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Don Eligio e le Piante Maestre

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion Hamsadana
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Hamsadana

Elfe Mécanique
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22/5/12
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Ecco qui con un altro interessante spezzone degli insegnamenti impartiti da Don Eligio...

Nos otros estamo aqì no por flipàr ma por trabacàr! Entiende?!? (Siamo qui per lavorare non per flippare capito?!)
Una delle espressioni preferite e costantemente ripetute da Don Eligio. Tutte le volte rimarca questo pensiero coscente del fatto che l'utilizzo di queste piante per noi occidentali è spesso sinonimo di ricerca di sballo piuttosto che metodo per estraniarsi dalla realtà ecc ecc... Parlo per me perchè effettivamente per me lo è stato parecchie volte, ho sempre cercato di camuffarlo come esperienza spirituale ma alla fine avevo voglia di avere delle esperienze percettive diverse dalla realtà ordinaria in cui vivevo. L'ho sempre fatto fuori da un contesto realmente sacro. Lui lo rimarca spesso proprio per questo motivo.

Dice che le piante hanno lo scopo di insegnarci il giusto modo di vivere. Ha raccontato che uno sciamano in perù non fa altro che ricevere il paziente presso la sua abitazione, dopo il racconto da parte del paziente del suo malessere lo sciamano va nella foresta ed è la foresta che gli indica la pianta necessaria per il paziente. Lo sciamano non fa altro che essere lo strumento per il quale agisce lo spirito della natura e se il paziente è impossibilitato ad assumere la pianta lo sciamano la assume al posto del paziente ma è il paziente stesso a vomitare anche se non ha ingerito nulla, questo perchè lo sciamano tramite il suo potere e tramite i fattori EMPATOGENI della pianta è in grado di convogliare gli effetti guaritori verso il malato. Don Eligio è stato educato da suo nonno ad interpretare i messaggi della foresta, gli spiriti della natura e i poteri empatogeni delle varie piante e dice che non c'è altro modo di imparare se non da qualcuno che conosce la foresta, le sue piante ed i suoi spiriti. Dice anche che è una questione di destino, non tutti possono intraprendere quel sentiero.

Don Eligio sostiene che ogni malessere fisico che possiamo subire nasce da uno squilibrio emotivo/psichico/energetico dovuto al luogo in cui viviamo, quello che mangiamo le relazioni che intratteniamo (sopratutto quelle famigliari)... tutta una serie di fattori che ci portano interagire con energie e stati d'animo che si sedimentano interiormente e finiscono per altrerare il nostro equilibrio e quindi il nostro benessere. Le piante ci portano in determinati stati di coscienza tali da poter vedere questi squilibri comprenderne il senso e con la guida del curandero è possiile rimetterli a posto. Don Eligio dice che se non c'è vomito non c'è guarigione... Potete immaginare come possa sballarmi quando mi somministra le piante. XD...

In parole povere tutte le volte che ho assunto sostanze con l'idea di accrescere la mia evoluzione spirituale ho solo rischiato di bruciarmi a quanto dice lui. Tirando le somme devo darli ragione. Spero di apprendere il più possibile da lui per poter un giorno condurre gli incontri con le piante maestre con maggior consapevolezza. :yawinkle:

Ora si solleverà un putiferio già lo so... o meglio spero che voi riusciate a comprendere il punto di vista di un curandero peruviano. Ognuno poi deve fare quello che si sente ed essere in pace con se stesso. Alla luce delle cose che quest'uomo ha detto ma sopratutto ha fatto a me (e spero di riuscire a raccontarvi qualcosa) non sono riuscito ad avere un'idea differente dalla sua riguardo le sostanze.
 
"no por flipar" ahaahah grande! non t'è scappata la risata la prima volta?! o il sorriso... cmq nonostante la serietà è una frase che mette di buon umore!!


quindi questo:

"dice che non c'è altro modo di imparare se non da qualcuno che conosce la foresta, le sue piante ed i suoi spiriti. Dice anche che è una questione di destino, non tutti possono intraprendere quel sentiero."

è la risposta a rango, no?!

"informandosi il più possibile e poi sperimentando, è sempre negativo?
possiamo ritornare ad avere il rapporto con questo mondo che avevamo tanto tempo fa?"


