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Chelidonium Majus (Chelidonia, Celidonia o erba da porri)

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion Faustone
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Faustone

Glandeuse Pinéale
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28/6/11
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Appartenente alla famiglia delle Papaveracee, quest'erba perenne si trova in tutta italia, un pò dappertutto, nei luoghi incolti, fra le sterpaglie e i ruderi, lungo i corsi d'acqua e sulle siepi.
Il fusto, che raggiunge altezze di circa 70cm, è cilindrico, nodoso e ramoso, con foglie pennatosette e fiori gialli. La fioritura avviene in primavera.

Questa pianta deve essere usata con estrema prudenza perché contiene alcaloidi che hanno un'azione simile a quella dell'oppio.

PARTI USATE:
tutta la pianta, compreso il lattice che si fa sgorgare con incisioni praticate sul fusto e che viene poi essicato e polverizzato.

PRINCIPI ATTIVI: gli alcaloidi chelidonina, cheleritrina, sanguinarina, protopina, berberina, enzimi proteolitici, olio essenziale, acido ascorbico, un flavonolo, mucillagini, una saponina, resine.

PROPRIETA`: antireumatiche, diuretiche, caustiche, sedative, antispasmodiche. Data la tossicità degli alcaloidi, è consigliabile limitarne l'uso a quello esterno (l'ingestione del liquido secreto dagli steli può provocare infatti disturbi gastrointestinali, mentre il contatto con il lattice causa irritazioni cutanee).


Gli alcaloidi in esso contenuti presentano una certa affinità con quelli dell'oppio ed hanno azione antispasmodica, narcotica, catartica, colagoga, diuretica ecc.



qualcuno di voi conosce meglio di me un suo possibile utilizzo? :rolleyes:
 
è una pianta che cresce sopratutto nei boschi e sotto gli alberi, descritta così sembra davvero interessante a parte il fatto che contiene alcaloidi tossici e che ne è sconsigliato il suo uso per vie interne.
 
gli alcaloidi sì sono tossici ma non mortali.... alla fine in giro ho letto solo disturbi gastrointestinali, un pò di meteorismo non ha mai ucciso nessuno! :D
 
personalmente non ne ho mai fatto uso, ma interessa anche a me il parere di qualcuno che l'ha provata e sopratutto come è preferibile assumerla se va fumata, ingerita ecc...
 
alcuni siti riportano che: "Se per caso viene ingerita i sintomi generali consistono in bruciore della cavità orale e della gola, dolori addominali, vomito, diarrea, perdita di coscienza, coma. Dopo contatto con il lattice secreto dai fusti spezzati è frequente la comparsa di dermatiti; stomatiti anche gravi e gastroenteriti emorragiche possono invece conseguire all’ingestione delle radici o di altre parti della pianta. "
 
Non si è capito, gli alcaloidi sono leggermente tossici o provocano nel peggiore dei casi coma?
 
Chelidonium majus L.
Sp. Pl.: 505 (1753)


Papaveraceae

Erba da porri, Cenerognola, Celidonia, grande, Erba nocca, Erba porraia, Erba mornera, Papagno selvaggio. Celandine, Chelidoine, Schollkraut.

Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta perenne, di aspetto erbaceo, cespitoso, rizoma cilindrico, ramificato, esternamente è bruno-rosso, giallo all'interno, produce diverse radichette di color arancio-bruno, fusti prostrati o ascendenti ramosi, fragili, muniti di peli sparsi, alta sino a 70 cm. Tutti gli organi della pianta sono percorsi da una rete di canali laticiferi, nei quali scorre un succo arancione aspro e caustico, che fuoriesce alla minima incisione. La pianta emana odore poco gradevole.
Le foglie radicali, sono abbondanti, lungamente picciolate, pennate e lobate in 5 segmenti da ogni lato, la pagina superiore verde chiaro opaca e glabra, quella inferiore di colore verde bluastro, tomentosa. Le foglie cauline sono sessili o con corto picciolo, alterne, bilobate o trilobate a lobi ovali, dentati e arrotondati all'estremità.
I fiori dal lungo peduncolo, formano piccole ombrelle apicali, o solitari all'ascella fogliare, i 2 sepali del calice sono precocemente caduchi, la corolla ha 4 petali ovali di colore giallo oro e molti stami a filamenti rigonfi appena sotto le antere.
I frutti sono capsule verdi, lineari che contengono un gran numero di semi reniformi, brillanti e neri, muniti di un'escrescenza polposa e gelatinosa, molto apprezzata dalle formiche, che in questo modo disseminano la pianta.

Tipo corologico: Circumbor. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica.
Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.

Antesi: aprile÷ottobre.

Distribuzione in Italia: Presente in tutto il territorio.

Habitat: Luoghi ombrosi, lungo le strade, vicino agli immondezzai e alle macerie, sui vecchi muri e negli incolti; 0÷1.200 raramente sino a 1.600 m s.l.m.

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Note di Sistematica: Genere di una sola specie.

