toti
Sale drogué·e
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Ragazzi ho trovato 2 foglietti di un botto di tempo fa, la prima impressione sull'ipomea, ho trascritto il possibile, almeno il leggibile
Ho un problema, mi rendo conto. Però non do a vedere nulla.
I quadri dietro si allungano e gli spigoli girano, dentro e fuori, fanno giochi con le ombre come se fossi in un tempio, mi sento in questo posto.
Ho ancora un problema, mi rendo conto. Ma rimango fermo, a muoversi è solo la vista, che è giudice e trappola. Dietro di me è il tempo che squarcia lo spazio e lo rende un mezzo.
Ogni me, ogni secondo, fermo statico, ogni cosa ferma è stata e pertanto non muove più. E' stato dietro di me il tempo prima.
Rimango calmo, rimango sdraiato, non mi distraggo, mia madre mi parla e nessuno vuole che lei pensi che io non le dia attenzioni. La guardo ed è bella, la più bella donna del mondo. Ma non sa, chi intorno, chi vicino, chi sotto, come possono immaginare. E' già successo tutto, e ogni me dopo aspetta impaziente perché venga il tempo a renderlo cosicché possa essere io dopo, come una staffetta.
Sono le 12, penso che non è una cattiva idea essere alle 12, quindi lo sono. Le 12 mi piace.
Mi distrae un pezzo di pelle che cola e gocciola da un pezzo di pane, troppo in basso perché io ci provi. Mi assottiglio ed espando e non veicolo i pensieri nelle parole, così poco veicolative, penso.
Se mi guardo non mi vedo più, sono sulla frequenza pura e sono stato preso nervoso e sbattuto forte. Stato alterato di dissociazione, mentre affondo e mi fondo con le radici nel nulla.
Parlo di quell'amore narcotico che elimina e sparge di noi in uno solo.
Siamo su una circonferenza già chiusa e sperimentiamo ogni passo su un punto diverso, che è già stato tracciato che non ha prima nè dopo e che sarà sempre l'inizio e la fine di quello dopo, che non sarà mai primo o ultimo che si ripeterà all'infinito nella nostra esperienza, "tra presente e futuro, nel punto di incontro tra due eternità"
L'ultima l'ho messa tra virgolette perché l'avevo già sentita, non è opera mia.
Molti non capiranno nulla, ma neanche io capivo nulla, quindi non è poi un problema
Ho un problema, mi rendo conto. Però non do a vedere nulla.
I quadri dietro si allungano e gli spigoli girano, dentro e fuori, fanno giochi con le ombre come se fossi in un tempio, mi sento in questo posto.
Ho ancora un problema, mi rendo conto. Ma rimango fermo, a muoversi è solo la vista, che è giudice e trappola. Dietro di me è il tempo che squarcia lo spazio e lo rende un mezzo.
Ogni me, ogni secondo, fermo statico, ogni cosa ferma è stata e pertanto non muove più. E' stato dietro di me il tempo prima.
Rimango calmo, rimango sdraiato, non mi distraggo, mia madre mi parla e nessuno vuole che lei pensi che io non le dia attenzioni. La guardo ed è bella, la più bella donna del mondo. Ma non sa, chi intorno, chi vicino, chi sotto, come possono immaginare. E' già successo tutto, e ogni me dopo aspetta impaziente perché venga il tempo a renderlo cosicché possa essere io dopo, come una staffetta.
Sono le 12, penso che non è una cattiva idea essere alle 12, quindi lo sono. Le 12 mi piace.
Mi distrae un pezzo di pelle che cola e gocciola da un pezzo di pane, troppo in basso perché io ci provi. Mi assottiglio ed espando e non veicolo i pensieri nelle parole, così poco veicolative, penso.
Se mi guardo non mi vedo più, sono sulla frequenza pura e sono stato preso nervoso e sbattuto forte. Stato alterato di dissociazione, mentre affondo e mi fondo con le radici nel nulla.
Parlo di quell'amore narcotico che elimina e sparge di noi in uno solo.
Siamo su una circonferenza già chiusa e sperimentiamo ogni passo su un punto diverso, che è già stato tracciato che non ha prima nè dopo e che sarà sempre l'inizio e la fine di quello dopo, che non sarà mai primo o ultimo che si ripeterà all'infinito nella nostra esperienza, "tra presente e futuro, nel punto di incontro tra due eternità"
L'ultima l'ho messa tra virgolette perché l'avevo già sentita, non è opera mia.
Molti non capiranno nulla, ma neanche io capivo nulla, quindi non è poi un problema