Don Egidio parla di destino. E di volontà?!

credo che ciò conti di più, sia proprio il rispetto (ed infatti Don Egidio parla di trabajar). ad esempio, io un maestro non ce l'ho. durante la cerimonia, fatta la preghiera, chiedo allo stesso spirito della pianta (che forse agisce nel nostro inconscio) di insegnarmi. lei lo sa se siamo onesti o meno.
 
edit: m'ha postato due volte la stessa cosa.....

(e quella esatta era la seconda che ho editato, quindi corretta la prima)
 
"no por flipar" ahaahah grande! non t'è scappata la risata la prima volta?! o il sorriso... cmq nonostante la serietà è una frase che mette di buon umore!!

Mi sono fatto un sacco di risate, perchè lui sapeva che a me piace FLIPPARE! ;-) e anche lui ha ampiamente sorriso...


Il punto è che secondo i suoi insegnamenti, che hanno lo scopo di portare il proprio se verso il risveglio totale, le piante sono solo un mezzo per ampliare la coscienza e senza una guida il nostro ego, nella maggior parte dei casi finisce per sopraffare qualsiasi buon intento, inficiando così il risultato di una ricerca. Un maestro che invece guida l'esperienza, a prescindere ha un carisma che argina gli straripamenti del nostro ego, e comunque ha il potere di guidarci ad un altro stato di consapevolezza. Non voglio contraddire nessuno ma ho notato la differenza. Per me, farlo con una guida VERA, è stato TOTALMENTE differente da come lo è stato farlo da solo. VI posso dire che sono arrivato in altre dimensioni e che sono accadute cose inspiegabili di cui ancora adesso non trovo il nesso logico e la mia mente non riesce a comprendere. Ciò che mi è accaduto e lo racconterò man mano, non sarebbe mai accaduto se avessi fatto qyeste esperienze solo con le piante e senza guida. Con un maestro che ha raggiunto un determinato stato di consapevolezza le cose che succedono sono differenti. Non si tratta più di ampliare gli stati percettivi, si tratta di andare anche oltre la percezione, oltre se stessi e oltre il mondo per come lo conosciamo. Ma spiegarlo a parole scritte o parlate è comunque impossibile, è un tipo di cosa che VA VISSUTA per essere compresa.


"informandosi il più possibile e poi sperimentando, è sempre negativo?
possiamo ritornare ad avere il rapporto con questo mondo che avevamo tanto tempo fa?"


Don Egidio parla di destino. E di volontà?!

credo che ciò conti di più, sia proprio il rispetto (ed infatti Don Egidio parla di trabajar). ad esempio, io un maestro non ce l'ho. durante la cerimonia, fatta la preghiera, chiedo allo stesso spirito della pianta (che forse agisce nel nostro inconscio) di insegnarmi. lei lo sa se siamo onesti o meno.

Anche ho fatto le stesse obiezioni a Don Eligio, non mi ha risposto, mi ha fatto assumere le piante alla sua maniera e ho capito la differenza. L'unica cosa che posso dirti è questa. So che può sembrare assurdo, stupido contraddittorio. Forse è solo la mia personalissima esperienza, magari per tutti gli altri è diverso. Per me è stato così.
 
In ogni caso credo di aver capito che Don Eligio non intenda tramettere usanze di qualcosa di antico ma cerca di promuovere un modo di vivere nel presente unito col mondo e con la natura coscienti del fatto che il modo possa darci tutto quello di cui abbiamo bisosogno. Quindi magari dalle conoscenze del passato possono nascere nuovi modi di approcciarsi al modo delle piante maestre. Un po come la Native America Church (e' solo un mio esempio) ... La cosa che non comprende e che spesso condanna è il modo con cui noi occidentali assumiamo le sostanze. Se non c'è bisogno perchè prenderla? se non c'è nulla da celebrale perchè assumerla?

Se stiamo male andiamo da un curandero che ce la somministri, se abbiamo un matrimonio o un compleanno da festeggiare o un battesimo allora raduniamo le persone della nostra comunità e celebriamo quel momento con una pianta maestra! ma non serve prenderla solo per vedere cosa fa. Se la si vuole prendere per conoscersi allora serve che un esperto della conoscenza del se ci guidi.