Tassonomia filogenetica

[TABLE="class: xiradorn_table"]
[TR]
[TH][/TH]
[TH]Magnoliophyta[/TH]
[/TR]
[TR]
[TH][/TH]
[TH]Eudicotiledoni[/TH]
[/TR]
[TR]
[TH][/TH]
[TH][/TH]
[/TR]
[TR]
[TH]Ordine[/TH]
[TH]Ranunculales Juss. ex Bercht. & J.Presl[/TH]
[/TR]
[TR]
[TH]Famiglia[/TH]
[TH]Papaveraceae Juss.[/TH]
[/TR]
[TR]
[TH]Tribù[/TH]
[TH]Chelidonieae[/TH]
[/TR]
[TR]
[TH]Genere[/TH]
[TH]Chelidonium L.[/TH]
[/TR]
[/TABLE]


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Etimologia: Nel passato si pensava che il nome di Chelidonium derivasse da "Coeli Donum" = Dono del cielo, in riferimento alle sue proprietà, definite miracolose. Il nome del genere, secondo Dioscoride, deriva dal greco "chelidòn" = rondine, l'inizio della sua fioritura coincide, proprio con il ritorno delle rondini e il perdurare del fiore si ritrova ancora alla partenza di questi uccelli.
I latini la chiamavano Hirundaria.

Proprietà ed utilizzi:
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Specie officinale tossica

Tutte le parti della pianta e specialmente le radici risultano tossiche per il loro contenuto in alcaloidi: chelidonina e cheleritrina, quest'ultima fa starnutire e provoca sensazione di soffocamento.
I principi attivi sono affini a quelli dell'oppio, (per questo motivo è erba soggetta a restrizioni legali in alcuni paesi) il suo impiego è volto soprattutto a calmare il dolore, fa parte infatti della composizione di diversi farmaci spasmolitici, calmanti, batteriostatici; è inoltre oftalmica, purgante, stomachica e diuretica. È efficace contro taluni tipi di funghi microscopici e certi protozoi parassiti.
Per uso esterno contro irritazione dell'occhio e cataratta, contusioni e slogature, tricofizia e psoriasi, indicata nel trattamento delle verruche.
Nota in val Cavallina, dove risiedo, e anche in Valcamonica, l'azione caustica del suo latice color arancio, che nella tradizione popolare era impiegato, sino a pochi anni fa, per curare calli, efelidi, verruche e porri, da cui il nome volgare di "Erba da porri".
Fusti e foglie essiccate, nella medicina popolare, venivano consigliati per pediluvi atti a riattivare la circolazione.
Si conoscono diverse cultivar a fiori doppi.

Curiosità: Per gli alchimisti del medioevo, era un ingrediente indispensabile per la fabbricazione della pietra filosofale; fa parte delle “erbe magiche della notte di S. Giovanni” ( erbe che vengono colte all'alba del 24 giugno), con le quali si preparano potentissimi filtri, talismani, oli, ma soprattutto i famosi "sali". Ci sono quelli per l'amore, il lavoro, la fortuna, la guarigione e altro, con la celidonia si preparano i "sali per togliere le negatività".
Questo sale misto a celidonia , dopo vari riti magici eseguiti rigorosamente in una notte di luna piena, potrà essere usato solo con la luna nuova e il suo potere durerà un anno.
Messo sotto lo zerbino, ad esempio, allontana per sempre i falsi amici e gli invidiosi protegge dai malefici, favorisce le risoluzioni legali.
La leggenda vuole che le rondini facciano cadere una goccia di latice di celidonia negli occhi ancora chiusi dei rondinotti per aiutarli a schiuderli e per rafforzarne la vista.

l'uso della pianta in suffumigi come rimedio al dolor di denti che risulta alleviato in breve tempo, ma, effetto non desiderato del trattamento, segue la caduta dei denti cariati! ("Le piante officinali del Parco Nazionale d'Abruzzo" M. D'Andrea)


Scrive di Chelidonium majus *Pietro Andrea Mattioli:

“Alchimisti impazziti, non sapendo ben eglino, che chelidonia vuol dir hirondinaria, è chiamata donum caeli. Nella cui sentenza confidandosi spesso predicano cavarsi da questa pianta una certa quintessenza… mirabilmente gioevole per la vita de gli uomini in diversi morbi pericolosi… l'erba messa nelle scarpe e calcata coi piedi igniudi giova, come credono alcuni, al trabocco di fiele, messa sopra le mammelle delle donne ristagna il flusso dei mestrui… applicata sopra l'ombellico mitige i dolori del ventre e della madrice… il succo è ottimo medicamento per levare i fiocchi, le nugolette, e le cicatrici de gl'occhi, ma per essere acutissimo non si deve adoperare solo… messo il medesimo nelle cavità dei denti gli rompe e li fa cascare, e il medesimo fa ne i porri ongendoneli spesso”

*Pietro Andrea Mattioli medico e botanico.
Esercitò la professione medica a Siena, a Roma, a Trento. Con l´esercizio della medicina guadagnò a sufficienza per potersi ritirare dalla professione e per potersi dedicare alle Scienze naturali, in particolare alla Botanica.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., Flora d'Italia.Edagricole, Bologna. 1982
BOWN. D., Encyclopaedia of Herbs and their Uses. Dorling Kindersley, London. 1995
PRIHODA A., Le piante officinali della salute. Melita, La Spezia. 1993
TRíSKA J. La flora d'Europa. Melita, La Spezia 1990.
ARIETTI N., La flora economica e popolare del territorio bresciano. Geroldi. Brescia 1974

Scheda realizzata da: Marinella Zepigi
Fonte: Chelidonium majus L. - Erba da porri - Forum Acta Plantarum

Va bene per eliminare i porri, ma personalmente mi fermerei qua..
 
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