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Boom dei coffee shop al Cairo, anche se è vietato fumare cannabis

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Holofractale de l'hypervérité
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Nelle ghorze, a fumare hashish. Il boom dei coffee shop al Cairo - Repubblica.it

[h=1]Nelle ghorze, a fumare hashish.
Il boom dei coffee shop al Cairo[/h][h=3]Tavolini per strada, sedie di legno, lampadine colorate, brulichio continuo di soli uomini, soprattutto di sera. Tutti a fumare con le pipe ad acqua. Anche se nel paese è vietato fumare la cannabis, lo fanno liberamente. Anche perché "il padrone della ghorza spedisce soldi e droga a degli ufficiali di polizia per assicurarsi che non facciano controlli nella zona"[/h]
"ADESSO comincia il vero lavoro", esclama sorridendo un cameriere di un coffee shop al centro del Cairo. Questi bar vengono chiamati solitamente ghorza, 'piccolo buco' in arabo. Fuori sono delle normalissime sale da tè, dentro, invece, si fuma solo hashish. In ogni quartiere ce ne sono 5 o 6 e si concentrano nelle aree più povere della città. Il cameriere, seduto su uno sgabello, sta preparando la shisha (in narghilè egiziano) - pipa ad acqua per intenderci - con l'hashish; mentre allo stesso tavolo quattro persone si passano il tubicino flessibile del narghilè, esattamente come se fosse uno spinello, e sorseggiano del tè. "Qui non vendiamo alcool ma il fumo quanto ti pare", incalza il proprietario con un ghigno di soddisfazione. La cosa che colpisce, a un primo colpo d'occhio, è che le persone sedute nei tavolini all'aperto fumano hashish tranquillamente, nonostante sia vietato nel Paese. Ma la spiegazione non tarda ad arrivare. "Il padrone della ghorza spedisce una volta al mese soldi e droga a degli ufficiali di polizia per assicurarsi che non facciano controlli nella zona", chiarisce a bassa voce il nostro contatto, un egiziano di fiducia, un tempo frequentatore di questi luoghi. Che poi ci avverte: "Per poter entrare in un coffee shop locale devi conoscere qualcuno che ci va abitualmente, altrimenti è molto pericoloso; soprattutto se vedono uno straniero, per giunta donna".

LE IMMAGINI

L'hashish è la droga più diffusa in Egitto e dopo la rivoluzione è aumentata l'assunzione tra i cittadini. "I dati dimostrano che la situazione sta degenerando. Per rendersene conto basta visitare le ghorze: pullulano di gente a tutte le ore", osserva il dottor Ahmed Hussein, uno degli autori del volume Ricerca medica sulle dipendenze da droghe, pubblicato dal Ministero della salute un mese fa. "Secondo la nostra ricerca, al Cairo i fumatori di hashish sono il 13% della popolazione. Ma attenzione - avverte- non tutti dichiarano apertamente di fumare; per quanto mi riguarda, penso che più del 50% della popolazione egiziana faccia uso di questa sostanza". Si interrompe, vuole essere preciso, legge i dati dello studio: "Generalmente fumano più gli uomini, ma dopo la rivoluzione è aumentata la percentuale delle donne. La fascia di età che ne abusa è tra i 20 e i 25 anni: sono il 73% dei fumatori". Poi scuote la testa e aggiunge: "Il 19% dei fumatori abituali ha sotto i 15 anni. L'età media degli spacciatori, invece, è tra i 30 e 40 anni. E spesso utilizzano i ragazzini per smerciare la droga". È molto preciso, non vuole dimenticare nulla: "I quartieri al Cairo dove si fuma di più sono solitamente quelli più poveri. Primo fra tutti la città dei morti: lì gli abitanti fumano dentro le tombe, vere e proprie ghorze. Ma inaccessibili per chi non è del luogo".

Il coffee shop egiziano fuori è simile a tanti bar cairoti: tavolini per strada, sedie di legno, lampadine colorate, brulichio continuo di soli uomini, soprattutto di sera. Dentro, invece, è uno stanzone senza finestre, con una ventina di tavolini e un condizionatore. Verso le 2 di notte entrano tutti per fumare e rimangono in chiacchiere fino alle 5 del mattino. "Alle 4 ci saranno più di sessanta persone", spiega orgoglioso il proprietario della ghorza seduto al tavolo. È un uomo alto e robusto, evidentemente non del tutto a suo agio con i nuovi ospiti. Di scatto, fa un segno al ragazzo che porta il tè: deve spostare il tavolino in un angolo, non vuole che l'unica donna presente sia visibile alle gente che entra nel suo bar o passa per strada. Per il resto, l'atmosfera è molto rilassata ma, nonostante non si facciano solitamente controlli, c'è chi prende delle precauzioni: "Per sicurezza ho dato le chiavi della macchina ad un garzone che lavora qui: se per caso la polizia dovesse fare irruzione- ma non succederà- usciamo dall'uscita secondaria dove ci aspetta la macchina parcheggiata. Questo 'servizio' è utile e costa poco", bisbiglia sottovoce.

Il dottor Hussein conosce molto bene gli orari di apertura e chiusura delle ghorze e spiega così l'alta densità di frequentatori: "Dopo la rivoluzione ci sono meno controlli in giro; molti ufficiali di polizia sono corrotti e quelli che non lo sono non considerano il contrasto a questa attività illegale una priorità". Per giunta non manca il fattore religioso: "Il 98% della popolazione che fuma hashish pensa che non sia vietato dalla religione, mentre invece l'alcool sì. È per questo che nelle vere ghorze si beve solo tè", spiega il medico. E riguardo al rapporto droga-islamisti racconta: "Alcuni, so per certo che fumano di nascosto. Non si fanno veder nei luoghi pubblici perché per loro non solo l'alcool ma anche il fumo è 'haram', ossia vietato". E :racconta "Una volta un membro della Fratellanza è venuto da me e mi ha chiesto, in gran segreto, consigli medici riguardo l'assunzione di hashish". Non vuole aggiungere altri dettagli, cambia argomento.

La ghorza non è l'unico locale pubblico dove si fuma hashish in Egitto. Numerosi sono i night club dove tutto è permesso: alcool, fumo e sesso. Uno di questi si trova nel quartiere centrale di Agouza: "Questa non è il tipico coffee shop cairota, ma è molto frequentato ugualmente. Chi ha più soldi da spendere viene qui", spiega il fixer. Il locale è piccolo: una sola stanza(senza finestre) con un bancone, 7 tavoli e un grande condizionatore. Girano per il bar 8 cameriere che all'occorrenza- e a loro discrezione- vanno anche con i clienti. Gli avventori portano solitamente con sé del fumo da casa: basta fare un segno a una cameriera e darle un tocco di hashish, dopo un po' ti portano al tavolo direttamente le canne già rollate. A differenza di una ghorza, nei night club il volume della musica è molto alto, si balla e si canta. L'ambiente è così familiare che dentro si conoscono tutti: all'ora della chiusura un cliente, dopo aver bevuto l'ennesimo bicchiere di whisky, fa un annuncio "la settimana prossima si sposa mia figlia, siete tutti invitati". I matrimoni in Egitto sono delle eventi sociali dove fumare hashish è quasi una tradizione: "Se ti interessa l'argomento, lì troverai molti spunti", esclama, esausto, il nostro contatto.
 
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