[Questi sono appunti che devo ancora elaborare... ]
 
Hamsadana a dit:
Il punto è che secondo i suoi insegnamenti, che hanno lo scopo di portare il proprio se verso il risveglio totale, le piante sono solo un mezzo per ampliare la coscienza e senza una guida il nostro ego, nella maggior parte dei casi finisce per sopraffare qualsiasi buon intento, inficiando così il risultato di una ricerca.

verissimo! ed infatti nell'esperienza che ho avuto, quando preparavo un impacco di erbe, lo facevo sapendo di prepararlo bene, però con supponenza, senza veramente imparare per poterlo poi usare nel mondo ordinario.

parliamo di risvegliarci. anche i buddisti parlano di risveglio, senza però usare sostanze. (cmq la penso esattamente come te. ma mi devo adattare.) sì, ma una volta che c'è questo risveglio?! a che pro?
ad esempio tu Ha', perché vuoi seguire questi insegnamenti, il maestro te lo avrà sicuramente chiesto. per guarire ed aiutare la gente?! o per sfondare le porte della percezione e stop?!

a Londra ho conosciuto un signore che sostanze/piante/ecc non ne usava, non usava neanche canti, usava la parola, era un vero guaritore di anime. capiva che stavi male, la parola nel senso di farti sfogare, di aiutarti nei momenti difficili, di distrarti, di farti ridere.

[La Vita, è una Cerimonia!]
 
Un guru indiano ha detto:

"L'unico scopo dell'umanità è vedere Dio"

Ecco perché seguo un cammino spirituale. Voglio vederlo a tutti i costi. Voglio realizzare quello stato di consapevolezza tale per cui non c'è più differenza tra me è il resto...

Aiutare gli altri è solo un proposito dell'ego e c'è ancora separazione, ci sarei IO che aiuto QUALCUNO ... I maestri di tutte le traduzioni descrivono la realizzazione del se come il più alto stato di consapevolezza in cui si è perennemente immersi. Io voglio quello!

Poi magari non ci arrivo, ma è valsa la pena provare!
 
Hamsadana a dit:
Dice che le piante hanno lo scopo di insegnarci il giusto modo di vivere. Ha raccontato che uno sciamano in perù non fa altro che ricevere il paziente presso la sua abitazione, dopo il racconto da parte del paziente del suo malessere lo sciamano va nella foresta ed è la foresta che gli indica la pianta necessaria per il paziente.
Trovo interessante che praticamente tutti gli sciamani/curandero del Sud America dicano la stessa cosa... "Sono le piante che ci hanno parlato, che ci hanno spiegato come utilizzarle."

http://www.biopark.org/peru/luna-dissertation.html
 
Si ma lo sciamano, prima di farsi parlare dalle piante gli è stata trasmessa la conoscenza dal suo predecessore. In più lo scopo con cui io ho preso le piante in passato non è stato per imparare ad usarle e portare beneficio. Mi spiego meglio. Ho preso le piante per cercare di capire e di ampliare la mia coscienza. Ma non ne avevo motivo. Per farlo era necessaria una guida.

In più gli spiriti delle piante hanno già adempiuto al compito di insegnare il loro utilizzo che ora viene insegnato e trasmesso oralmente. Quindi ricominciare il processo di insegnamento ha poco senso per lo spirito della pianta.

Questo è quello che dice Don Eligio.
 
Don Eligio dice bene.
Ma deve pure capire che noi si vive nel terzo mondo dello spirito, che qui la conoscenza sottile del mondo vegetale è andata perduta o, dove è rimasta, sono poco più che scampoli difficili da rattoppare assieme.

Quindi per un occidentale che non voglia limitarsi a farsi una settimana all'anno in una foresta X all'altro capo del globo (ovviamente non c'è niente di male in questo) l'unica soluzione è ritracciare con le sue forze, fisiche-intellettuali-empatiche-spirituali, il sentire della selva che è stato scancellato.
Sbaglierà, girerà a vuoto, si ritroverà in vicoli ciechi e fra silenzi assordanti... e probabilmente, infine, con in mano poca cosa dato lo sforzo compiuto.
Ma poco altro si può fare.

