sd&m
Holofractale de l'hypervérité
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vorrei riportare, per stimolare una riflessione, ciò che scrisse anni fa un utente del forum del mio sito:
In acido, anche quando la sua qualità è purissima e la dose è massiccia non si vede la "luce", intesa nel suo senso più elevato, dunque spirituale, sinonimo di intellettualità pura e universale. Però si vedono un sacco di altre cose che possono essere scambiate per una sorta di "prima illuminazione". Intanto occorre precisare che l'illuminazione è un accadimento di ordine intellettivo, essendo un risveglio interiore che dona la consapevolezza dei princìpi universali che ordinano l'universo. Consapevolezza raggiungibile attraverso esperienze diverse tante quanti sono coloro che la sperimentano, ma che dà la stessa vista interiore a tutti della stessa Verità principiale. In trip, anche se passano spesso davanti alla coscienza (che non è la consapevolezza) quegli stessi princìpi universali coi loro effetti, essi non sono raccolti se non attraverso una specie di trascinamento del pensiero nel turbinio cosmogonico stimolato dall'LSD. Guardare la Verità in acido non significa comprenderne le radici. Non lo significa in acido e neppure fuori dall'acido. I libri di Castaneda sono un'emerita truffa, a questo proposito, perché spacciano il Vedere, spirituale e interiore, come realtà appartente anche agli occhi fisici, invece che alla centralità intellettuale, che è Essenza di una spiritualità per tutti identica, tanto quanto è identica a se stessa la Verità, intesa nella sua totalità. In acido la legge degli opposti, complementari tra loro che tendono a risolversi nella stessa unità dalla quale sono stati generati, attraverso la riflessione capovolta dei valori spirituali che divengono materiali, è esperienza inevitabile, ma comprenderne gli intimi movimenti che ruotano a spirale attorno all'immobilità del principio è altra cosa. Mai un trip può dare ciò che non è già presente nell'individuo, in una forma di potenzialità pronta a esprimersi, potenzialità che si esprimerebbe anche senza bisogno di farsi un trip, se fossero mature le condizioni che qualificano l'individuo. L'acido dispone l'individuo che lo assume alla visione della vita intesa in un senso cosmico e totalizzante, ma l'Essenza che si Vede attraverso lo spirito da quella cosmogonia prende avvio e va oltre a ciò che è rivestito, e anche limitato, da una forma. Il risveglio spirituale non si attua da sé, non lo fa neppure attraverso le opere compiute per quanto altruiste e pregiate, e non si attiva nemmeno attraverso sostanze che possono accompagnare vicino a quel tipo di visuale universalizzante, ma è il risultato di qualificazioni interiori che, uscendo dalla non esistenza all'esistenza, danno modo a un maestro che ha vissuto la stessa esperienza di trasmettere l'influenza spirituale che potrà, ma non è detto che lo sarà, da virtuale divenire realtà effettiva da vivere sacrificando il proprio, stupido, ego.
Colui che Vede non ha bisogno di acidi, perché l'esperienza dell'acido, in confronto alla visione interiore data dalla consapevolezza assoluta dei princìpi, è niente di più che un gioco privo della finalità che non è possibile cogliere a causa della mancanza di consapevolezza intellettuale. Intellettualità intesa come spiritualità e, dunque, non più ristretta all'individualità, ma ampliata oltre ogni misura dall'universalità di una potenzialità senza confini.
http://psiconautica.forumfree.it/?t=52684818&st=75
In acido, anche quando la sua qualità è purissima e la dose è massiccia non si vede la "luce", intesa nel suo senso più elevato, dunque spirituale, sinonimo di intellettualità pura e universale. Però si vedono un sacco di altre cose che possono essere scambiate per una sorta di "prima illuminazione". Intanto occorre precisare che l'illuminazione è un accadimento di ordine intellettivo, essendo un risveglio interiore che dona la consapevolezza dei princìpi universali che ordinano l'universo. Consapevolezza raggiungibile attraverso esperienze diverse tante quanti sono coloro che la sperimentano, ma che dà la stessa vista interiore a tutti della stessa Verità principiale. In trip, anche se passano spesso davanti alla coscienza (che non è la consapevolezza) quegli stessi princìpi universali coi loro effetti, essi non sono raccolti se non attraverso una specie di trascinamento del pensiero nel turbinio cosmogonico stimolato dall'LSD. Guardare la Verità in acido non significa comprenderne le radici. Non lo significa in acido e neppure fuori dall'acido. I libri di Castaneda sono un'emerita truffa, a questo proposito, perché spacciano il Vedere, spirituale e interiore, come realtà appartente anche agli occhi fisici, invece che alla centralità intellettuale, che è Essenza di una spiritualità per tutti identica, tanto quanto è identica a se stessa la Verità, intesa nella sua totalità. In acido la legge degli opposti, complementari tra loro che tendono a risolversi nella stessa unità dalla quale sono stati generati, attraverso la riflessione capovolta dei valori spirituali che divengono materiali, è esperienza inevitabile, ma comprenderne gli intimi movimenti che ruotano a spirale attorno all'immobilità del principio è altra cosa. Mai un trip può dare ciò che non è già presente nell'individuo, in una forma di potenzialità pronta a esprimersi, potenzialità che si esprimerebbe anche senza bisogno di farsi un trip, se fossero mature le condizioni che qualificano l'individuo. L'acido dispone l'individuo che lo assume alla visione della vita intesa in un senso cosmico e totalizzante, ma l'Essenza che si Vede attraverso lo spirito da quella cosmogonia prende avvio e va oltre a ciò che è rivestito, e anche limitato, da una forma. Il risveglio spirituale non si attua da sé, non lo fa neppure attraverso le opere compiute per quanto altruiste e pregiate, e non si attiva nemmeno attraverso sostanze che possono accompagnare vicino a quel tipo di visuale universalizzante, ma è il risultato di qualificazioni interiori che, uscendo dalla non esistenza all'esistenza, danno modo a un maestro che ha vissuto la stessa esperienza di trasmettere l'influenza spirituale che potrà, ma non è detto che lo sarà, da virtuale divenire realtà effettiva da vivere sacrificando il proprio, stupido, ego.
Colui che Vede non ha bisogno di acidi, perché l'esperienza dell'acido, in confronto alla visione interiore data dalla consapevolezza assoluta dei princìpi, è niente di più che un gioco privo della finalità che non è possibile cogliere a causa della mancanza di consapevolezza intellettuale. Intellettualità intesa come spiritualità e, dunque, non più ristretta all'individualità, ma ampliata oltre ogni misura dall'universalità di una potenzialità senza confini.
http://psiconautica.forumfree.it/?t=52684818&st=75