Chelidonium majus L.
Sp. Pl.: 505 (1753)
Papaveraceae
Erba da porri, Cenerognola, Celidonia, grande, Erba nocca, Erba porraia, Erba mornera, Papagno selvaggio. Celandine, Chelidoine, Schollkraut.
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne, di aspetto erbaceo, cespitoso, rizoma cilindrico, ramificato, esternamente è bruno-rosso, giallo all'interno, produce diverse radichette di color arancio-bruno,
fusti prostrati o ascendenti ramosi, fragili, muniti di peli sparsi, alta sino a 70 cm. Tutti gli organi della pianta sono percorsi da una rete di canali laticiferi, nei quali scorre un succo arancione aspro e caustico, che fuoriesce alla minima incisione. La pianta emana odore poco gradevole.
Le foglie radicali, sono abbondanti, lungamente picciolate, pennate e lobate in 5 segmenti da ogni lato, la pagina superiore verde chiaro opaca e glabra, quella inferiore di colore verde bluastro, tomentosa. Le foglie cauline sono sessili o con corto picciolo, alterne, bilobate o trilobate a lobi ovali, dentati e arrotondati all'estremità.
I fiori dal lungo peduncolo, formano piccole ombrelle apicali, o solitari all'ascella fogliare, i 2 sepali del calice sono precocemente caduchi,
la corolla ha 4 petali ovali di colore giallo oro e molti stami a filamenti rigonfi appena sotto le antere.
I frutti sono capsule verdi, lineari che contengono un gran numero di semi reniformi, brillanti e neri, muniti di un'escrescenza polposa e gelatinosa, molto apprezzata dalle formiche, che in questo modo disseminano la pianta.
Tipo corologico: Circumbor. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica.
Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Antesi: aprile÷ottobre.
Distribuzione in Italia: Presente in tutto il territorio.
Habitat: Luoghi ombrosi, lungo le strade, vicino agli immondezzai e alle macerie, sui vecchi muri e negli incolti; 0÷1.200 raramente sino a 1.600 m s.l.m.
Note di Sistematica: Genere di una sola specie.
Tassonomia filogenetica
[TABLE="class: xiradorn_table"]
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[TH][/TH]
[TH]Magnoliophyta[/TH]
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[TH]Eudicotiledoni[/TH]
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[TH][/TH]
[TH][/TH]
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[TR]
[TH]Ordine[/TH]
[TH]Ranunculales Juss. ex Bercht. & J.Presl[/TH]
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[TH]Famiglia[/TH]
[TH]Papaveraceae Juss.[/TH]
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[TH]Tribù[/TH]
[TH]Chelidonieae[/TH]
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[TH]Genere[/TH]
[TH]Chelidonium L.[/TH]
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Etimologia: Nel passato si pensava che il nome di Chelidonium derivasse da "
Coeli Donum" =
Dono del cielo, in riferimento alle sue proprietà, definite miracolose. Il nome del genere, secondo Dioscoride, deriva dal greco "
chelidòn" =
rondine, l'inizio della sua fioritura coincide, proprio con il ritorno delle rondini e il perdurare del fiore si ritrova ancora alla partenza di questi uccelli.
I latini la chiamavano Hirundaria.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale tossica
Tutte le parti della pianta e specialmente le radici risultano tossiche per il loro contenuto in alcaloidi: chelidonina e cheleritrina, quest'ultima fa starnutire e provoca sensazione di soffocamento.
I principi attivi sono affini a quelli dell'oppio, (per questo motivo è erba soggetta a restrizioni legali in alcuni paesi) il suo impiego è volto soprattutto a calmare il dolore, fa parte infatti della composizione di diversi farmaci spasmolitici, calmanti, batteriostatici; è inoltre oftalmica, purgante, stomachica e diuretica. È efficace contro taluni tipi di funghi microscopici e certi protozoi parassiti.
Per uso esterno contro irritazione dell'occhio e cataratta, contusioni e slogature, tricofizia e psoriasi, indicata nel trattamento delle verruche.
Nota in val Cavallina, dove risiedo, e anche in Valcamonica, l'azione caustica del suo latice color arancio, che nella tradizione popolare era impiegato, sino a pochi anni fa, per curare calli, efelidi, verruche e porri, da cui il nome volgare di "Erba da porri".
Fusti e foglie essiccate, nella medicina popolare, venivano consigliati per pediluvi atti a riattivare la circolazione.
Si conoscono diverse cultivar a fiori doppi.
Curiosità: Per gli alchimisti del medioevo, era un ingrediente indispensabile per la fabbricazione della pietra filosofale; fa parte delle “erbe magiche della notte di S. Giovanni” ( erbe che vengono colte all'alba del 24 giugno), con le quali si preparano potentissimi filtri, talismani, oli, ma soprattutto i famosi "sali". Ci sono quelli per l'amore, il lavoro, la fortuna, la guarigione e altro, con la celidonia si preparano i "sali per togliere le negatività".
Questo sale misto a celidonia , dopo vari riti magici eseguiti rigorosamente in una notte di luna piena, potrà essere usato solo con la luna nuova e il suo potere durerà un anno.
Messo sotto lo zerbino, ad esempio, allontana per sempre i falsi amici e gli invidiosi protegge dai malefici, favorisce le risoluzioni legali.
La leggenda vuole che le rondini facciano cadere una goccia di latice di celidonia negli occhi ancora chiusi dei rondinotti per aiutarli a schiuderli e per rafforzarne la vista.
l'uso della pianta in suffumigi come rimedio al dolor di denti che risulta alleviato in breve tempo, ma, effetto non desiderato del trattamento, segue la caduta dei denti cariati! ("Le piante officinali del Parco Nazionale d'Abruzzo" M. D'Andrea)
Scrive di Chelidonium majus *Pietro Andrea Mattioli:
“Alchimisti impazziti, non sapendo ben eglino, che chelidonia vuol dir hirondinaria, è chiamata donum caeli. Nella cui sentenza confidandosi spesso predicano cavarsi da questa pianta una certa quintessenza… mirabilmente gioevole per la vita de gli uomini in diversi morbi pericolosi… l'erba messa nelle scarpe e calcata coi piedi igniudi giova, come credono alcuni, al trabocco di fiele, messa sopra le mammelle delle donne ristagna il flusso dei mestrui… applicata sopra l'ombellico mitige i dolori del ventre e della madrice… il succo è ottimo medicamento per levare i fiocchi, le nugolette, e le cicatrici de gl'occhi, ma per essere acutissimo non si deve adoperare solo… messo il medesimo nelle cavità dei denti gli rompe e li fa cascare, e il medesimo fa ne i porri ongendoneli spesso”
*Pietro Andrea Mattioli medico e botanico.
Esercitò la professione medica a Siena, a Roma, a Trento. Con l´esercizio della medicina guadagnò a sufficienza per potersi ritirare dalla professione e per potersi dedicare alle Scienze naturali, in particolare alla Botanica.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., Flora d'Italia.Edagricole, Bologna. 1982
BOWN. D., Encyclopaedia of Herbs and their Uses. Dorling Kindersley, London. 1995
PRIHODA A., Le piante officinali della salute. Melita, La Spezia. 1993
TRíSKA J. La flora d'Europa. Melita, La Spezia 1990.
ARIETTI N., La flora economica e popolare del territorio bresciano. Geroldi. Brescia 1974
Scheda realizzata da: Marinella Zepigi
Fonte:
Chelidonium majus L. - Erba da porri - Forum Acta Plantarum
Va bene per eliminare i porri, ma personalmente mi fermerei qua..