"... verranno altri orribili lavoratori; cominceranno dagli orizzonti dove l'altro s'è accasciato"
 
Infatti lui cerca di trasmettere il più possibile il giusto approccio e le sue conoscenze agli occidentali che incontrano il suo cammino.

Paolo tra l'altro io la vedo come te. Un ricercatore si arrangia con quel poco che ha...

Poi sono anche dell'avviso che se uno si avvicina alle sostanze che si faccia male o no è il suo karma... 😉
 
Hamsadana a dit:
Un guru indiano ha detto:

"L'unico scopo dell'umanità è vedere Dio"

ed io aggiungo, portare pace benessere e amore. se si sta bene si sta meglio. si conosce, meglio. l'uomo è un animale sociale. vuoi per ipocrisia (per difendersi), vuoi per altro, ma se si è innamorati, si farà di tutto per l'altro.
parlo di amore per il mondo. (anche con chi con noi è ingiusto. gli dobbiamo lasciare il diritto di "essere un idiota")

lo scopo dell'umanità (è redimersi, la giustizia sta proprio nell'ingiustizia che subiamo), è portare Amore. lì, c'è Dio. lì e nella natura.

Hamsadana a dit:
Aiutare gli altri è solo un proposito dell'ego e c'è ancora separazione, ci sarei IO che aiuto QUALCUNO ...

non lo so. quando io aiuto qualcuno, aiuto il mondo, quel qualcuno con il suo benessere aiuterà qualcun altro. lo faccio per lui. perché vedere un altro essere che soffre?
quel qualcuno poi aiuterà qualcun altro, anche con un semplice sorriso, e via dicendo.
quando io aiuto qualcuno, aiuto il mondo, ed anche quel qualcuno mi aiuta, anche con un "grazie", o con appunto un semplice sorriso. è uno scambio infinito.


Hamsadana a dit:
I maestri di tutte le traduzioni descrivono la realizzazione del se come il più alto stato di consapevolezza in cui si è perennemente immersi.

bellissimo.
 
Hamsadana a dit:
Si ma lo sciamano, prima di farsi parlare dalle piante gli è stata trasmessa la conoscenza dal suo predecessore.
Molti gruppi indigeni che usano l'ayahuasca pensano che inizialmente siano state le piante o delle entita' divine a passargli la conoscenza... E durante il mio soggiorno nell'Amazzonia, mi e' capitato spesso di sentire di "ayahuasquero" che hanno imparato l'arte da soli, passando lunghi periodi nella foresta, seguendo diete ferre, in compagnia dei soli spiriti. Per poi non parlare dei canti sacri, che molti sostengono di aver imparato direttamente dalle piante maestre.

Permettetemi di dilungarmi ancora un po'... Forse queste informazioni sono accessibili a tutti, forse serve solo l'approccio giusto. Che sia quello che Jung chiamava la coscienza collettiva? O forse appartiene a un tipo di coscienza differente? Uno degli sciamani che avevo incontrato durante il viaggio, mi aveva detto che con l'ayahuasca sarebbe anche possibili conoscere e interagire con le piante medicinali che ci sono qui in Europa... E' sicuramente una cosa con cui provero' a sperimentare in futuro.
Hamsadana a dit:
In più gli spiriti delle piante hanno già adempiuto al compito di insegnare il loro utilizzo che ora viene insegnato e trasmesso oralmente. Quindi ricominciare il processo di insegnamento ha poco senso per lo spirito della pianta.
Non penso assolutamente che abbiano finito di insegnarci, l'uomo ha ancora molto da imparare... Nonostante ci siano gia' molti bravi maestri in giro per il mondo, penso che la strada sia ancora molto lunga! Pensa poi alla quantita' infinita di piante che abitano l'Amazzonia! Gli stessi indigeni ne conoscono solo una piccola parte!

La ricerca non e' affatto finita, siamo noi i nuovi sciamani! Dalla nostra parte abbiamo sia le conoscienze millenarie che la scienza!
 
