia l'altro barakafilo?
 
armageddon a dit:
Requiem For A Dream

A me 'sto film ha davvero scavato dentro, lasciandomi un gran senso di vuoto. Mi ha dato davvero la possibilità di capire la differenza tra l'uso di sostanze a scopo di analisi introspettiva, di esperienza, e l'uso a scopo ricreativo (non parlo di droghe leggere ma di droghe pesanti ovviamente, come vediamo nel film) che lascia soltanto una dipendenza che distrugge il nostro essere e qualsiasi possibilità di intraprendere il viaggio introspettivo che dovrebbe essere il motivo e l'obiettivo principale di chi avvicina a queste sostanze.
 
Iquelo a dit:
A me 'sto film ha davvero scavato dentro, lasciandomi un gran senso di vuoto. Mi ha dato davvero la possibilità di capire la differenza tra l'uso di sostanze a scopo di analisi introspettiva, di esperienza, e l'uso a scopo ricreativo (non parlo di droghe leggere ma di droghe pesanti ovviamente, come vediamo nel film) che lascia soltanto una dipendenza che distrugge il nostro essere e qualsiasi possibilità di intraprendere il viaggio introspettivo che dovrebbe essere il motivo e l'obiettivo principale di chi avvicina a queste sostanze.
Io ne ho trovato invece una forte critica alla società moderna...se ci fai caso i sogni dei protagonisti che come suggerisce il titolo muoiono, sono instillati dalla società moderna, tipo il desiderio di andare in tv della madre, di essere apprezzata dalle amiche e quello del figlio di accumulare soldi spacciando per aprire una attività con la ragazza che ama.
(Mia digressione: Senz'altro quest'ultimo può sembrare molto più sensato del primo desiderio, ma se ci pensate bene non è anche questa una forma di violenza che ci impone il mercato? Se hai i soldi puoi fare il lavoro che ti piace, se non li hai sei costretto a fare ciò che non ti piace...in una società non gerarchica almeno si potrebbero condividere anche le attività meno piacevoli e contribuire tutti e per meno tempo, anzichè rendere miserabile la vita di persone il cui più grande demerito è stato nascere con 10$ nel conto in banca dei genitori, se li ha ancora entrambi.)
La cosa che me l'ha fatta prendere più a male di tutto però non è la morte di questi 2 sogni perchè di base erano patetici, ma la storia d'amore fra il figlio e la sua ragazza, legati da un legame vero che alla fine si spezza per l'eroina...questo è l'unico vero sogno degno di essere chiamato tale, per questo il titolo è al singolare (dream, non dreams).
 
Rainy a dit:
Io ne ho trovato invece una forte critica alla società moderna...se ci fai caso i sogni dei protagonisti che come suggerisce il titolo muoiono, sono instillati dalla società moderna, tipo il desiderio di andare in tv della madre, di essere apprezzata dalle amiche e quello del figlio di accumulare soldi spacciando per aprire una attività con la ragazza che ama.

Sì, verissimo, questo è il cuore del film. Aronofsky, che a me come regista piace un casino, vuole proprio mettere davanti agli occhi di tutti la pateticità dei sogni che i protagonista hanno, e far vedere che è ancora più patetico come, soprattutto per il sogno della madre, i protagonisti diano importanza vitale a questi sogni. E' appunto, come hai detto tu, tutta una enorme critica alla società dell'apparenza.
Io parlavo di quello che ho colto più profondamente.

Rainy a dit:
(Mia digressione: Senz'altro quest'ultimo può sembrare molto più sensato del primo desiderio, ma se ci pensate bene non è anche questa una forma di violenza che ci impone il mercato? Se hai i soldi puoi fare il lavoro che ti piace, se non li hai sei costretto a fare ciò che non ti piace...in una società non gerarchica almeno si potrebbero condividere anche le attività meno piacevoli e contribuire tutti e per meno tempo, anzichè rendere miserabile la vita di persone il cui più grande demerito è stato nascere con 10$ nel conto in banca dei genitori, se li ha ancora entrambi.)

E anche su questo sono d'accordo, ho scritto il mio primo thread sulla libertà dicendo anche questa cosa, e credo che il regista abbia voluto mettere l'accento anche su questo fatto.
 
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