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ITALIANI NEOLITICI DEL LAGO DI BRACCIANO scopritori e creatori di droghe

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2/2/12
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Notizia da Giorgio Samorini

ITALIANI NEOLITICI DEL LAGO DI BRACCIANO scopritori e creatori di droghe: non solo hanno creato per selezione il papavero da oppio (5500 a.C.), ma hanno anche scoperto e usato nel 4500 a.C. un fungo psicoattivo che i moderni etnomicologi non conoscevano, il Daedalopsis tricolor, una poliporacea. E bravi sti itagliani!

Gli archeologi sospettano che non tutta la comunità neolitica di Bracciano usasse questo fungo, bensì che fosse usato solo da alcuni individui, forse segretamente.

Si tratta del più antico reperto MATERIALE che dimostra un rapporto causale fra uomo e funghi psicoattivi. Il più antico reperto nel mondo.
 
l mitico Otzi, all'epoca del ritrovamento mi aveva colpito....

Voir la pièce jointe 13825Voir la pièce jointe 13826

Anzitutto la presenza di questo fungo tra gli oggetti che Őtzi portava con sè è confermata sia dal materiale documentale esposto in mostra a Bergamo, sia al Museo Archeologico di Bolzano, dove il reperto è presente. L'Uomo dei ghiacci ne usava quantità opportune per combattere una parassitosi intestinale di cui era affetto (come hanno confermato le analisi). ..............non è da escludere un uso magico-spirituale, legato a quello medicinale; infatti, presso certe culture, l’azione medicinale dei polipori in generale è spesso associata all’idea di forza e saggezza. Consideriamo, a titolo di esempio, Haploporus odorus. Questo poliporo è riverito dagli Indiani Americani Blackfoot, Cree e altre tribù.
Con esso si fabbricano vestiti sacri e altri oggetti a uso sciamanico, tutti simboli di potere spirituale. Si usa anche per impartire protezione e allontanare le malattie portandolo al collo o bruciandolo. Tra i Cree, si usa come incenso, fumigandolo per “aprire le porte al mondo dello spirito e permettere di vedere e sentire gli spiriti”. Probabilmente, avrebbe anche un uso medicinale.
Nel caso del poliporo della betulla, quest’uso magico-spirituale può essere posto in relazione con la betulla stessa, pianta considerata sacra forse perché un fungo psicoattivo, l’agarico muscario (Amanita muscaria), cresce associato ad essa. Potrebbe essere che le proprietà dell’agarico muscario siano state simbolicamente trasferite sul poliporo della betulla, diventando una sorta di sostituto, ma privo di effetti psicoattivi. Anche il fungo dell’esca cresce sulla betulla e potrebbe avere ugualmente rivestito un valore magico-spirituale, considerando anche che il fuoco fisico potrebbe corrispondere al fuoco spirituale (illuminazione) spirituale, raggiungibile tramite l’ingestione dell’agarico muscario. In ogni caso, l’uso come specie allucinogena del poliporo della betulla non trova riscontro nella letteratura disponibile.

 
Piptoporus betulinus dalle mie parti é comunissimo!
 
Si, e' molto facile da trovare...

Lui ne parla molto bene:
 
Oggi ho fatto un giro in un bosco di betulle e ne ho visti davvero tanti! Purtroppo erano tutti marcescenti, percio' mi tocchera' aspettare fino al prossimo autunno...
 
si potrebbe anche provare a usarlo come incenso....

ho trovato questa curiosa notizia su funghiitaliani.it
"Un tempo veniva essiccato per essere impiegato come affila-rasoi o per lucidare metalli"
 
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