Scusa l'ignoranza Monad.
Dici che "con l'ayahuasca sarebbe possibile conoscere e interagire con le piante che ci sono qui".
Quindi l'ayahuasca nella sua "tradizione amazzonica" è vista come la pianta che dà accesso e possibilità di comunicazione con tutte le altre?
Ossia una comunicazione diretta con le altre non è contemplata se non passando dall'ayahuasca? Come funziona?

Comunque non mancano di certo le conoscenze sottili delle piante nostrane.
Purtroppo sono per lo più tutte frammentarie: tante punte di iceberg senza iceberg sotto.
Ma molto si può fare, da liberi battitori o meno...

Un buon inizio sarebbe iniziare a dietare con piante della nostra tradizione magica...
 
Vi voglio raccontare una parte di un sogno (se lo trovo nel diario poi aggiungo altri particolari):
sono con mia sorella sull'autobus, seduto ai posti di mezzo; stò leggendo un libro un po' particolare; un signore, che era nello spazio senza sedili davanti a me lo nota e mi dice che può darmi le risposte alla mia domanda; è alto, robusto, ma la cosa che mi colpisce di più sono gli occhi: di un azzurro glaciale; scendiamo dall'autobus, dico a mia sorella che la raggiungerò, ma devo aiutarla a portare delle cose a casa; vado con lei; la lascio a casa e rimango con il tizio; mi fa fumare della marijuana; faccio pochi tiri, conoscendo i miei limiti; mi parla, capisco che stà utilizzando tecniche di ipnosi; ho le braccia paralizzate; saliamo la via di casa e giriamo a sinistra; c'è della gente ad un bar che ci guarda; nasconde la mia mano, che non posso muovere ed è rimasta a mezz'aria con la sua; la situazione si fa movimentata; mi dice di aggrapparsi a lui; sono appeso al suo fianco destro, comincia a correre leggermente come se non gli pesassi più di tanto; gle lo domando e mi dice che non ci sono problemi; parla con me e altre persone, che sembrano suoi compagni; dicono che devo assumere altre sostanze; io cerco di fargli capire che sò di cosa parlano egli dico che le mie esperienze già le ho fatte; scoppiano a ridere...
mi ritrovo a terra; è tutto buio; sento loro che parlano; arranco fino a che non tocco la gamba di qualcuno e mi rialzo...

Ti volevo chiedere, cosa pensa Don Eligio della cannabis? Su di me ha un grande effetto e ormai non la prendo più alla leggera; a volte sotto il suo effetto sono riuscito a percipere come le piante "comunicassero".
 
Ripondo ad Abej^a G.

Il Termini dello scopo dell'umanità tu usi la parola redimersi ma a mio avviso la interpreti diversamente dal pensiero che è comunemente condiviso in tutte le vie spirituali. (Stiamo solo filosofeggiando eh.. non prenderla cone una critica ;-) ) Nella via orientale redimersi non viene inteso come portare giustizia nell'ingiustizia che subiamo, bensì accettare che l'ingiustizia che subiamo non è affatto ingiusta ma è insita nell'essere incarnati su qyuesto piano terreno e quindi bisogna cercare di seguire un cammino verso l'accettazione che è l'amore.

In termini terapeutici aiutare se non si è realizzati ha poco senso... Ribadisco. Tutti i pranoterapeuti, reiker, diksha giver ecc ecc sono a mio avviso persone che pompano il proprio EGO con se stessi perche AIUTANO qualcuno. Il Guru indiano che seguo da 5 anni (oltre a Don Eligio) dice sempre :" non è una brutta cosa aiutare qualcuno ma pensate ad un neonato che cambia il pannolino ad un altro neonato, diventa una situazione di merda!" (XD si usa proprio queste parole, ma è uno shivaita quindi si sofferma poco sulle formalità) ... Il punto è che un maestro realizzato è in grado di muovere il Karma consapevolmente. Uno che fa pranoterapia sa effettivamente muovere ilprana ma dovrebbe occuparsi solo del SUO perchè nel momento in cui si occupa del prana altrui rischia di beccarsi il Karma altrui, come spesso succede. Se l'energia di un maestro realizzato gira a 1000 e la mia a 1 io brucio il carma delle persone che aiuto alla stessa velocita loro, un guru che mi decide di farsi carico di un pezzo del mio Karma brucia diversamente quell'energia. QUINDI aiutare gli altri nella vita reale si è giusto e sensatissimo. Ma in termini terapeutici non lo condivido.


Rispondo a Monad:

Si è vero molti indigeni imparano dalle piante direttamente, ma noi non siamo indigeni di quelle terre, il nostro DNA, la nostra anima e la nostra storia personale sono completamente diverse da quelle degli indigeni dell'amazzonia. Se volessimo sostenere lo stesso processo anche per noi allora noi dovremmo andare QUI IN EUROPA ed imparare dalle NOSTRE piante secondo me.

Quando sono stato in amazzonia una maestra ayaschera mi disse che gli spiriti della medicina stanno abbandonando gli uomini e se ne torneranno nella selva perchè gli occidentali stanno dissacrando molto l'uso della medicina... e non ha tutti i torti secondo me. Non credo si tratti solo di molecole e sostanze... credo che la situazione sia diversa.

Rispondo a Orion:

Don Eligio pensa che tutte le piante vadano assunte con cerimoniosità e rispetto. Farsi una canna per rilassarsi secondo lui non ha senso come fumare il tabacco. Tra l'altro lui il tabacco lo usa come infuso che poi va bevuto e che ti fa vomitare l'anima e che serve come preparazione all'assunzione di altre piante.
 
0rion a dit:
Ti volevo chiedere, cosa pensa Don Eligio della cannabis? Su di me ha un grande effetto e ormai non la prendo più alla leggera; a volte sotto il suo effetto sono riuscito a percipere come le piante "comunicassero".

Hamsadana a dit:
Don Eligio pensa che tutte le piante vadano assunte con cerimoniosità e rispetto.

Tra l'altro lui il tabacco lo usa come infuso che poi va bevuto e che ti fa vomitare l'anima e che serve come preparazione all'assunzione di altre piante.


...è mai capitato che facesse battute tra determinate piante e realtà-stereotipate di atteggiamenti umani?!
la moglie, l'amico, il socio, ...
 
Hamsadana a dit:
Si ma lo sciamano, prima di farsi parlare dalle piante gli è stata trasmessa la conoscenza dal suo predecessore.

questo è un punto saliente,che dovrebbe essere messo a livello legislativo su tutte le piante speciale del sudamerica,,,come si puo pensare di prendere bolllire o altro,per vivere un esperienza con una pianta,senza il cerimoniere giusto e scelto dalla pachamama?è come avere un violino,prendi l'arco e lo fai suonare...ma un conto è che lo suona un uomo con 20 anni di studio di violino,un conto è se lo suono io!gli faccio emettere suoni,ma è totalmente diverso
 
Hamsadana, scusa per il ritardo... Non lo so, per me l'uomo e' un animale che si adatta facilmente e penso che l'intero pianeta sia "la sua terra". Poi noi europei siamo talmente "meticci" e deculturalizzati che secondo me questo tipo di ragionamento non ha senso.

In piu', molte delle sostanze che hanno loro le abbiamo anche noi... Vedi beta-carboline, DMT, ecc.

Forse gli spiriti di cui parlava erano una parte del suo inconscio che soffre nel vadere il "progresso" portato dai gringos... Non voglio provocarti, sto solo facendo l'avvocato del diavolo! E' un tema complesso e penso che ci siano tante parti coinvolte...

Pensa che invece a me e' capitato di sentire storie diverse... Alcuni curanderos sono ben felici di insegnare ai gringos, in modo da diffondere LA medicina anche nei loro paesi di origine. Preferisco di gran lunga questa storia... Se l'ayahuasca e' un entita' senziente e benevola, penso che sia ben felice di aiutare il piu' grande numero di persone!


LaFouinefarc-ep, ha senso quello che dici, ma la musica appartiene a tutti! Il violino e' uno strumento raffinato, che appartiene alla cultura piu' "evoluta"... Ma pensa invece al tamburo, lo strumento primordiale... Appartiene a tutti, oltre la razza, il sesso e l'eta'! I migliori percussionisti sono riconosciuti in quanto tali, la selezione che avviene e' naturale... Ma non ci sono restrizioni. Penso lo stesso per le piante... Le strutture culturali sono un problema dell'uomo, le piante invece se ne fregano :D
 
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